ARTICOLI CNESA 2030 Archivi - AIPTOC https://www.aiptoc.it/category/sistema/articoli-cnesa-2030/ ASSOCIAZIONE ITALIANA PROFESSIONISTI DEL TURISMO E OPERATORI CULTURALI Thu, 11 Apr 2024 06:57:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.8 Modelli teorici alla base della programmazione didattica https://www.aiptoc.it/modelli-teorici-alla-base-della-programmazione-didattica/ Tue, 14 Sep 2021 08:02:35 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8655 L'articolo Modelli teorici alla base della programmazione didattica proviene da AIPTOC.

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Modelli teorici alla base della programmazione didattica

Esistono diversi modelli teorici alla base della programmazione didattica e sono suddivisi in:

  • approccio comportamentistica: modelli di programmazione didattica per obiettivi. L’apprendimento avviene come risposta ad uno stimolo esterno ed è condizionato dall’ambiente esterno
  • approccio cognitivista: modelli di programmazione didattica per concetti. L’apprendimento avviene come conseguenza di un processo elaborativo di informazioni e consente al soggetto di fare sue le sue conoscenze di cui necessita e riutilizzarle nei molteplici contesti
  • approccio costruttivista: modelli di programmazione didattica per significati (o per ricerca-azione); Al centro del processo formativo è l’allievo, l’apprendimento è visto come un processo interattivo tra insegnante e allievo e avviene attraverso esperienze dirette (apprendimento esperienziale)

Modello comportamentista

Fautori dell’approccio comportamentistica:

  • John Broadus Watson (Psicologo 1878-1958)
  • Edward Lee Thorndike (Pedagogista 1874-1949)
  • Burrhus Skinner (Psicologo 1904-1990)
  • Albert Bandura (Psicologo 1925)

 

 

Fautori dell’approccio cognitivista:

  • Jerome Seymour Bruner (Psicologo 1915-2016)
  • David Paul Ausubel (Psicologo – 1918-2008)
  • Howard Gardner (Psicologo – 1943)

 

Modello cognitivista

Il modello didattico cognitivista afferma la prevalenza del processo formativo e del soggetto in formazione mirando a sollecitare i processi cognitivi superiori e a stimolare lo sviluppo delle capacità mentali più elevate, perché il compito della formazione non è solo quello di trasmettere il patrimonio culturale delle generazioni precedenti, ma quello di renderle in grado di elaborare nuovo sapere, di produrre cultura.  È necessario quindi mirare più a formare la mente dell’alunno, che a rifornirla di contenuti.

Per rendere più agevole e strutturata la programmazione, la didattica cognitivista tenta di mettere in relazione ogni obiettivo disciplinare con un particolare livello di apprendimento.

Conseguenza di questo approccio è la nascita delle tassonomie e lo standard EQF che approfondiremo nelle prossime lezioni.

 

Modello costruttivista

Nel modello costruttivista la realtà è il mondo esterno sono interpretati come fenomeni esperienziali, con essi il soggetto instaura una relazione cognitiva e l’immagine che ciascuno ne ha è frutto di una costruzione della mente.

L’allievo diventa l’elemento centrale del processo formativo è l’apprendimento avviene attraverso quello che viene chiamato processo di apprendimento esperienziale. In una delle prossime lezioni approfondiremo il concetto di apprendimento esperienziale.   

 

Tratto dalle lezioni di Didattica Generale del Prof. Giovanni Arduini (Università degli studi di Cassino)

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Esperto in Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile https://www.aiptoc.it/esperto-in-educazione-ambientale-e-allo-sviluppo-sostenibile-sp-taecf-cp161/ Mon, 16 Aug 2021 13:49:15 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8535 L'articolo Esperto in Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile proviene da AIPTOC.

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Esperto in Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile (PPC19): competenze

Schema TAECF: SP/TAECF/CP161 (Versione Beta 1.0)

 

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Esperto in Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile

 

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Definizione di Qualità https://www.aiptoc.it/definizione-di-qualita/ Fri, 13 Aug 2021 20:45:41 +0000 https://www.aiptoc.it/?page_id=677 L'articolo Definizione di Qualità proviene da AIPTOC.

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Definizione di Qualità

L’origine della saggezza è la definizione dei termini
(Socrate)

I termini “Qualità” e “Patrimonio Culturale” sono accomunati dallo stesso destino, usatissimi, a volte abusati, e il significato che a loro viene assegnato è lo stesso che Benedetto Croce dava al concetto di arte: è ciò che tutti sanno cosa sia. Ecco che in mancanza di una definizione formale questi concetti vengono individuati in tutto quello che la nostra società riconosce come tali.

Ma se è sbagliato non poter riconoscere dal punto di vista formale il Patrimonio Culturale, lo è ancora di più non saper riconoscere cos’è la qualità in quanto per poterla gestire è necessario implementare un sistema di controllo e di misurazione della qualità stessa, quindi individuare, per ogni settore di interesse, dei fattori di qualità (o dimensioni della qualità) e trasformarli in indicatori misurabili.

La norma ISO 9000:2005 (Fondamenti e vocabolario) fornisce la seguente definizione:

Qualità: Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti ad un prodotto, sistema, o processo di ottemperare a requisiti di clienti e di altre parti interessate.

La definizione è stata rivista con la nuova revisione della UNI EN ISO 9000:2015

Qualità: Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche di un oggetto soddisfa i requisiti

Questa ultima definizione si avvicina maggiormente alla definizione da me utilizzata sin dal 2013:

Qualità
Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti una entità di confermare le aspettative ad essa riferibili da tutte le parti interessate

 Esiste la necessità di individuare per ogni settore, gli elementi base alla base del concetto di qualità:

  • l’entità cui va applicata la qualità: Prodotto specifico, sistema, servizio, attività, organizzazione o una qualsiasi combinazioni delle precedenti (nel nostro caso potremmo anche parlare di strutture ricettive, territorio, bene culturale, monumento, prodotto turistico, offerta turistica, destinazione turistica, 😉
  • parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni) in funzione dell’entità: Che a seconda i casi si può chiamare cliente, utente, turista, fruitore del bene o servizio culturale, cittadino o addirittura la società stessa;
  • aspettative (bisogni): E’ ciò che si aspettano le parti interessate, nel caso del fenomeno turistico, semplificando e restringendo il cerchio possiamo pensare alla domanda turistica proveniente dai turisti e le modalità con cui questa viene offerta. Vedremo che nella realtà, considerando il concetto di parti interessate nel senso più ampio del termine, come la domanda turistica sia solo un sottoinsieme delle aspettative.

Vediamo, in maniera molto sintetica, alcuni esempi di entità e di parti interessate:

Prodotto enogastronomico

In questo caso l’entità a cui va applicato il concetto di qualità è lo stesso prodotto commestibile una delle parti interessate è sicuramente il consumatore che avrà una serie di aspettative riferibili al prodotto stesso tra queste sicuramente qualità organolettica (gusto, sapore, profumo, vista) e sicurezza igienico-sanitaria (assenza di rischi per la salute);

Struttura ricettiva (albergo)

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In questo caso l’entità a cui va applicato il concetto di qualità è sostanzialmente la struttura organizzativa che gestisce l’albergo responsabile di una serie di fattori che incideranno sulla qualità complessiva percepita dalle parti interessati (una di queste è ovviamente l’ospite dell’albergo). Chiunque sia stato ospite di un albergo ha ben chiaro quali sono le aspettative (accessibilità, comunicazione, comfort, accoglienza, sicurezza, affidabilità, pulizia, sicurezza, cortesia, competenza del personale, ecc) Parleremo di questi aspetti nella parte relativa ai fattori ed agli indicatori di qualità.  

Bene Culturale (Museo)

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In questo caso l’entità a cui va applicata è sostanzialmente la struttura organizzativa che gestisce il museo, ma anche l’insieme delle opere che sono esposte. Una delle parti interessati è sicuramente il visitatore e le aspettative anche in questo caso riguardano un numero elevato di fattori: corrette informazioni sul museo e le opere esposte, accessibilità (parcheggi, orari adeguati di apertura, assenza di barriere architettoniche, costo del biglietto di ingresso non eccessivo), cortesia e competenza del personale, servizi di supporto (servizi igienici, punti di ristoro, ecc.).  

Patrimonio Culturale (territorio)

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Anche un territorio come ad esempio un centro storico, una area territoriale vasta che contiene beni culturali tangibili (beni storico artistici, naturalistici, archeologici, museali, ecc) e beni intangibili (folklore, patrimonio enogastronomico, artigianato tipico, ecc)  può essere considerata una entità complessa a cui applicare il concetto di qualità (si consideri ad esempio il sito Unesco “Le città tardo barocche del Val di Noto” che comprende ben 8 comuni su un area molto vasta della Sicilia sud-orientale.   

In questo caso le sotto-entità a cui applicare il concetto di qualità sono più di una: i monumenti e le organizzazioni che li gestiscono, gli organismi statali e non che hanno il diretto controllo su di esso, le infrastrutture, le strutture ricettive presenti nel territorio, ecc

Per quando riguarda le parti interessate, possiamo pensare al turista, o comunque a chiunque desidera visitare il territorio in questione, ma in realtà le aspettative vengono anche dalla stessa popolazione che vive nei territori. Nel caso di un sito Unesco una delle parti interessati è sicuramente l’Unesco stesso che avendo inserito il sito all’interno della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità ha delle aspettative ben precise.  

Parlando di parti interessate, non dobbiamo dimenticare che spesso ci riferiamo ai beni culturali e quindi al patrimonio culturale che è del paese intero; in realtà una analisi approfondita dovrebbe farci capire che i soggetti interessati al bene culturale non siamo solo noi ma anche i posteri. Ho già avuto modo di scrivere a tal proposito che noi possiamo parlare di rivalutare i nostri beni culturali, possiamo affermare il nostro diritto di usufruire dell’immenso patrimonio culturale che ci circonda, ma questo non dovrebbe mai e poi mai farci dimenticare il dovere di mantenerlo integro per i posteri. Dobbiamo, rispettando il presente, essere dalla parte del futuro, in quanto noi saremo ciò che lui troverà.

Estratto da: Qualità, Modelli Operativi e Competitività dell’Offerta Turistica (Ed. 2020)

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Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici https://www.aiptoc.it/qualita-nei-servizi-escursionistici/ Thu, 27 May 2021 12:08:47 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8450 L'articolo Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici
Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement (TAEQI) nei Servizi  Escursionistici

NOTA: SCHEMA IN FASE DI RIPROGETTAZIONE!!!

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente Qualità in ambito Turistico, Artistico e dello Spettacolo – Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement (TAEQI) 

Nota: Articolo estratto dal corso  SPE43 Progettazione e Realizzazione Servizi Escursionistici di Qualità

All’interno del progetto TAEQI (Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement), proponiamo una bozza di studio relativo allo schema “TAEQI nei Servizi Escursionistici” (Versione Beta), che individua un insieme di fattori e indicatori della qualità relativi al settore escursionistico. Lo schema di seguito presentato e da intendere un approccio iniziale, inoltre, in questa versione, iniziale verranno applicate delle semplificazioni, al solo scopo di presentare una sintesi di quello che sarà lo schema definitivo.

Invitiamo tutti gli stakeholder del settore  (professionisti, Università, Associazioni Culturali e di Categoria, Enti gestori di Parchi e siti naturalistici, organizzazioni di promozione e sviluppo, Istituzioni) ad aderire al progetto TAEQI affinché si arrivi, in breve ad individuare la prima fase dello schema condiviso  (versione 1.0) di fattori e indicatori della qualità e soprattutto degli standard di qualità effettivi. Per informazioni ed eventuali adesioni al progetto:  info@aiptoc.it 0932 1847122 

Note metodologiche generali:

Nota 1: In questa fase della bozza della proposta (versione Beta) si escludono, salvo qualche eccezione, i fattori (e relativi indicatori) legati a quello che nel modello MICOT sono i fattori legati al Contesto. Tali fattori sono di norma esterni alle entità prese a riferimento e non sempre direttamente controllabili dai gestori delle strutture o delle offerte turistiche ma che al contempo, sono in grado di impattare sulla qualità della offerta stessa.

Nota 2: Il risultato è presentato come elenco di indicatori. In una prima fase è possibile effettuare una valutazione di massima della Qualità Globale assegnando, per ogni fattore un punteggio che può assumere tre valori: 0 (non esistente o non applicato), 1 (applicato in modo parziale), 2 (applicato in modo completo). Il punteggio totale costituirà una misurazione di massima del livello di qualità raggiunto. A partire dalla versione 1.0 verrà proposto un metodo di valutazione di tipo ponderato che cercherà di tenere conto della priorità di alcuni indicatori, del peso da associare agli indicatori non applicabili alla specifica situazione e dei valori effettivi all’interno degli standard di qualità associati ai singoli indicatori. Nelle fasi successive potranno essere individuati classi specifiche di indicatori che si differenziano in base al tipo di escursione:

  • Escursioni prettamente turistico naturalistico
  • Escursioni rientranti in programmi di valorizzazione e animazione del territorio,
  • Escursioni rientranti in campagne di educazione ambientale,
  • Escursioni rientranti in programmi di sensibilizzazione e promozione di comportamenti eco-sostenibili
  • Itinerari didattici di eco-turismo,
  • Itinerari ecomuseali
  • Escursioni con presenza di partecipanti con bisogni specifici (motorio, visivo, uditivo, ecc. )

Nota 3: Per l’individuazione dei fattori e indicatori viene utilizzata la “Tecnica dei sei passi”, ad esclusione dell’ultimo passo: “Individuazione degli standard di qualità” in quanto elemento legata ad una politica dipendente dalla singola realtà. 

Tecnica dei sei passi 

  • Passo primo: Individuazione delle Entità coinvolte
  • Passo secondo: Individuazione delle parti interessate
  • Passo terzo: Individuazione dei processi (Mappa dei Processi)
  • Passo quarto: individuazione dei fattori di qualità (dimensioni)
  • Passo quinto: passaggio dai fattori agli indicatori di qualità
  • Passo sesto: Individuazione degli standard di qualità

Per un approfondimento sulla tecnica si veda l’articolo: Fattori e indicatori di qualità: la tecnica dei sei passi

Premessa

Ricordiamo che la base di partenza di tutto il processo è la stessa definizione data al concetto di qualità:

Qualità : Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti una entità di confermare le aspettative ad essa riferibili da tutte le parti interessate

Definita cosa sia la qualità bisogna misurarla, ecco quindi la necessità di individuare oltre all’entità a cui va applicato il concetto di qualità e le parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni in funzione dell’entità) anche  i fattori di qualità.

I fattori della qualità dovranno essere poi trasformati in indicatori misurabili per poter effettuare dei confronti. È attraverso l’applicazione di questi fattori che si dà conferma alle aspettative delle varie parti interessate.

Il passaggio finale consiste nella definizione degli standard di qualità del servizio erogato, ossia il livello di qualità che la struttura si impegna a mantenere.

1) Individuazione delle Entità coinvolte

Si tratta di individuare l’entità o le entità a cui va applicata la qualità e che devono possedere le caratteristiche che dovranno confermare le aspettative di tutte le parti interessate. Nel nostro caso, restringendo di molto il cerchio, l’entità è la stessa Escursione compreso tutti i servizi accessori forniti all’interno o in concomitanza del servizio offerto. In caso di Offerta Integrata globale con servizi/attrazioni offerti dalla rete e non inglobati nell’evento (ricettività, ristorazione, trasporti, servizi sussidiari, ecc) il concetto di qualità andrebbe applicato, laddove possibile, a tutte le altre entità coinvolte.

In realtà una applicazione approfondita del concetto di entità coinvolte dovrebbe tenere conto di tutte le altre entità che influiscono sulla qualità finale, tra cui:

  • Le infrastrutture esterne: viabilità, trasporti pubblici, ecc (di cui comunque forniremo alcuni degli indicatori più significativi);
  • Gli organismi statali e non che hanno il diretto controllo del territorio (parco, riserva, ecc) in cui si svolge l’escursione
  • Lo stato e le sue dirette emanazioni (regione, provincia, comune) che ha il compito di legiferare e di fare applicare le leggi di tutela dei naturalistici e ambientali (e anche di quelli culturali in genere), del codice del turismo o che regolamentano alcuni aspetti della fruizione turistica del territorio.

2) Individuazione delle parti interessate

Si tratta di individuare tutte le parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni) in funzione dell’entità. Abbiamo già visto un elenco non esaustivo, lo rivediamo per meglio memorizzarlo:

Stakeholder esterni

  • Partecipanti (fruitori del servizio)
  • Autorità di tutela e controllo ambientale
  • Servizi di emergenza
  • Fornitori
  • Enti pubblici e privati coinvolti (in particolare in caso di eventi all’interno di parchi, riserve e altri siti naturalistici coinvolti)
  • Eventuali Sponsor
  • Le Generazioni future (impatto ambientale, tutela del patrimonio culturale eventualmente coinvolto, ecc)

Stakeholder interni (chi siamo come parti interessate)

  • Organizzatore dell’offerta
  • Team Operativo
  • Altri partner della governance

3) Individuazione dei processi (Momenti dell’esperienza dell’utente)

Si tratta sostanzialmente di individuare e definire tutti i processi che interessano l’intero ciclo di vita dell’evento preso in considerazione (escursione)

In sostanza l’organizzatore dell’evento deve individuare i processi di propria pertinenza, che comportano come risultato finale (output) l’erogazione dell’offerta costituita dall’evento compreso tutti i servizi ausiliari e di supporto. Molti processi pur apparentemente non legati alla fruizione diretta da parte degli spettatori possono inficiare il risultato finale.

Per ogni tipologia di attività o servizio individuato occorre analizzare:

  • le principali caratteristiche delle attività erogate;
  • le modalità di erogazione;
  • la tipologia dei partecipanti

Tale analisi fornisce i dati e le informazioni necessarie per l’attuazione delle successive azioni finalizzate all’elaborazione degli standard di qualità.

Questo si ottiene ripercorrendo l’esperienza del fruitore del servizio e analizzando tutti i momenti a partire dall’arrivo sul punto di ritrovo (accesso nei pressi del punto di ritrovo, parcheggio) fino alla sua partenza (arrivo al traguardo a e partenza).

A titolo esemplificativo ecco alcuni, non esaustivi “momenti dell’esperienza del fruitore del servizio escursionistico:

  • M1: Ricerca delle Informazioni relative all’offerta escursionistica
  • M2: Prenotazione (eventuale) o Acquisto
  • M3: Arrivo presso il punto di incontro e controlli iniziali (Check-in)
  • M4: Fruizione dell’offerta escursionistica
  • M5: Partenza (Check-out)

Andrebbero anche presi in considerazioni, laddove possibile, altri momenti quali:

  • M6: Fruizione spazi comuni (servizi igienici, parcheggio, pulizia e gestione spazi comuni)
  • M7: Fruizione eventuali servizi di supporto (ristorazione, ricettività, trasporto)
  • M8: Fruizione di altre attrattive correlate all’evento

In realtà i momenti suddetti sono quelli per cui c’è la percezione diretta da parte del partecipante della qualità del servizio, i reali momenti da analizzare per cui si rende necessario individuare indicatori di qualità sono anche quelli precedenti che pur non presentando un diretto contatto con il “cliente” influenzeranno la qualità globale del servizio (analisi del contesto, progettazione, pianificazione, ecc.)

4) Individuazione dei fattori di qualità (dimensioni)

Una volta stabiliti tutti i processi di propria pertinenza, che comportano come risultato finale (output) l’erogazione di un servizio al pubblico È facile capire quali di questi indicano i principali aspetti di qualità nelle attese dell’utenza e quindi i fattori che dovranno essere presi a riferimento per l’individuazione degli indicatori di qualità.

Nel caso di una escursione, possiamo pensare di prestare, almeno in una fase iniziale, una particolare attenzione alle seguenti dimensioni della qualità:

Fattori Base (FB):

  • FB1: Cortesia
  • FB2: Competenza
  • FB4: Flessibilità
  • FB5: Accoglienza
  • FB6: Comunicazione
  • FB7: Affidabilità
  • FB9: Sostenibilità
  • FB13: Accessibilità/Equità
  • FB14: Sicurezza
  • FB15: Infrastrutture e Attrezzature
  • FB16: Tutela

Nel caso si pensi di effettuare una escursione “esperienziale” vanno presi in considerazione anche i seguenti fattori:

Fattori Esperienziali (FE)

  • FE1: Apprendimento esperienziale (partecipazione diretta)
  • FE2: Multi sensorialità
  • FE3: Unicità
  • FE4: Relazioni umane
  • FE5: Identità locali

Infine ecco alcuni fattori di contesto non sempre controllabili dagli organizzatori dell’offerta escursionistica in quanto dipendenti da fattori esterni

Fattori di Contesto (FC)

  • FC4: Politiche di Sostenibilità
  • FA1: Attrazioni Endogene
  • FA2: Attrazioni Indotte
  • FR1: Risorse Hardware
  • FR2: Risorse Software

Può essere utile utilizzare una matrice di correlazione fattori/momenti dell’esperienza dell’utente.

Ogni incrocio corrisponde a un fattore di qualità, in cui la dimensione generale di qualità del servizio (Fattore) si ritiene abbia una significativa importanza per il momento specifico dell’esperienza in questione e quindi fornire indicatori specifici. Questo non significa che il fattore in questione non abbia importanza anche per altri momenti esperienziali dell’utente.

Un esempio non esaustivo relativo ai primi cinque momenti individuati nel servizio escursionistico:

Matrice Momenti/Fattori

Momenti dell’esperienza Dimensioni della Qualità (Fattori)
  Competenza Accessibilità Comunicazione Sicurezza
M1: Ricerca delle informazioni   X X  
M2: Prenotazione/Acquisto X X X  
M3: Arrivo x X X X
M4: Fruizione X X X X
M5: Partenza     X  

 

5) Passaggio dai fattori agli indicatori di qualità

I fattori di qualità, organizzati nel modello suggerito al passo precedente, devono essere successivamente trasformati in indicatori di qualità,

Gli indicatori di qualità possono essere di diversi tipi:

  • indicatori di sistema: comprendono indicatori strutturali, tecnologici e organizzativi;
  • indicatori di risultato: indicatori relative a misurazioni dirette da parte degli utenti relativi alla qualità percepita (indicatori di soddisfazione dei fruitori dei servizi) o da parte di personale specializzato (auditor o mistery auditor);
  • indicatori di processo: comprendono la presenza di procedure e processi operativi specifici;
  • indicatori di contesto: comprendono indicatori esterni non sempre direttamente controllabili dai gestori diretta dell’offerta turistica (mezzi pubblici, strade, taxi, cartellonistica, informazioni turistiche, ecc.);
  • indicatori esperienziali: comprendono indicatori specifici relativi ai fattori esperienziali.

È opportuno ricordare quanto segue:

  • Ogni fattore di qualità può essere associato a più momenti di esperienza utente (lo abbiamo visto al punto precedente)
  • Ogni indicatore nei fatti può essere associato a più fattori di qualità (abbiamo visto come molti degli indicatori legati al fattore Comunicazione favoriscono il fattore stesso di Accessibilità. La presenza di un sito internet oltre a essere un indicatore per il fattore della comunicazione è anche uno strumento che facilità la conoscenza del servizio e quindi anche l’accessibilità al servizio stesso.
  • Ogni indicatore può quindi essere associato a più momenti di esperienza (ad esempio, l’indicatore “Personale capace di trattare l’utenza in modo gentile e cortese” è nella sostanza, legato a tutti i momenti dell’esperienza utente, dal primo contatto telefonico fino al saluto a fine escursione.

In sede di definizione finale degli indicatori potrebbe essere utile evidenziare il rapporto tra indicatori e momenti di esperienza attraverso una matrice Indicatori/Momenti dell’esperienza utente simile alla matrice Indicatori/Fattori. Si omette, per semplicità, in questa fase beta, la descrizione di una tale matrice

Elenco indicatori (Versione Beta)

IS: Indicatori di Sistema (struttura, tecnologia, organizzazione)

Gestione (IS1) (principali fattori interessati: Affidabilità, Competenza, Sicurezza, Accessibilità/Equità)

  • IS1-1: Presenza di un Sistema di Gestione per la Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti
  • ISI-2: Presenza di un sistema di calcolo del rischio del tipo “Metodo delle tre Matrici” o equivalente
  • ISI-3: Presenza di un sistema di classificazione “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici

Informazioni (IS2) (principali fattori interessati: Comunicazione, Affidabilità, Competenza, Sicurezza, Accessibilità/Equità, Accoglienza)

  • IS2-1: Presenza sito web
  • IS2-2: Presenza sui principali social media (facebook, Instagramm, Twitter, ecc.)
  • IS2-3: Sito web accessibile (e-accessibility, W3C, Legge 4/2004, ecc.)
  • IS2-4: Presenza sito web multilingue
  • IS2-5: Presenza nel sito web di un modulo contatti e informazioni sui servizi forniti
  • IS2-6: Presenza nel sito web di informazioni utili a individuare il punto di incontro o di partenza per l’escursione programmata (possibilmente su mappa interattiva – Googler Maps)
  • IS2-7: Presenza delle informazioni minime fornite in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica (si veda nota Ind1)
  • IS2-8: Presenza delle Informazioni “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici fornite in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica (si veda nota Ind2)
  • IS2-9: Predisposizione della scheda profilo del partecipante (si veda nota Ind3)
  • IS2-10: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante in fase di acquisto (si veda nota Ind4)
  • IS2-11: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante prima di iniziare l’escursione, comprendente anche un regolamento con le regole comportamentali (si veda nota Ind5)
  • IS2-12: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante durante il servizio escursionistico (si veda nota Ind6)

Servizio (IS3) (principali fattori interessati: tutti)

  • IS3-1: Presenza, in sede di analisi del contesto, della mappatura delle risorse attrattive (endogene e indotte) al fine di arricchire e dare un valore aggiunto al servizio escursionistico
  • IS3-2: Presenza degli elementi minimi in ingresso alla progettazione (si veda nota Ind8)
  • IS3-3: Presenza dei contenuti minimi del progetto di massima (si veda nota Ind9)
  • IS3-4: Presenza di un organigramma e relativo mansionario (si veda nota Ind7)
  • IS3-5: Analisi di fattibilità partecipazione dei potenziali partecipazione sulla base dei contenuti della scheda profilo del partecipante (si veda nota Ind3)
  • IS3-6: Presenza di controlli sull’adeguatezza dell’equipaggiamento individuale dei partecipanti prima della partenza
  • IS3-7: Presenza di controlli sull’adeguatezza dell’abbigliamento dei partecipanti prima della partenza
  • IS3-8: Controllo da parte del personale, delle capacità dei partecipanti di usare e gestire l’equipaggiamento individuale, eventualmente fornendo, prima di partire le adeguate istruzioni del caso
  • IS3-9: Presenza del regolamento di partecipazione alle escursioni comprendente anche gli aspetti di tutela ambientale e dei principi di sostenibilità
  • IS3-10: Presenza ed erogazione di un questionario di Customer Satisfaction

Barriere (IS4) (bisogni di tipo motorio, visivo, uditivo ed economico) (Principali fattori interessati: Accessibilità/Equità). Tali indicatori vanno applicati solo in caso di presenza di tipologie di escursioni che prevedono l’eventuale presenza di partecipanti con bisogni speciali

Indicatori legati a bisogni di tipo motorio

(IS4-1): Indicatori associati ad eventuali strutture di supporto o di ristoro (punti informativi, ristorazione, ricettività, centri ricreativi, strutture (eco)museali, centri di educazione ambientale, capanni, ecc):

  • IS41-1-1: Percorso agevole per accedere alla struttura (larghezza minima di 90 cm e spazi per l’inversione di marcia)
  • IS41-1-2: Porte e passaggi di ingresso accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 80 cm)
  • IS41-1-3: Porte e passaggi negli ambienti interni accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 75 cm e dislivelli non superiori a 2,5 cm)
  • IS41-1-4: Pavimenti antisdrucciolevoli
  • IS41-1-5: Presenza di bagni per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione apparecchi sanitari a norma)
  • IS41-1-6: Presenza di ascensori per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione comandi a norma)

(IS4-2): Indicatori associati alla mobilità del percorso

  • IS4-2-1: Assenza di elementi che rendono poco agevole il percorso: pietroso, con ghiaia, sabbia, erba, fango, ecc)
  • IS4-2-2: Assenza di ostacoli: buche vegetazione, pietre, gradini, ponticelli, muretti, ecc)
  • IS4-2-3: Pendenza non eccessiva (dal 7 al 12%)
  • IS4-2-4: Presenza di panchine
  • IS4-2-5: Presenza di panchine dotate di braccioli ai lati
  • IS4-2-6: Presenza di corrimano lungo il sentiero
  • IS4-2-7: Larghezza del percorso o dei varchi di accesso adeguati alle sedie a rotelle

 

  • IS4-3: Presenza di assistenza per le persone con difficoltà motorie

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (vista)

  • IS4-4: Presenza di segnaletica e mappe tattili
  • IS4-5: Presenza di informazioni in braille
  • IS4-6: Presenza di audio guide

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (udito)

  • IS4-7: Video guide con scrittura o LIS
  • IS4-8: Presenza di adeguata segnaletica visiva
  • IS4-9: Presenza di personale esperto in LIS

Indicatori di risultato (Principali fattori interessati: tutti).

  • IR1: Chiarezza nell’esporre i servizi in sede di prenotazione/acquisto
  • IR2: Personale capace di trattare l’utenza in modo gentile e cortese
  • IR3: Infrastrutture (assenza di impianti, veicoli o strutture di appoggio non funzionanti)
  • IR4: Attrezzature (assenza di strumenti e attrezzature non funzionanti)
  • IR5: Assenza di rischi fisici salvo quelli ragionevolmente previsti per gli ambiti escursionistici e corretta gestione di questi ultimi
  • IR6: Assenza di attività e comportamenti in violazione dei principi della sostenibilità
  • IR7: Capacità di rispetto dei tempi (rispetto del cronoprogramma, dalla partenza all’arrivo)
  • IR8: Assenza di cambiamenti di programma non previsti e non dettati dalle necessità del caso (emergenze, ostacoli imprevisti, ecc.)

Aspetto dei locali (IR9) (eventuali locali di supporto o di ristoro):

  • IR9-1: Assenza di rischi
  • IR3-2: Assenza di sporco
  • IR3-3: Presenza delle attrezzature minime previste per il tipo di struttura

Indicatori di processo (procedure e processi specifici) (IP)

  • IP1: Presenza procedura gestione dei reclami e delle non conformità
  • IP3: Presenza di una procedura per la customer satisfaction
  • IP3: Presenza di una procedura per la formazione del personale (con riferimento anche ed in particolare alle competenze previste dalla norma ISO: 21102: Turismo d’avventura – Leader – Competenza del personale)
  • IP4: Presenza di una procedura per la gestione e la manutenzione delle attrezzature
  • IP5: Presenza di una procedura di Audit interni
  • IP6: Presenza di obiettivi per la qualità e relativo monitoraggio periodico
  • IP7: Presenza di procedure per la tutela ambientale e la sostenibilità
  • IP8: Presenza di una procedura per la gestione degli aspetti normativi (sicurezza nei luoghi di lavoro, Privacy, ecc.)
  • IP9: Presenza di una procedura per la gestione dei rischi in ambito escursionistico dove vengono individuati i rischi e le misure di prevenzione e protezione per ogni tipo di possibile rischio
  • IP10: Presenza di istruzione/procedura per il controllo delle attrezzature e dell’equipaggiamento prima della escursione

Indicatori di contesto (IC)

  • IC1: Presenza di strade adeguate e sicure per raggiungere il/i punti di riunione prestabiliti
  • IC2: Presenza di mezzi pubblici/privati per raggiungere il/i punti di riunione prestabiliti
  • IC3: Presenza di parcheggi pubblici nei pressi del/dei punti di riunione prestabiliti

Indicatori Esperienziali (IE)

  • IE1: Presenza di pratiche di apprendimento esperienziale (partecipazione diretta)
  • IE2: Multi sensorialità (il servizio escursionistico è di fatto multisensoriale)
  • IE3: Presenza di caratteristiche di unicità del servizio
  • IE4: Relazioni umane (il servizio escursionistico è di fatto basato sulle relazioni umane )
  • IE5: Presenza di attività che permettono di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale

Per un approfondimento sul concetto di valutazione delle offerte esperienziali si consiglia di approfondire con il seguente articolo: Valutare un’offerta esperienziale: il metodo delle cinque domande https://www.aiptoc.it/valutare-unofferta-esperienziale-il-metodo-delle-cinque-domande/

Allegato: Note agli indicatori

Nota Ind1: Informazioni minime da fornire in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica

Informazioni da mettere a disposizione prima dell’acquisto:

  • Titolo del Servizio
  • Dati dell’Organizzazione responsabile del servizio
  • Percorso
  • Dislivello
  • Lunghezza del percorso
  • Tempo di percorrenza
  • Profilo altimetrico
  • Mappa del percorso
  • Classificazione del percorso escursionistico usata normalmente nella nazione in cui avviene l’escursione (Es CAI, CAS, UIAA, ecc)
  • Tipo di equipaggiamento necessario
  • Requisiti specifici in base a determinate condizioni
  • Servizi di supporto o aggiuntivi offerti (trasporto, ristorazione, ricettività. Ecc)
  • Informazioni chiare sui prezzi

Nota Ind2: Informazioni “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici da fornire in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica

Fattori di classificazione del percorso escursionistico:

  1. Gravità dell’ambiente
  2. Orientamento sul percorso
  3. Condizioni del terreno
  4. Intensità dello sforzo fisico
  5. Contatti con l’ambiente (Rischi da contatti con rettili, animali, insetti e flora)

Accessibilità del percorso

Dettagli sul metodo “AICSE”

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/

Es:

Gravità dell’ambiente Orientamento sul percorso Condizioni del terreno
3 2 4
Severo Percorso con segnaletica che indica la continuità Richiede abilità di navigazione standard

 

Simbolo di pericolo, colore: rosso su bianco, autoadesivo, confezione da 6 pezzi: Amazon.it: Fai da te
Intensità dello sforzo Contatti con l’ambiente
2 5
Sforzo moderato Rischio alto

Criteri di accessibilità

Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision
Accessibilità per mobilità su carrozzina Accessibilità per mobilità ridotta Accessibilità visiva Accessibilità uditiva
4 1 2 3
Accessibile con molta difficoltà Accessibile Accessibile con poca difficolta Accessibile con difficolta

 

Nota Ind3: Scheda profilo del partecipante

  • Dati anagrafici e di contatto
  • Documento di riconoscimento
  • contatto in caso di emergenza
  • condizioni di salute o mediche specifiche che possono interferire con le attività: allergie, patologie (respiratorie, cardiache, ossee, muscolari, epilessia, ecc), fobie, gravidanza, ecc
  • medicinali usati
  • precedente esperienza con l’attività
  • copertura assicurativa applicabile all’attività e all’ubicazione, compresa la copertura delle operazioni di soccorso
  • livello di forma fisica per l’attività
  • disabilità (se presenti) rilevanti per l’attività

Nota Ind4: Informazioni da dare al partecipante in fase di acquisto

In fase di acquisto l’organizzatore si assicura che il partecipante abbia compreso tutte le informazioni predisposte nella fase di commercializzazione dell’offerta ed eventualmente le fornisce nuovamente. Dovrebbero inoltre essere fornite le ulteriori seguenti informazioni:

  • descrizione delle caratteristiche dell’attività da svolgere, quali durata, pause per cibo e riposo, eventuali punti di appoggio o ristoro incontrati durante il percorso, ecc
  • abbigliamento e attrezzatura individuale a cura del partecipante (eventualmente compreso cibo e acqua)
  • eventuali prerequisiti psicofisici e medici e di profilassi
  • eventuali attrezzature fornite dall’organizzazione
  • informazioni su eventuali polizze assicurative offerte e quelle eventuali a cura del partecipante
  • obbligo dell’osservanza delle procedure di sicurezza e comportamentali
  • descrizione chiara dei prezzi di eventuali servizi aggiuntivi e modalità di richiesta/prenotazione degli stessi
  • numero minimo e massimo dei partecipanti
  • Procedure di cancellazione
  • fattori che potrebbero causare interruzioni, modifiche o cancellazioni;
  • riconoscimento e accettazione del rischio da parte del partecipante;
  • procedure di reclamo

Nota Ind5: Informazioni da dare al partecipante prima di iniziare l’escursione

Prima di iniziare l’escursione vanno ricordate nuovamente tutte le informazioni fornite in sede di acquisto. Dovrebbero inoltre essere fornite almeno le ulteriori seguenti informazioni:

  • Procedure di sicurezza e comportamentali
  • Fonti di rischio potenziali e comportamento preventivo da adottare
  • Corretto uso delle attrezzature e dell’abbigliamento e precauzioni da adottare per quanto riguarda gli aspetti ambientali (sole, pioggia, temperature freddo e altre precauzioni, comprese l’uso di creme solari, repellenti, ecc)
  • Misure da adottare in caso di emergenza
  • Presentazione del team specificando compiti e ruoli di ognuno
  • Descrizione dell’itinerario e delle attività che saranno svolte durante il percorso escursionistico con stima degli orari di partenza di arrivo, dei tempi di arrivo nei punti intermedi e delle pause previste
  • Disponibilità di punti di assistenza per le emergenze ed eventuali vie di fuga o percorsi alternativi
  • Disponibilità di strutture e servizi per persone con bisogni speciali, bambini e anziani
  • Eventuali norme specifiche per il tipo di percorsi e eventuali divieti (accensione fuoco, utilizzo di prodotti vietati per l’ambiente, ecc)

Nota Ind6: Informazioni da dare al partecipante durante il servizio escursionistico

Durante lo svolgimento del servizio è opportuno continuare a dar ai partecipanti indicazioni chiare per garantire il corretto svolgimento delle attività, mantenendo sempre alto il livello di sicurezza e il coinvolgimento di tutti i partecipanti. Dovrebbero inoltre essere fornite almeno le ulteriori seguenti informazioni:

  • chiarimenti su cosa accade in ogni fase dell’attività e cosa devono fare i partecipanti per mantenere alto il livello di sicurezza e di apprezzamento della escursione;
  • eventuali modifiche alle informazioni fornite in precedenza sull’attività;
  • risposta pronta e chiara in caso di incidenti ed emergenze.

Nota Ind7: Competenze, Organigrammi e Mansionari

Al fine di tenere sotto controllo i processi relativi alla gestione delle risorse umane potrebbe essere utile utilizzare strumenti tipici del mondo aziendale: organigrammi e mansionari.

Durante la pianificazione delle risorse umane bisognerebbe:

  • Individuare i processi necessari al ciclo di vita dell’evento e da questi individuare i compiti (e relative competenze necessarie per svolgere tali processi) necessari che le risorse umane devono avere per portare a termine i propri compiti
  • Individuare i carichi di lavoro e le persone necessarie
  • Individuare le figure responsabili dei processi principali in base alle competenze e le eventuali qualifiche/titoli necessarie (tali qualifiche a volte sono formali e stabilite per legge)
  • Definire le politiche di gestione dello staff che andranno a costituire le regole comportamentale e gli obblighi per tutto lo staff. Le politiche devono tenere conto di una serie di aspetti alcuni cogenti, altri legate alle strategie dell’organizzazione (sicurezza, privacy, etica professionale, comunicazioni con l’esterno, rispetto delle gerarchie e dei ruoli, rispetto dei principi di sostenibilità dell’evento, ecc.)
  • Stabilire un organigramma e relativo mansionario in modo da assegnare in modo corretto, ruoli, gerarchie, responsabilità, compiti e carico di lavoro tenendo contro dei vincoli normativi ma anche delle attitudini e capacità personali di ogni componente dello staff e delle politiche di gestione dello staff.
  • Quantificare il costo delle risorse umane

 

Uno strumento utile per individuare competenze del leader e degli assistenti è la norma ISO: 21102: Turismo d’avventura – Leader – Competenza del personale

Nota Ind8: Elementi minimi in ingresso alla progettazione

La progettazione dovrebbe iniziare tenendo conto di una serie di elementi, molti ricavati nelle fasi precedenti:

  • Tipo di offerta (Perché)
    • Escursioni prettamente turistico naturalistico
    • Escursioni rientranti in programmi di valorizzazione e animazione del territorio,
    • Escursioni rientranti in campagne di educazione ambientale,
    • Escursioni rientranti in programmi di sensibilizzazione e promozione di comportamenti eco-sostenibili
    • Itinerari didattici di eco-turismo,
    • Itinerari ecomuseali
  • l’analisi delle aspettative (La domanda)
  • Numero e tipologia dei partecipanti (Con chi)
  • Durata e contesto del servizio escursionistico (temperatura, ore di luce, necessità di pernottamento o di altri servizi, tempi di ristoro) (Quanto)
  • Periodo di svolgimento (Quando)
  • l’analisi del contesto, compreso la presenza di risorse attrattive endogene e indotte (Il Contesto)
  • Il Percorso scelto per la escursione (Dove)
    • Classificazione del percorso escursionistico usata normalmente nella nazione in cui avviene l’escursione (Es CAI, CAS, UIAA, ecc)
    • Dislivelli (salita è discesa)
    • Punti di ristoro, di appoggio e sorgenti d’acqua
    • Presenza di parcheggi
    • Presenza di percorsi alternativi e vie di fuga
    • Presenza di divieti locali o stagionali
    • Lunghezza del percorso
    • Tempo di percorrenza (vedi nota *)
    • Rischi connessi al percorso
    • Accessibilità del percorso
    • Tipologia del percorso (sentiero presente e segnalato, sentiero presente ma non sempre segnalato, sentiero presente parzialmente, ecc)
  • Le risorse umane ed economiche a disposizione (Con che cosa)
  • Cartografia aggiornata (Con che cosa)
  • Sopralluogo preventivo prima della stesura finale del progetto

* Tempi di percorrenza effettivi

I tempi di percorrenza effettivi dovrebbero tenere conto di parametri, a volte sottovalutati quali tipologia e numerosità del gruppo, presenza di piccoli impedimenti quali guadi o passaggi leggermente difficili. Alcuni singoli impedimenti dal punto di vista della guida potrebbero causare un ritardo di pochi minuti o addirittura pochi secondi ma al passaggio di un intero gruppo potrebbero diventare decine di minuti e quindi al moltiplicarsi di tali impedimento il tempo totale, causato dai ritardi necessario per superare tutti questi ostacoli potrebbe essere di alcune ore con tutti i rischi connessi compreso quello di dover completare il percorso in orari per cui la luce del giorno non è garantita e tale aspetto non era previsto nel programma.

In relazione alla classificazione del percorso si consiglia di usare i fattori di classificazione del percorso escursionistico esposti nel modello di classificazione proposto dal Centro Studi Helios e dall’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC): Un approccio integrato per la classificazione dei sentieri escursionistici.

Il modello è consultabile, per i dettagli al seguente indirizzo web:

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/

Nota Ind9: Contenuti minimi del progetto di massima

Il Progetto dovrà permettere di individuare:

  • I processi (macro e micro) necessari per la realizzazione dell’evento,
  • Le Risorse umane necessarie per la messa in opera dell’evento (possibilmente con relativo organigramma e mansionario dove vengono definite le gerarchie, i compiti e le responsabilità,
  • Le attrezzature e l’equipaggiamento necessario
  • Eventuali mezzi di trasporto necessari per raggiungere il punto di inizio percorso (pubblici, privati)
  • Permessi, licenze a autorizzazioni necessarie (compreso l’analisi di eventuali ingressi privati e accesso ad aree protette)
  • Le entità effettivamente coinvolte (soggetti pubblici e privati coinvolti nella predisposizione e realizzazione del servizio)
  • I rischi e le azioni legate ai rischi di varia natura
  • Gli strumenti per la pianificazione operativa (Es: piani operativi, diagramma di gant, checklist, programma di massima, ecc)
  • Programma di massima del servizio escursionistico
  • Piano di comunicazione (attività di marketing)
  • Budget
  • I principali fattori, indicatori e standard di qualità dell’evento in relazione ai processi individuati
  • Eventuali modifiche del sentiero nel tempo e presenza di carte topografiche aggiornate
  • Le informazioni da mettere a disposizione per i partecipanti durante tutto il processo legato alla offerta escursionistica

Alcuni di questi aspetti (risorse, predisposizione delle attrezzature e dell’equipaggiamento, programma definitivo, marketing promozionale, budget effettivo, ecc) potranno essere perfezionati/aggiornati durante il processo di pianificazione operativa in sede di messa in opera dell’evento

Il progetto finale dovrà rispettare i requisiti indicati nella stesura degli elementi in ingresso e fare riferimento ai requisiti di monitoraggio e valutazione dell’evento.

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Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/ https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/#respond Wed, 28 Apr 2021 18:09:30 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8372 L'articolo Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici

(Versione Beta)

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Nota: Articolo estratto dal corso  SPE57: Sentierologia (20 ore)

Le classificazioni CAI, CAS ed altre sistemi di classificazioni similari di norma usati, indicano un valore complessivo associato al percorso escursionistico (rappresentato in genere da una sigla), che caratterizza la tipologia del sentiero classificato. Tali classificazioni potrebbero essere integrate da una ulteriore classificazione che fa utilizzo di un simbolismo grafico che permette di fornire ulteriori informazioni sui singoli aspetti che caratterizzano il sentiero.

Il Metodo “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici”,  è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali, ed è aperto al contributo di tutti gli stakeholder interessati (è possibile inviare i propri contributi a info@aiptoc.it)

In ambito internazionale da anni si utilizza un approccio che punta a classificare i percorsi escursionisti andando a misurare singoli criteri che poi saranno utilizzati per le valutazioni di merito, sia da parte degli organizzatori del servizio escursionistico (ad esempio per la valutazione dei rischi e la scelta di polizze assicurative più adeguate al tipo di servizio turistico offerto) sia da parte dei potenziali partecipanti che potranno avere a disposizione un numero maggiori di informazioni per una scelta più accurata e adeguata alle proprie capacità.

L’approccio integrato presentato in questa sede prende spunto dalla norma ABNT NBR 15505-2, ampliandola e adattandola al processo di valutazione dei rischi in ambito escursionistico ed alle esigenze di offrire un servizio quanto più possibile rispettoso dei principi di accessibilità. Un articolo di approfondimento: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici, e consultabile al seguente indirizzo web: https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Classificazione ABNT NBR 15505-2

Il Brasile, è considerato leader nella definizione di standard normativi nel settore del Turismo d’avventura, sono svariate decine le norme tecniche emanate da ABNT – Associazione degli Standard tecnici. Alcuni di questi standard sono diventati successivamente norme ISO, quindi norme riconosciute a livello internazionale, altre sono destinate a diventarle, tra queste, la norma ABNT NBR 15505-2 “Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso” (Turismo con attività a piedi. Parte 2: Classificazione dei percorsi).

Infatti la norma ABNT NBR 15505-2 è la base portante della norma internazionale, ancora in fase di discussione, ISO/CD 3021 “Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements and routes’ classification”.

La norma ABNT NBR 15505-2, pubblicata la prima volta nel febbraio 2008 ed in seconda edizione nel settembre 2019, si applica alle escursioni offerte come prodotto turistico e destinate a un cliente comune: adulto, persona non sportiva e con bagaglio leggero.

L’utilizzo della norma ABNT NBR 15505-2 ha diversi vantaggi:

  • Facilita l’accesso alle informazioni da parte dei partecipanti alle escursioni,
  • Consente una migliore pianificazione da parte degli organizzatori
  • Permette una concezione più organizzata del servizio escursionistico, facilitando la comunicazione del servizio stesso e la commercializzazione
  • Fornisce informazioni più coerenti per stabilire quali polizze assicurative sono più adatte ai vari percorsi escursionistici,
  • Consente l’analisi degli incidenti in modo più preciso.

Si consiglia di utilizzare l’approccio metodologico indicato dalla norma NBR 15505-2 in quanto tali principi saranno probabilmente adottati nelle future norme ISO che diventeranno, nei prossimi anni, gli standard internazionali di riferimento.

In un mercato globale, in cui la clientela proviene da tutto il mondo è strategico, soprattutto dal punto di vista commerciale e della comunicazione, utilizzare un linguaggio comune che non sia limitato al proprio paese di origine.

La norma NBR 15505-2 utilizza quattro criteri, ciascuno con un punteggio da 1 a 5, che deve essere valutato per ogni sezione del percorso:

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Premessa all’approccio integrato

Al fine di individuare alcuni dei fattori associati ai vari criteri che fanno parte dell’approccio presentato in questa sede, potrà essere necessario calcolare le probabilità che un determinato evento (pericolo) possa avvenire (ad esempio eventi legati alle intemperie o alla presenza di animali o altri tipi di pericoli). A tal proposito si veda l’articolo : Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici

Note metodologiche

La proposta di classificazione presentata in questa sede si basa, come approccio metodologico, a quanto previsto dalla norma NBR 15505-2; ai 4 fattori previsti da tale norma vengono aggiunti ulteriori due criteri, di cui 1 (Accessibilità del percorso) a sua volta suddiviso in 4 sottocriteri.

Pertanto i fattori che prenderemo in considerazione sono i seguenti:

  1. Gravità dell’ambiente
  2. Orientamento sul percorso
  3. Condizioni del terreno
  4. Intensità dello sforzo fisico
  5. Contatti con l’ambiente (Rischi da contatti con rettili, animali, insetti e flora)
  6. Accessibilità del percorso
    • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina (bisogni motori con presenza di carrozzine)
    • A2: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)
    • A3: Accessibilità visiva (bisogni sensoriali di tipo visivo)
    • A4: Accessibilità uditiva (bisogni sensoriali di tipo uditivo)

Inoltre i fattori individuati per ogni criterio prendono spunto ma non coincidono necessariamente con quelli indicati dalla norma brasiliana. In particolare si cercherà di collegare i criteri ai pericoli in ambito escursionistico prendendo in considerazione alcuni aspetti non trattati dalla norma brasiliana.

Procedimento per la classificazione dei sentieri

  • Il sentiero da classificare deve essere suddiviso in sezioni per valutare ogni criterio.
  • Una sezione è una parte del sentiero con caratteristiche tali da poter essere considerato a sua volta un percorso autonomo.
  • Ogni sezione, nessuna esclusa, deve essere valutata per ognuno dei criteri. Ad ogni criterio viene assegnato un valore su una scala da 1 a 5.
  • Il valore finale assegnato a ciascun criterio per l’intero sentiero, sarà quello più alto tra quelli assegnati alle singole sezioni. Di conseguenza l’inclusione o l’esclusione di una sezione può modificare la classificazione dell’intero percorso.
  • Il risultato finale sarà presentato con modalità grafiche e colori tali da facilitare la lettura del risultato della classificazione effettuata.
  • Lo stesso sentiero, in funzione della stagione potrà presentare una classificazione diversa

Analizziamo i singoli criteri.

  1. Gravità dell’ambiente

Gravità dell’ambiente: si riferisce ai pericoli e alle altre difficoltà derivanti dall’ambiente naturale, che si possono incontrare lungo il percorso.

Lo schema proposto in questa sede elenca 23 fattori (lo standard NBR 15505-2 ne presenta 20) che, se presenti sul sentiero, dovrebbero essere conteggiate cumulativamente. In ogni sezione, ogni fattore viene conteggiato una sola volta, indipendentemente dalla sua probabilità e presenza in una parte maggiore o minore del percorso. Se il sentiero (o una sezione di esso) contiene fino a 3 fattori, riceve il punteggio 1 (Poco grave), se ha almeno 13 fattori, il punteggio assegnato è 5 (Molto severo).

Devono essere considerati i seguenti fattori

  1. Pericolo da caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause esterne o ambientali)
  2. Pericolo di caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause dovute a persone del gruppo o esterne al gruppo)
  3. Pericolo di cadute o scivolamenti lungo il sentiero nel vuoto o nei pressi di un forte pendio
  4. Pericolo di cadute in acqua lungo il sentiero
  5. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti permanentemente scivolosi, rocciosi o allagati durante il percorso
  6. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti scivolosi, allagati a causa della pioggia o per la presenza di ghiaccio durante il percorso
  7. Pericoli derivanti dal superamento di ostacoli quali fiumi o altri specchi d’acqua al guado (senza ponte)
  8. Pericoli derivanti dall’esposizioni a temporali o forte piogge (fulmini, valanghe, esondazioni)
  9. Pericoli derivanti dall’esposizioni a venti forti
  10. Pericoli derivanti dall’aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  11. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare insolazione (colpo di sole) o ipertermia (colpo di calore) (temperature superiori ai 32°, eccessiva umidità, lunghi tratti soleggiati, ecc)
  12. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono condurre a disidratazione (temperature superiori ai 32°, lunghi tratti senza accesso ad acqua potabile, ecc)
  13. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare ipotermia (temerature rigide, presenza di ghiaccio, neve, venti freddi, ecc)
  14. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono ridurre la visibilità (nebbia, foschia, forte pioggia, ecc) con conseguente possibile difficoltà di orientamento o la localizzazione delle persone in qualche parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti)
  15. Pericoli derivanti dalla presenza di una fitta vegetazione o un terreno irregolare che può rendere difficile l’orientamento o la localizzazione delle persone in qualsiasi parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti);
  16. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti che potrebbero indurre vertigini (acrofobia)
  17. Pericoli derivanti dalla necessità di superare tratti con la presenza di traffico veicolare (incidenti)
  18. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti ad alto rischio incendio
  19. Tempo di svolgimento dell’attività pari o superiore a 1 h di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  20. Tempo per svolgere l’attività pari o superiore a 3 ore di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  21. Differenza tra il tempo necessario per completare il percorso e il numero di ore di luce diurna rimanenti a fine giornata (disponibile nel periodo dell’anno considerato) è inferiore a 3 h;
  22. Esistenza di passaggi dove è necessario l’uso delle mani per procedere sul percorso;
  23. Alta probabilità che l’umidità relativa dell’aria sia inferiore al 30%

Il risultato sarà espresso attraverso la seguente tabella:

  1. Orientamento sul percorso

Orientamento sul percorso: si riferisce al grado di difficoltà per l’orientamento, come presenza di segnaletica, sentieri ben segnalati, presenza di punti di riferimento, per completare il percorso;

La norma NBR 15505-2 considera 5 scale di difficoltà, partendo dalla situazione più comoda “Percorsi e incroci ben definiti” (punteggio 1) a quella più complessa che richiede la navigazione per utilizzare percorsi alternativi e precedentemente sconosciuti (punteggio 5)

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni dell’itinerario secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla facilità di orientamento per percorrerlo.

  1. Condizioni del terreno

Condizioni del terreno: si riferisce agli aspetti riscontrati sul percorso in relazione al pavimento e alle condizioni per coprirlo, come tipi di pavimenti, sezioni con ostacoli, sezioni con pietre sciolte, ecc.

Se il sentiero è costituito da strade e corsie per veicoli, sentieri con gradini piatti e regolari o spiagge (sabbia o ghiaia) con terreno pianeggiante e solido, il punteggio assegnato sarà 1 (Percorso su superfice piane) il punteggio sale man mano che peggiora la condizione del terreno fino ad arrivare a 5 (Tecniche per arrampicata o progressione verticale).

La classificazione prevista dallo standard NBR 15505-2 per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni del terreno secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla difficoltà di percorrerlo, con riguardo alle condizioni del terreno, ostacoli ed altre condizioni.

4) Intensità dello sforzo fisico

Intensità dello sforzo fisico: si riferisce alla quantità di sforzo fisico richiesto per completare il percorso, tenendo conto della lunghezza e dei dislivelli (in salita e in discesa).

L’indice dello sforzo fisico è misurato in ore e corrisponde al tempo necessario per percorrere l’intero percorso escursionistico al netto delle pause intermedie.

Per il calcolo del tempo di percorrenza si possono usare vari metodi, noi consigliamo il “metodo brasiliano” in quanto è quello che si ispira a quanto proposto dalla norma brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso

Per i dettagli seva l’articolo: Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata stimando lo sforzo fisico (tempo di percorrenza) richiesto per completare il percorso utilizzando tabella seguente.

5) Contatti con l’ambiente

Questo criterio, non previsto dalla norma brasiliana, viene proposto al fine di inserire, tra le informazioni da dare al partecipante, la presenza di rischi dovuti a contatti con rettili, animali, insetti o flora.

Un elenco di possibili pericoli derivanti dal contatto con rettili, animali, insetti e flora è il seguente:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione

Si richiama brevemente in questa sede quanto indicato nel metodo da noi proposto per la valutazione del rischio in ambito escursionistico che è possibile consultare al seguente indirizzo web: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici:

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata calcolando il rischio per ognuno dei possibili pericoli presenti nel percorso utilizzando il metodo della matrice del rischio. In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto del Rischio iniziale Ri senza tenere conto del fattore di moltiplicazione T e del fattori di riduzione FR.

Pertanto la matrice del rischio da prendere in considerazione per la classificazione di questo criterio è al momento:

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata tenendo conto del valore del rischio iniziale utilizzando tabella seguente.

  1. Accessibilità del percorso

Il concetto di accessibilità, se considerato nel suo significato più profondo è molto ampio per capirlo vediamo alcune definizioni a riguardo:

Turismo Accessibile: Turismo capace di confermare le aspettative ad esso riferibili da tutte le parti interessate con particolare riferimento a quelle parti che esprimono aspettative legate a bisogni speciali.

Bisogni speciali: I bisogni speciali sono legati a difficoltà permanenti o temporanee di vario tipo.

Un elenco non esaustivo di bisogni speciali è il seguente:

  • Bisogni motori (mobilità ridotta, obesità, presenza di persone con carrozzine, ecc.)
  • Bisogni sensoriali di tipo visivo
  • Bisogni sensoriali di tipo uditivo
  • Alimentari (allergie e intolleranze alimentari)
  • Economici (limitate disponibilità economiche)
  • Ambientali (allergie, patologie che comportano particolari esigenze climatiche, ecc.)

Altri bisogni specifici possono scaturire da altri elementi come la presenza di un’utenza particolare:

  • Bambini
  • Anziani
  • Persone con disabilità mentale o psichica
  • Animali domestici, ecc.

In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto dei seguenti bisogni, che diventao i sotto criteri del criterio “Accessibilità”:

A1: Accessibilità su carrozzina: Bisogni motori con presenza di carrozzine

A2: Accessibilità ridotta: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)

A3: Accessibilità visiva: Bisogni sensoriali di tipo visivo Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision

A4: Accessibilità uditiva: Bisogni sensoriali di tipo uditivo

Di seguito un elenco non esaustivo di indicatori utili a valutare il livello di accessibilità in caso di bisogni motori o sensitivi

Indicatori legati a bisogni di tipo motorio

  • Indicatori associati ad eventuali strutture di supporto (punti informativi, ristorazione, ricettività, centri ricreativi, strutture (eco)museali, centri di educazione ambientale, capanni, ecc)
    • Percorso agevole per accedere alla struttura (larghezza minima di 90 cm e spazi per l’inversione di marcia)
    • Porte e passaggi di ingresso accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 80 cm)
    • Porte e passaggi negli ambienti interni accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 75 cm e dislivelli non superiori a 2,5 cm)
    • Pavimenti antisdrucciolevoli
    • Presenza di bagni per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione apparecchi sanitari a norma)
    • Presenza di ascensori per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione comandi a norma)
  • Parcheggi per disabili adeguatamente segnalati in prossimità degli ingressi
  • Indicatori associati alla mobilità del percorso
    • Tipologia del percorso (pianeggiante, con pendenze, ombreggiato)
    • Tipologia del fondo del percorso: strade, sentieri, presenza di elementi che rendono poco agevole il percorso: pietroso, con ghiaia, sabbia, erba, fango, ecc)
    • Presenza di ostacoli: buche vegetazione, pietre, gradini, ponticelli, muretti, ecc)
    • Pendenza non eccessiva (dal 7 al 12%)
    • Presenza di panchine
    • Presenza di panchine dotate di braccioli ai lati
    • Presenza di corrimano lungo il sentiero
    • Presenza di Fontanelle
    • Presenza di servizi igienici
    • Presenza di servizi igienici per disabili
    • Larghezza del percorso o dei varchi di accesso adeguati alle sedie a rotelle
  • Presenza di personale medico
  • Presenza di personale infermieristico
  • Presenza di personale veterinario (per i cani guida)
  • Presenza di assistenza per le persone con difficoltà motorie

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (vista)

  • Presenza di segnaletica e mappe tattili
  • Presenza di informazioni in braille
  • Presenza di audio guide

 

Tabella in braille sul faggio secolare (Riserva Naturale del Lago di Vico – Lazio).

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (udito)

  • Video guide con scrittura o LIS
  • Presenza di adeguata segnaletica visiva
  • Presenza di personale esperto in LIS

Per ogni bisogno, l’organizzazione che offre il servizio escursionistico, dovrebbe valutare il livello di accessibilità fornendo un valore da 1 a 5 secondo quanto indicato nella tabella seguente:

Comunicazione dei Criteri

La simbologia da usare in sede di comunicazione del sentiero ai potenziali partecipanti è indicata dalla stessa norma norma NBR 15505-2 relativamente ai 4 criteri proposti dalla stessa norma.

 

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Abbiamo voluto aggiungere ulteriori simboli

Contatti con l’ambiente Simbolo di pericolo, colore: rosso su bianco, autoadesivo, confezione da 6 pezzi: Amazon.it: Fai da te

Accessibilità barriere_architettoniche_e_accessibilita

A sua volta distinto in:

  • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina
  • A2: Accessibilità per mobilità ridotta:
  • A3: Accessibilità visiva: Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision
  • A4: Accessibilità uditiva:

Nota: in questa fase iniziale della proposta, gli ultimi 6 simboli sono da considerarsi solo a titolo provvisorio e informativo

L’elenco delle informazioni da fornire al potenziale partecipante dovrebbe contenere, tra l’altro, anche delle tabelle dove oltre a riportare i simboli su indicati, riportano i valori dei criteri a loro associati. Tali valori sono da 1 a 5 e indicano al crescere degli stessi numeri il livello di pericolo, le difficoltà associate o il livello di accessibilità.

Il criterio dell’accessibilità dovrebbe avere associati 4 valori tanto sono i sottocriteri valutati.

Es:

Criteri di accessibilità

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

Percorsi Formativi Professionalizzanti e Tematici (Corsi Base o di aggiornamento) riconosciuti da AIPTOC – Area Ambiente

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Corsi Professionalizzanti 

Corsi Base e di Aggiornamento 

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Educatore Ambientale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza https://www.aiptoc.it/educatore-ambientale-requisiti-di-conoscenza-abilita-e-competenza/ Sun, 28 Feb 2021 14:13:18 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=7977 L'articolo Educatore Ambientale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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Educatore Ambientale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Pubblicato lo schema di riferimento dei Requisiti di conoscenza, abilità e competenza della figura professionale “Educatore Ambientale”.  Lo schema, a cui ha contribuito l’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC) che ha fornito, il suo contributo scientifico culturale, è stato elaborato in conformità al Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAH-CF) ed è sottoposto a inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. 

L’Educatore Ambientale  è una figura professionale altamente specializzata, che si focalizza sulla sensibilizzazione e sull’istruzione riguardo le tematiche ambientali e lo sviluppo sostenibile. Le sue competenze abbracciano vari aspetti, dalla conoscenza approfondita degli ecosistemi e della biodiversità, alla capacità di promuovere pratiche sostenibili, fino alla ricerca e alla valorizzazione dei beni ambientali.

Le aree di competenza dell’Educatore Ambientale includono:

  1. Individuazione e Conoscenza: Capacità di identificare gli elementi chiave degli ecosistemi, comprendere le interazioni tra specie e l’impatto delle attività umane sull’ambiente.

  2. Protezione e Ricerca: Impegno nella tutela dell’ambiente attraverso la ricerca scientifica e l’applicazione di metodi e tecniche per la conservazione.

  3. Valorizzazione: Promozione del patrimonio naturale come risorsa preziosa che necessita di conservazione e attenzione.

  4. Formazione ed Educazione: Sviluppo e attuazione di programmi educativi mirati a diverse fasce di età, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza ambientale e promuovere comportamenti sostenibili.

  5. Promozione dello Sviluppo Sostenibile: Incoraggiamento di pratiche che bilanciano le esigenze economiche, sociali e ambientali per le generazioni presenti e future.

L’Educatore Ambientale può essere un dipendente o un lavoratore autonomo che fornisce le sue prestazioni in una varietà di contesti, dai centri di educazione ambientale ai parchi e riserve naturali, dalle istituzioni educative alle organizzazioni non profit e enti locali.

La sua attività può variare da lezioni teoriche a laboratori pratici, da escursioni guidate a campagne di sensibilizzazione, sempre con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza e il rispetto per l’ambiente.

La figura dell’Educatore Ambientale è fondamentale in un’epoca in cui le questioni ambientali sono sempre più pressanti. Attraverso il loro lavoro, gli educatori ambientali non solo trasmettono conoscenze importanti, ma ispirano anche un cambiamento positivo nel comportamento individuale e collettivo verso un futuro più sostenibile.

Per i contenuti di dettaglio dello schema: Educatore Ambientale: Schema di riferimento

Differenza tra Educatore Ambientale e le figure di Educatore professionale socio-pedagogico, pedagogista 

L’educatore socio-pedagogico e l’educatore ambientale sono due figure professionali distinte che operano in ambiti specifici, ognuna con obiettivi e metodi educativi propri. Di seguito vengono descritte le principali differenze tra queste due figure:

Educatore Socio-Pedagogico

  1. Ambito di intervento: L’educatore socio-pedagogico opera principalmente nel settore sociale ed educativo, rivolgendosi a bambini, adolescenti, adulti e anziani. Il suo intervento è volto a promuovere il benessere, l’integrazione sociale e lo sviluppo personale degli individui, specialmente di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità o disagio.

  2. Obiettivi: Gli obiettivi includono il supporto allo sviluppo delle competenze sociali, emotive e cognitive, il rafforzamento dell’autostima, la prevenzione del disagio sociale e la promozione dell’integrazione e dell’inclusione.

  3. Metodi e strumenti: Utilizza metodologie educative, tecniche di counseling, attività di gruppo e individuali, laboratori espressivi e ludico-creativi, programmi di formazione e orientamento, per favorire l’apprendimento e il miglioramento della qualità di vita degli individui.

Educatore Ambientale

  1. Ambito di intervento: L’educatore ambientale si concentra sull’educazione ambientale e sulla sensibilizzazione riguardo le tematiche legate alla sostenibilità, alla conservazione della natura e alla promozione di stili di vita sostenibili. Il suo pubblico può variare dai bambini agli adulti, in contesti formali (scuole) e informali (parchi, riserve naturali, comunità).

  2. Obiettivi: Gli obiettivi principali sono aumentare la consapevolezza ambientale, promuovere atteggiamenti e comportamenti rispettosi dell’ambiente, educare alla sostenibilità e alla biodiversità, e incoraggiare azioni concrete a favore dell’ambiente.

  3. Metodi e strumenti: Impiega attività didattiche all’aperto, escursioni, laboratori pratici, progetti di citizen science, giochi e simulazioni, per insegnare concetti ecologici e ambientali in modo interattivo e coinvolgente.

In sintesi, mentre l’educatore socio-pedagogico si focalizza sullo sviluppo sociale ed educativo dell’individuo e sul suo benessere all’interno della società, l’educatore ambientale mira a instillare una maggiore consapevolezza e responsabilità ambientale, educando al rispetto e alla tutela dell’ambiente naturale. Entrambe le figure professionali sono fondamentali per promuovere una società più equa, inclusiva e sostenibile.

Elementi di riflessione per le figure indicate nella LEGGE 27 dicembre 2017, n. 205

La legge 205/2017 al comma 594 stabilisce i requisiti per ottenere la qualifica di:

  • Educatore professionale socio-pedagogico
  • Pedagogista

Per quanto riguarda le prime due figure la legge stabilisce che operano nei  servizi  e  nei  presidi   socio-educativi   e socio-assistenziali,  nei  confronti  di  persone   di   ogni   eta’, prioritariamente  nei  seguenti  ambiti:   educativo   e   formativo; scolastico;   socio-assistenziale,   limitatamente    agli    aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e  della  famiglia;  culturale; giudiziario; ambientale;  sportivo  e  motorio;  dell’integrazione  e della cooperazione internazionale.  

1)  servizi  e   presidi  presidi   socio-educativi   e socio-assistenziali. 

I presidi socio-educativi e socio-assistenziali sono strutture e servizi destinati a fornire supporto, assistenza, educazione e integrazione a individui e gruppi che si trovano in situazioni di vulnerabilità o bisogno. Questi presidi mirano a promuovere il benessere sociale, l’educazione e l’inclusione di persone di tutte le età, dalla prima infanzia alla terza età, attraverso interventi mirati e personalizzati. Di seguito vengono descritte le caratteristiche principali di entrambi:

  1. Presidi socio-educativi: Questi presidi si concentrano sull’educazione e lo sviluppo personale e sociale degli individui. Spesso sono rivolti a bambini, adolescenti e giovani adulti, ma possono anche includere programmi per adulti e anziani. Gli obiettivi principali includono il sostegno educativo, la prevenzione del disagio giovanile, la promozione dell’integrazione sociale e il rinforzo delle competenze personali e sociali. Esempi di presidi socio-educativi possono includere centri diurni per minori, laboratori educativi, centri di aggregazione giovanile e programmi di formazione e orientamento.

  2. Presidi socio-assistenziali: Questi servizi si focalizzano sull’assistenza e il supporto a persone che si trovano in situazioni di fragilità, come anziani, disabili, famiglie in difficoltà economica o sociale, e immigrati. Gli obiettivi includono la tutela della salute, il sostegno alla domiciliarità, l’integrazione sociale, e l’assistenza nelle attività quotidiane. Esempi di presidi socio-assistenziali possono essere i servizi di assistenza domiciliare, i centri di accoglienza per persone senza fissa dimora, le case famiglia per minori, e le strutture residenziali per anziani o persone con disabilità.

In entrambi i casi, l’approccio utilizzato è generalmente multidisciplinare e personalizzato, basato sulle specifiche esigenze dell’individuo o del gruppo target. Questi presidi possono essere gestiti da enti pubblici, come i comuni o le regioni, o da organizzazioni del terzo settore, come associazioni, cooperative sociali e enti religiosi, spesso in collaborazione con le istituzioni pubbliche. L’obiettivo finale è quello di garantire la protezione sociale, promuovere l’inclusione e migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità.

2)  A proposito dell’articolo 594 della Legge 205/2017.

Riportiamo per chiarezza l’intero articolo 594 

“594. L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nell’ambito educativo, formativo e pedagogico, in rapporto a qualsiasi attivita’ svolta in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, in una prospettiva di crescita personale e sociale, secondo le definizioni contenute nell’articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, perseguendo gli obiettivi della Strategia europea deliberata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000. Le figure professionali indicate al primo periodo operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni eta’, prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale. Ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4, le professioni di educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista sono comprese nell’ambito delle professioni non organizzate in ordini o collegi.”

Il comma individua due aspetti: 

a) I settori in cui operano  le figure professionali di “Educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista”:  servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali

b) gli ambiti prioritari: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale.

A nostro avviso non va confuso l’ambito di riferimento con il fatto che negli stessi ambiti possono operare altre figure professioni distinte dall’Educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista, solo a titolo di esempio: Educatore ambientale,  Educatore Sportivo, Educatore Motorio, Educatore alla Cooperazione Internazionale o altri educatori che operano in questi ambiti.

Questo aspetto è fondamentale per comprendere che, sebbene gli ambiti di intervento possano sovrapporsi, le competenze e gli approcci metodologici possono variare significativamente a seconda della figura professionale.

La legge 205/2017 al comma 596 stabilisce inoltre i requisiti per ottenere la qualifica di Educatore professionale socio-sanitario, figura che non approfondiamo in questo contesto. 

Per approfondimenti: Tel. 0932 1847122 info@aiptoc.it

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Sviluppo sostenibile e Agenda 2030 https://www.aiptoc.it/sviluppo-sostenibile-e-agenda-2030/ https://www.aiptoc.it/sviluppo-sostenibile-e-agenda-2030/#respond Tue, 10 Nov 2020 09:16:40 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8882 L'articolo Sviluppo sostenibile e Agenda 2030 proviene da AIPTOC.

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Sviluppo sostenibile e Agenda 2030 

Sviluppo sostenibile

Prima di arrivare al concetto di turismo sostenibile è utile ricordare un concetto più generale di “sviluppo sostenibile” definito nel famoso Rapporto Brundtland nel 1987: “Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.

Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente.

La comunità degli Stati ha approvato l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi, i quali mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico. Inoltre riprendono aspetti di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile quali l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030.

I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030. Tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, sociale ed ecologica. Per la prima volta, un solo documento programmatico riunisce lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà.

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dovranno essere realizzati entro il 2030 a livello globale da tutti i Paesi membri dell’ONU. Ciò significa che ogni Paese del pianeta è chiamato a fornire il suo contributo per affrontare in comune queste grandi sfide. Anche la Svizzera è tenuta ad attuare gli obiettivi a livello nazionale. Inoltre si dovranno trovare incentivi per incoraggiare gli interlocutori non governativi a partecipare in modo più attivo allo sviluppo sostenibile.

Ecco una breve panoramica dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

  1. Porre fine alla povertà in tutte le sue forme

Ad oggi sono ancora molte le persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno; un fenomeno ingiusto per la dignità di qualsiasi essere umano che può giungere al termine con la cooperazione tra Paesi e l’implementazione di sistemi  e misure sociali di protezione per tutti.

  1. Azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile

Ognuno di noi ha diritto ad avere cibo sufficiente per tutto l’anno: un concetto elementare ma ancora trascurato. Tuttavia lo si può affermare, ad esempio, con sistemi di coltivazione e produzione di cibo sostenibili e mantenendo intatto l’ecosistema e la diversità di semi e di piante da coltivare.

  1. Garantire le condizioni di salute e il benessere per tutti a tutte le età

Monito basilare è la riduzione del tasso mondiale di mortalità materna e impedire la morte di neonati e di bambini sotto i 5 anni per cause prevenibili.  In che modo? Ad esempio, assicurando l’assistenza sanitaria per tutti e supportando la ricerca e sviluppo di vaccini e medicine per malattie trasmissibili o meno.

  1. Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti

L’istruzione può davvero garantire ai giovani un futuro migliore. Un passo in avanti è fare in modo che tutti, uomini e donne, possano leggere e scrivere, eliminando ogni forma di discriminazione di genere e promuovendo un accesso paritario a tutti i livelli di educazione accompagnato da un’elevata qualità degli insegnanti.

  1. Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne

Ancora oggi vengono perseguite discriminazioni verso il genere femminile: sradicare ogni forma di violenza contro le donne nella sfera privata e pubblica, così come il loro sfruttamento sessuale è fondamentale.

  1. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e condizioni igieniche per tutti

L’acqua è fonte di vita ed è necessario che questa sia accessibile a chiunque. Un’affermazione che sprona a garantire entro il 2030 l’accesso universale all’acqua pulita e potabile, e a garantire adeguate condizioni igieniche con particolare attenzione alle persone più vulnerabili.

  1. Assicurare l’accesso all’energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti

Ad oggi, i sistemi energetici sono elemento fondamentale per la vita quotidiana di tutti noi: per questo una tappa importante è quella di renderli accessibili a tutti.

  1. Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro decoroso per tutti

Il lavoro ci dà la possibilità di vivere la nostra vita dignitosamente: sostenere la crescita economica e raggiungere alti livelli di produttività possono aiutare la nostra sopravvivenza.

  1. Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione sostenibile e inclusiva e favorire l’innovazione

Sia le infrastrutture che l’industria sono importanti per supportare l’intero sviluppo economico e il nostro benessere divenendo sostenibili ed affidabili con lo sviluppo tecnologico e la ricerca.

  1. Riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi

Ogni Paese dovrebbe avere pari opportunità e diritti a livello economico e globale: per questo è necessario che sia raggiunta e sostenuta la crescita del reddito interno. Per andare in questa direzione urge che entro il 2030 vengano promosse politiche fiscali, salariali, di protezione che assicurino gradualmente una maggiore uguaglianza tra la popolazione.

  1. Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili

L’ambiente che ci circonda può influire drasticamente sulle nostre abitudini e stili di vita. Per questo il miglioramento in ottica sostenibile dei nostri spazi vitali è un obiettivo imprescindibile entro il 2030.

  1. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili

Il nostro pianeta ha bisogno di essere rispettato e salvaguardato: in quest’ottica entro il 2030 è importante ridurre gli sprechi e le sostanze chimiche rilasciate soprattutto dalle grandi aziende multinazionali tramite politiche sostenibili e improntate sul riciclaggio dei prodotti.

  1. Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto

I cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno e balzano agli occhi di tutti: una situazione che non può più essere ignorata e che deve essere affrontata entro il 2030 con politiche e strategie globali sostenibili in modo da arginare i rischi ambientali e gli effettivi disastri naturali.

  1. Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile

La conservazione e lo sfruttamento sostenibile degli oceani, dei mari e di tutte quelle risorse al loro interno sono importanti per la nostra vita: la riduzione dell’inquinamento marino, così come una gestione sostenibile dell’ecosistema e una protezione dell’ambiente subacqueo sono obiettivi necessari per salvaguardare la nostra salute.

  1. Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste, combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del territorio e arrestare la perdita della biodiversità

Preservare il nostro pianeta è un compito affidato a tutti noi e per questo motivo è necessario che entro il 2030 si persegua un’azione congiunta per proteggere, ristabilire e promuovere l’impiego sostenibile dell’ecosistema terrestre.

  1. Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, realizzare istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli

Un futuro migliore per ognuno di noi è possibile, ma solo in caso di una riduzione drastica di violenza e mortalità: una visione che oggi sembra lontana, ma tuttavia fattibile con la realizzazione entro il 2030 di società pacifiche, l’accesso alla giustizia per tutti e l’esistenza di istituzioni responsabili.

  1. Rinforzare i significati dell’attuazione e rivitalizzare le collaborazioni globali per lo sviluppo sostenibile

L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.

Tutti i paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo: ciò significa che ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’ONU.

Con l’adozione dell’Agenda 2030, i paesi si sono volontariamente sottoposti al processo di monitoraggio effettuato direttamente dalle Nazioni Unite rispetto allo stato di attuazione degli SDGs. Il luogo deputato al monitoraggio dell’Agenda è l’High Level Political Forum (HLPF), che si riunisce annualmente sotto l’egida del Comitato Economico e Sociale (ECOSOC) dell’ONU, mentre ogni quattro anni la riunione si svolge sotto l’egida dell’Assemblea Generale (GA).

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