Speciale Ambiente Archivi - AIPTOC https://www.aiptoc.it/category/sistema/speciale-ambiente/ ASSOCIAZIONE ITALIANA PROFESSIONISTI DEL TURISMO E OPERATORI CULTURALI Thu, 18 Jan 2024 09:33:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.8 Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia https://www.aiptoc.it/antichi-cammini-e-itinerari-storici-di-sicilia/ https://www.aiptoc.it/antichi-cammini-e-itinerari-storici-di-sicilia/#respond Thu, 27 Jan 2022 14:38:33 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=9138 L'articolo Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia proviene da AIPTOC.

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Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia

Siciliae Antiquae quae et Sicania et Trinacria dicta tabula geographica (1714)  

Il progetto “Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia”, a sua volta rientrante nel progetto “Heritage Sicilia”, si propone un duplice obiettivo: individuare nuovi itinerari storici (escursionistici, esperienziali ed ecomuseali) associati agli antichi cammini, e catalogare gli itinerari attualmente esistenti. Principio alla base del progetto  è sostanzialmente la creazione di itinerari turistici e culturali la cui associazione con gli antichi percorsi storici si basi su  aspetti quali: studio delle fonti bibliografiche e della cartografia storica, confronto con i siti archeologici individuati su tutto il territorio siciliano, analisi delle vie “naturali”, analisi visiva del territorio con strumenti che permettano la visione dei tracciati anche dall’alto (Google Heart),  mappatura su mappa interattiva di tutti i siti e i percorsi individuati.
Il progetto  prevede al suo interno dei sotto progetti ambiziosi quali:

  • Creazione della Carta Archeologica Multimediale  di Sicilia (approssimativamente 3.500 siti archeologici)
  • Creazione della Carta Multimediale degli Antichi Percorsi Storici di Sicilia 

Il progetto è inoltre caratterizzato dal rispetto dei seguenti principi: Condivisione e Trasparenza: I risultati dello studio sono e saranno resi pubblici e pubblicati online e messi a diposizione della comunità scientifica e della collettività compreso le informazioni sulle fonti (bibliografia e e cartografia), sulla metodologia scientifica utilizzata e sulle modalità con cui vengono individuati i singoli tratti dei vari percorsi individuati. Da questa pagina sarà possibile accedere allo stato di avanzamento del progetto e agli articoli di approfondimento ad esso correlati che saranno via via pubblicati. Il Progetto è realizzato a cura di Ignazio Caloggero e vede come Enti promotori il Centro Studi Helios e AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Per i dettagli del progetto si veda l’area dedicata sul sito “La Sicilia in rete”: Antichi Cammini e Itinerari Storici di Sicilia

 

SPCP6: Operatore del Turismo Esperienziale – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Corso STT6: Progettare le Offerte Esperienziali (20 ore). Il Corso, della durata di 20 ore, in modalità online (FAD) può essere frequentato senza vincoli di orario o luogo ed è gratuito per tutti i soci AIPTOC.

Diventa socio AIPTOC: iscriviti

Il corso è gratuito per tutti i soci dell’Associazione Italiana Professionisti  del Turismo e Operatori Culturali AIPTOC

Percorsi Formativi erogati nel rispetto dello standard: Operatore del Turismo Esperienziale (SP/TAECF/CP6): Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Area correlate: Speciale Turismo Esperienziale, “Nuovi Turismi” e Innovazione delle Competenze 

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Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici https://www.aiptoc.it/qualita-nei-servizi-escursionistici/ Thu, 27 May 2021 12:08:47 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8450 L'articolo Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura: Fattori e Indicatori della Qualità nei Servizi Escursionistici
Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement (TAEQI) nei Servizi  Escursionistici

NOTA: SCHEMA IN FASE DI RIPROGETTAZIONE!!!

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente Qualità in ambito Turistico, Artistico e dello Spettacolo – Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement (TAEQI) 

Nota: Articolo estratto dal corso  SPE43 Progettazione e Realizzazione Servizi Escursionistici di Qualità

All’interno del progetto TAEQI (Tourism, Arts and Entertainment Quality Improvement), proponiamo una bozza di studio relativo allo schema “TAEQI nei Servizi Escursionistici” (Versione Beta), che individua un insieme di fattori e indicatori della qualità relativi al settore escursionistico. Lo schema di seguito presentato e da intendere un approccio iniziale, inoltre, in questa versione, iniziale verranno applicate delle semplificazioni, al solo scopo di presentare una sintesi di quello che sarà lo schema definitivo.

Invitiamo tutti gli stakeholder del settore  (professionisti, Università, Associazioni Culturali e di Categoria, Enti gestori di Parchi e siti naturalistici, organizzazioni di promozione e sviluppo, Istituzioni) ad aderire al progetto TAEQI affinché si arrivi, in breve ad individuare la prima fase dello schema condiviso  (versione 1.0) di fattori e indicatori della qualità e soprattutto degli standard di qualità effettivi. Per informazioni ed eventuali adesioni al progetto:  info@aiptoc.it 0932 1847122 

Note metodologiche generali:

Nota 1: In questa fase della bozza della proposta (versione Beta) si escludono, salvo qualche eccezione, i fattori (e relativi indicatori) legati a quello che nel modello MICOT sono i fattori legati al Contesto. Tali fattori sono di norma esterni alle entità prese a riferimento e non sempre direttamente controllabili dai gestori delle strutture o delle offerte turistiche ma che al contempo, sono in grado di impattare sulla qualità della offerta stessa.

Nota 2: Il risultato è presentato come elenco di indicatori. In una prima fase è possibile effettuare una valutazione di massima della Qualità Globale assegnando, per ogni fattore un punteggio che può assumere tre valori: 0 (non esistente o non applicato), 1 (applicato in modo parziale), 2 (applicato in modo completo). Il punteggio totale costituirà una misurazione di massima del livello di qualità raggiunto. A partire dalla versione 1.0 verrà proposto un metodo di valutazione di tipo ponderato che cercherà di tenere conto della priorità di alcuni indicatori, del peso da associare agli indicatori non applicabili alla specifica situazione e dei valori effettivi all’interno degli standard di qualità associati ai singoli indicatori. Nelle fasi successive potranno essere individuati classi specifiche di indicatori che si differenziano in base al tipo di escursione:

  • Escursioni prettamente turistico naturalistico
  • Escursioni rientranti in programmi di valorizzazione e animazione del territorio,
  • Escursioni rientranti in campagne di educazione ambientale,
  • Escursioni rientranti in programmi di sensibilizzazione e promozione di comportamenti eco-sostenibili
  • Itinerari didattici di eco-turismo,
  • Itinerari ecomuseali
  • Escursioni con presenza di partecipanti con bisogni specifici (motorio, visivo, uditivo, ecc. )

Nota 3: Per l’individuazione dei fattori e indicatori viene utilizzata la “Tecnica dei sei passi”, ad esclusione dell’ultimo passo: “Individuazione degli standard di qualità” in quanto elemento legata ad una politica dipendente dalla singola realtà. 

Tecnica dei sei passi 

  • Passo primo: Individuazione delle Entità coinvolte
  • Passo secondo: Individuazione delle parti interessate
  • Passo terzo: Individuazione dei processi (Mappa dei Processi)
  • Passo quarto: individuazione dei fattori di qualità (dimensioni)
  • Passo quinto: passaggio dai fattori agli indicatori di qualità
  • Passo sesto: Individuazione degli standard di qualità

Per un approfondimento sulla tecnica si veda l’articolo: Fattori e indicatori di qualità: la tecnica dei sei passi

Premessa

Ricordiamo che la base di partenza di tutto il processo è la stessa definizione data al concetto di qualità:

Qualità : Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti una entità di confermare le aspettative ad essa riferibili da tutte le parti interessate

Definita cosa sia la qualità bisogna misurarla, ecco quindi la necessità di individuare oltre all’entità a cui va applicato il concetto di qualità e le parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni in funzione dell’entità) anche  i fattori di qualità.

I fattori della qualità dovranno essere poi trasformati in indicatori misurabili per poter effettuare dei confronti. È attraverso l’applicazione di questi fattori che si dà conferma alle aspettative delle varie parti interessate.

Il passaggio finale consiste nella definizione degli standard di qualità del servizio erogato, ossia il livello di qualità che la struttura si impegna a mantenere.

1) Individuazione delle Entità coinvolte

Si tratta di individuare l’entità o le entità a cui va applicata la qualità e che devono possedere le caratteristiche che dovranno confermare le aspettative di tutte le parti interessate. Nel nostro caso, restringendo di molto il cerchio, l’entità è la stessa Escursione compreso tutti i servizi accessori forniti all’interno o in concomitanza del servizio offerto. In caso di Offerta Integrata globale con servizi/attrazioni offerti dalla rete e non inglobati nell’evento (ricettività, ristorazione, trasporti, servizi sussidiari, ecc) il concetto di qualità andrebbe applicato, laddove possibile, a tutte le altre entità coinvolte.

In realtà una applicazione approfondita del concetto di entità coinvolte dovrebbe tenere conto di tutte le altre entità che influiscono sulla qualità finale, tra cui:

  • Le infrastrutture esterne: viabilità, trasporti pubblici, ecc (di cui comunque forniremo alcuni degli indicatori più significativi);
  • Gli organismi statali e non che hanno il diretto controllo del territorio (parco, riserva, ecc) in cui si svolge l’escursione
  • Lo stato e le sue dirette emanazioni (regione, provincia, comune) che ha il compito di legiferare e di fare applicare le leggi di tutela dei naturalistici e ambientali (e anche di quelli culturali in genere), del codice del turismo o che regolamentano alcuni aspetti della fruizione turistica del territorio.

2) Individuazione delle parti interessate

Si tratta di individuare tutte le parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni) in funzione dell’entità. Abbiamo già visto un elenco non esaustivo, lo rivediamo per meglio memorizzarlo:

Stakeholder esterni

  • Partecipanti (fruitori del servizio)
  • Autorità di tutela e controllo ambientale
  • Servizi di emergenza
  • Fornitori
  • Enti pubblici e privati coinvolti (in particolare in caso di eventi all’interno di parchi, riserve e altri siti naturalistici coinvolti)
  • Eventuali Sponsor
  • Le Generazioni future (impatto ambientale, tutela del patrimonio culturale eventualmente coinvolto, ecc)

Stakeholder interni (chi siamo come parti interessate)

  • Organizzatore dell’offerta
  • Team Operativo
  • Altri partner della governance

3) Individuazione dei processi (Momenti dell’esperienza dell’utente)

Si tratta sostanzialmente di individuare e definire tutti i processi che interessano l’intero ciclo di vita dell’evento preso in considerazione (escursione)

In sostanza l’organizzatore dell’evento deve individuare i processi di propria pertinenza, che comportano come risultato finale (output) l’erogazione dell’offerta costituita dall’evento compreso tutti i servizi ausiliari e di supporto. Molti processi pur apparentemente non legati alla fruizione diretta da parte degli spettatori possono inficiare il risultato finale.

Per ogni tipologia di attività o servizio individuato occorre analizzare:

  • le principali caratteristiche delle attività erogate;
  • le modalità di erogazione;
  • la tipologia dei partecipanti

Tale analisi fornisce i dati e le informazioni necessarie per l’attuazione delle successive azioni finalizzate all’elaborazione degli standard di qualità.

Questo si ottiene ripercorrendo l’esperienza del fruitore del servizio e analizzando tutti i momenti a partire dall’arrivo sul punto di ritrovo (accesso nei pressi del punto di ritrovo, parcheggio) fino alla sua partenza (arrivo al traguardo a e partenza).

A titolo esemplificativo ecco alcuni, non esaustivi “momenti dell’esperienza del fruitore del servizio escursionistico:

  • M1: Ricerca delle Informazioni relative all’offerta escursionistica
  • M2: Prenotazione (eventuale) o Acquisto
  • M3: Arrivo presso il punto di incontro e controlli iniziali (Check-in)
  • M4: Fruizione dell’offerta escursionistica
  • M5: Partenza (Check-out)

Andrebbero anche presi in considerazioni, laddove possibile, altri momenti quali:

  • M6: Fruizione spazi comuni (servizi igienici, parcheggio, pulizia e gestione spazi comuni)
  • M7: Fruizione eventuali servizi di supporto (ristorazione, ricettività, trasporto)
  • M8: Fruizione di altre attrattive correlate all’evento

In realtà i momenti suddetti sono quelli per cui c’è la percezione diretta da parte del partecipante della qualità del servizio, i reali momenti da analizzare per cui si rende necessario individuare indicatori di qualità sono anche quelli precedenti che pur non presentando un diretto contatto con il “cliente” influenzeranno la qualità globale del servizio (analisi del contesto, progettazione, pianificazione, ecc.)

4) Individuazione dei fattori di qualità (dimensioni)

Una volta stabiliti tutti i processi di propria pertinenza, che comportano come risultato finale (output) l’erogazione di un servizio al pubblico È facile capire quali di questi indicano i principali aspetti di qualità nelle attese dell’utenza e quindi i fattori che dovranno essere presi a riferimento per l’individuazione degli indicatori di qualità.

Nel caso di una escursione, possiamo pensare di prestare, almeno in una fase iniziale, una particolare attenzione alle seguenti dimensioni della qualità:

Fattori Base (FB):

  • FB1: Cortesia
  • FB2: Competenza
  • FB4: Flessibilità
  • FB5: Accoglienza
  • FB6: Comunicazione
  • FB7: Affidabilità
  • FB9: Sostenibilità
  • FB13: Accessibilità/Equità
  • FB14: Sicurezza
  • FB15: Infrastrutture e Attrezzature
  • FB16: Tutela

Nel caso si pensi di effettuare una escursione “esperienziale” vanno presi in considerazione anche i seguenti fattori:

Fattori Esperienziali (FE)

  • FE1: Apprendimento esperienziale (partecipazione diretta)
  • FE2: Multi sensorialità
  • FE3: Unicità
  • FE4: Relazioni umane
  • FE5: Identità locali

Infine ecco alcuni fattori di contesto non sempre controllabili dagli organizzatori dell’offerta escursionistica in quanto dipendenti da fattori esterni

Fattori di Contesto (FC)

  • FC4: Politiche di Sostenibilità
  • FA1: Attrazioni Endogene
  • FA2: Attrazioni Indotte
  • FR1: Risorse Hardware
  • FR2: Risorse Software

Può essere utile utilizzare una matrice di correlazione fattori/momenti dell’esperienza dell’utente.

Ogni incrocio corrisponde a un fattore di qualità, in cui la dimensione generale di qualità del servizio (Fattore) si ritiene abbia una significativa importanza per il momento specifico dell’esperienza in questione e quindi fornire indicatori specifici. Questo non significa che il fattore in questione non abbia importanza anche per altri momenti esperienziali dell’utente.

Un esempio non esaustivo relativo ai primi cinque momenti individuati nel servizio escursionistico:

Matrice Momenti/Fattori

Momenti dell’esperienza Dimensioni della Qualità (Fattori)
  Competenza Accessibilità Comunicazione Sicurezza
M1: Ricerca delle informazioni   X X  
M2: Prenotazione/Acquisto X X X  
M3: Arrivo x X X X
M4: Fruizione X X X X
M5: Partenza     X  

 

5) Passaggio dai fattori agli indicatori di qualità

I fattori di qualità, organizzati nel modello suggerito al passo precedente, devono essere successivamente trasformati in indicatori di qualità,

Gli indicatori di qualità possono essere di diversi tipi:

  • indicatori di sistema: comprendono indicatori strutturali, tecnologici e organizzativi;
  • indicatori di risultato: indicatori relative a misurazioni dirette da parte degli utenti relativi alla qualità percepita (indicatori di soddisfazione dei fruitori dei servizi) o da parte di personale specializzato (auditor o mistery auditor);
  • indicatori di processo: comprendono la presenza di procedure e processi operativi specifici;
  • indicatori di contesto: comprendono indicatori esterni non sempre direttamente controllabili dai gestori diretta dell’offerta turistica (mezzi pubblici, strade, taxi, cartellonistica, informazioni turistiche, ecc.);
  • indicatori esperienziali: comprendono indicatori specifici relativi ai fattori esperienziali.

È opportuno ricordare quanto segue:

  • Ogni fattore di qualità può essere associato a più momenti di esperienza utente (lo abbiamo visto al punto precedente)
  • Ogni indicatore nei fatti può essere associato a più fattori di qualità (abbiamo visto come molti degli indicatori legati al fattore Comunicazione favoriscono il fattore stesso di Accessibilità. La presenza di un sito internet oltre a essere un indicatore per il fattore della comunicazione è anche uno strumento che facilità la conoscenza del servizio e quindi anche l’accessibilità al servizio stesso.
  • Ogni indicatore può quindi essere associato a più momenti di esperienza (ad esempio, l’indicatore “Personale capace di trattare l’utenza in modo gentile e cortese” è nella sostanza, legato a tutti i momenti dell’esperienza utente, dal primo contatto telefonico fino al saluto a fine escursione.

In sede di definizione finale degli indicatori potrebbe essere utile evidenziare il rapporto tra indicatori e momenti di esperienza attraverso una matrice Indicatori/Momenti dell’esperienza utente simile alla matrice Indicatori/Fattori. Si omette, per semplicità, in questa fase beta, la descrizione di una tale matrice

Elenco indicatori (Versione Beta)

IS: Indicatori di Sistema (struttura, tecnologia, organizzazione)

Gestione (IS1) (principali fattori interessati: Affidabilità, Competenza, Sicurezza, Accessibilità/Equità)

  • IS1-1: Presenza di un Sistema di Gestione per la Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti
  • ISI-2: Presenza di un sistema di calcolo del rischio del tipo “Metodo delle tre Matrici” o equivalente
  • ISI-3: Presenza di un sistema di classificazione “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici

Informazioni (IS2) (principali fattori interessati: Comunicazione, Affidabilità, Competenza, Sicurezza, Accessibilità/Equità, Accoglienza)

  • IS2-1: Presenza sito web
  • IS2-2: Presenza sui principali social media (facebook, Instagramm, Twitter, ecc.)
  • IS2-3: Sito web accessibile (e-accessibility, W3C, Legge 4/2004, ecc.)
  • IS2-4: Presenza sito web multilingue
  • IS2-5: Presenza nel sito web di un modulo contatti e informazioni sui servizi forniti
  • IS2-6: Presenza nel sito web di informazioni utili a individuare il punto di incontro o di partenza per l’escursione programmata (possibilmente su mappa interattiva – Googler Maps)
  • IS2-7: Presenza delle informazioni minime fornite in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica (si veda nota Ind1)
  • IS2-8: Presenza delle Informazioni “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici fornite in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica (si veda nota Ind2)
  • IS2-9: Predisposizione della scheda profilo del partecipante (si veda nota Ind3)
  • IS2-10: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante in fase di acquisto (si veda nota Ind4)
  • IS2-11: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante prima di iniziare l’escursione, comprendente anche un regolamento con le regole comportamentali (si veda nota Ind5)
  • IS2-12: Presenza delle Informazioni da dare al partecipante durante il servizio escursionistico (si veda nota Ind6)

Servizio (IS3) (principali fattori interessati: tutti)

  • IS3-1: Presenza, in sede di analisi del contesto, della mappatura delle risorse attrattive (endogene e indotte) al fine di arricchire e dare un valore aggiunto al servizio escursionistico
  • IS3-2: Presenza degli elementi minimi in ingresso alla progettazione (si veda nota Ind8)
  • IS3-3: Presenza dei contenuti minimi del progetto di massima (si veda nota Ind9)
  • IS3-4: Presenza di un organigramma e relativo mansionario (si veda nota Ind7)
  • IS3-5: Analisi di fattibilità partecipazione dei potenziali partecipazione sulla base dei contenuti della scheda profilo del partecipante (si veda nota Ind3)
  • IS3-6: Presenza di controlli sull’adeguatezza dell’equipaggiamento individuale dei partecipanti prima della partenza
  • IS3-7: Presenza di controlli sull’adeguatezza dell’abbigliamento dei partecipanti prima della partenza
  • IS3-8: Controllo da parte del personale, delle capacità dei partecipanti di usare e gestire l’equipaggiamento individuale, eventualmente fornendo, prima di partire le adeguate istruzioni del caso
  • IS3-9: Presenza del regolamento di partecipazione alle escursioni comprendente anche gli aspetti di tutela ambientale e dei principi di sostenibilità
  • IS3-10: Presenza ed erogazione di un questionario di Customer Satisfaction

Barriere (IS4) (bisogni di tipo motorio, visivo, uditivo ed economico) (Principali fattori interessati: Accessibilità/Equità). Tali indicatori vanno applicati solo in caso di presenza di tipologie di escursioni che prevedono l’eventuale presenza di partecipanti con bisogni speciali

Indicatori legati a bisogni di tipo motorio

(IS4-1): Indicatori associati ad eventuali strutture di supporto o di ristoro (punti informativi, ristorazione, ricettività, centri ricreativi, strutture (eco)museali, centri di educazione ambientale, capanni, ecc):

  • IS41-1-1: Percorso agevole per accedere alla struttura (larghezza minima di 90 cm e spazi per l’inversione di marcia)
  • IS41-1-2: Porte e passaggi di ingresso accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 80 cm)
  • IS41-1-3: Porte e passaggi negli ambienti interni accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 75 cm e dislivelli non superiori a 2,5 cm)
  • IS41-1-4: Pavimenti antisdrucciolevoli
  • IS41-1-5: Presenza di bagni per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione apparecchi sanitari a norma)
  • IS41-1-6: Presenza di ascensori per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione comandi a norma)

(IS4-2): Indicatori associati alla mobilità del percorso

  • IS4-2-1: Assenza di elementi che rendono poco agevole il percorso: pietroso, con ghiaia, sabbia, erba, fango, ecc)
  • IS4-2-2: Assenza di ostacoli: buche vegetazione, pietre, gradini, ponticelli, muretti, ecc)
  • IS4-2-3: Pendenza non eccessiva (dal 7 al 12%)
  • IS4-2-4: Presenza di panchine
  • IS4-2-5: Presenza di panchine dotate di braccioli ai lati
  • IS4-2-6: Presenza di corrimano lungo il sentiero
  • IS4-2-7: Larghezza del percorso o dei varchi di accesso adeguati alle sedie a rotelle

 

  • IS4-3: Presenza di assistenza per le persone con difficoltà motorie

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (vista)

  • IS4-4: Presenza di segnaletica e mappe tattili
  • IS4-5: Presenza di informazioni in braille
  • IS4-6: Presenza di audio guide

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (udito)

  • IS4-7: Video guide con scrittura o LIS
  • IS4-8: Presenza di adeguata segnaletica visiva
  • IS4-9: Presenza di personale esperto in LIS

Indicatori di risultato (Principali fattori interessati: tutti).

  • IR1: Chiarezza nell’esporre i servizi in sede di prenotazione/acquisto
  • IR2: Personale capace di trattare l’utenza in modo gentile e cortese
  • IR3: Infrastrutture (assenza di impianti, veicoli o strutture di appoggio non funzionanti)
  • IR4: Attrezzature (assenza di strumenti e attrezzature non funzionanti)
  • IR5: Assenza di rischi fisici salvo quelli ragionevolmente previsti per gli ambiti escursionistici e corretta gestione di questi ultimi
  • IR6: Assenza di attività e comportamenti in violazione dei principi della sostenibilità
  • IR7: Capacità di rispetto dei tempi (rispetto del cronoprogramma, dalla partenza all’arrivo)
  • IR8: Assenza di cambiamenti di programma non previsti e non dettati dalle necessità del caso (emergenze, ostacoli imprevisti, ecc.)

Aspetto dei locali (IR9) (eventuali locali di supporto o di ristoro):

  • IR9-1: Assenza di rischi
  • IR3-2: Assenza di sporco
  • IR3-3: Presenza delle attrezzature minime previste per il tipo di struttura

Indicatori di processo (procedure e processi specifici) (IP)

  • IP1: Presenza procedura gestione dei reclami e delle non conformità
  • IP3: Presenza di una procedura per la customer satisfaction
  • IP3: Presenza di una procedura per la formazione del personale (con riferimento anche ed in particolare alle competenze previste dalla norma ISO: 21102: Turismo d’avventura – Leader – Competenza del personale)
  • IP4: Presenza di una procedura per la gestione e la manutenzione delle attrezzature
  • IP5: Presenza di una procedura di Audit interni
  • IP6: Presenza di obiettivi per la qualità e relativo monitoraggio periodico
  • IP7: Presenza di procedure per la tutela ambientale e la sostenibilità
  • IP8: Presenza di una procedura per la gestione degli aspetti normativi (sicurezza nei luoghi di lavoro, Privacy, ecc.)
  • IP9: Presenza di una procedura per la gestione dei rischi in ambito escursionistico dove vengono individuati i rischi e le misure di prevenzione e protezione per ogni tipo di possibile rischio
  • IP10: Presenza di istruzione/procedura per il controllo delle attrezzature e dell’equipaggiamento prima della escursione

Indicatori di contesto (IC)

  • IC1: Presenza di strade adeguate e sicure per raggiungere il/i punti di riunione prestabiliti
  • IC2: Presenza di mezzi pubblici/privati per raggiungere il/i punti di riunione prestabiliti
  • IC3: Presenza di parcheggi pubblici nei pressi del/dei punti di riunione prestabiliti

Indicatori Esperienziali (IE)

  • IE1: Presenza di pratiche di apprendimento esperienziale (partecipazione diretta)
  • IE2: Multi sensorialità (il servizio escursionistico è di fatto multisensoriale)
  • IE3: Presenza di caratteristiche di unicità del servizio
  • IE4: Relazioni umane (il servizio escursionistico è di fatto basato sulle relazioni umane )
  • IE5: Presenza di attività che permettono di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale

Per un approfondimento sul concetto di valutazione delle offerte esperienziali si consiglia di approfondire con il seguente articolo: Valutare un’offerta esperienziale: il metodo delle cinque domande https://www.aiptoc.it/valutare-unofferta-esperienziale-il-metodo-delle-cinque-domande/

Allegato: Note agli indicatori

Nota Ind1: Informazioni minime da fornire in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica

Informazioni da mettere a disposizione prima dell’acquisto:

  • Titolo del Servizio
  • Dati dell’Organizzazione responsabile del servizio
  • Percorso
  • Dislivello
  • Lunghezza del percorso
  • Tempo di percorrenza
  • Profilo altimetrico
  • Mappa del percorso
  • Classificazione del percorso escursionistico usata normalmente nella nazione in cui avviene l’escursione (Es CAI, CAS, UIAA, ecc)
  • Tipo di equipaggiamento necessario
  • Requisiti specifici in base a determinate condizioni
  • Servizi di supporto o aggiuntivi offerti (trasporto, ristorazione, ricettività. Ecc)
  • Informazioni chiare sui prezzi

Nota Ind2: Informazioni “AICSE: Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici da fornire in sede di comunicazione dell’offerta escursionistica

Fattori di classificazione del percorso escursionistico:

  1. Gravità dell’ambiente
  2. Orientamento sul percorso
  3. Condizioni del terreno
  4. Intensità dello sforzo fisico
  5. Contatti con l’ambiente (Rischi da contatti con rettili, animali, insetti e flora)

Accessibilità del percorso

Dettagli sul metodo “AICSE”

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/

Es:

Gravità dell’ambiente Orientamento sul percorso Condizioni del terreno
3 2 4
Severo Percorso con segnaletica che indica la continuità Richiede abilità di navigazione standard

 

Simbolo di pericolo, colore: rosso su bianco, autoadesivo, confezione da 6 pezzi: Amazon.it: Fai da te
Intensità dello sforzo Contatti con l’ambiente
2 5
Sforzo moderato Rischio alto

Criteri di accessibilità

Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision
Accessibilità per mobilità su carrozzina Accessibilità per mobilità ridotta Accessibilità visiva Accessibilità uditiva
4 1 2 3
Accessibile con molta difficoltà Accessibile Accessibile con poca difficolta Accessibile con difficolta

 

Nota Ind3: Scheda profilo del partecipante

  • Dati anagrafici e di contatto
  • Documento di riconoscimento
  • contatto in caso di emergenza
  • condizioni di salute o mediche specifiche che possono interferire con le attività: allergie, patologie (respiratorie, cardiache, ossee, muscolari, epilessia, ecc), fobie, gravidanza, ecc
  • medicinali usati
  • precedente esperienza con l’attività
  • copertura assicurativa applicabile all’attività e all’ubicazione, compresa la copertura delle operazioni di soccorso
  • livello di forma fisica per l’attività
  • disabilità (se presenti) rilevanti per l’attività

Nota Ind4: Informazioni da dare al partecipante in fase di acquisto

In fase di acquisto l’organizzatore si assicura che il partecipante abbia compreso tutte le informazioni predisposte nella fase di commercializzazione dell’offerta ed eventualmente le fornisce nuovamente. Dovrebbero inoltre essere fornite le ulteriori seguenti informazioni:

  • descrizione delle caratteristiche dell’attività da svolgere, quali durata, pause per cibo e riposo, eventuali punti di appoggio o ristoro incontrati durante il percorso, ecc
  • abbigliamento e attrezzatura individuale a cura del partecipante (eventualmente compreso cibo e acqua)
  • eventuali prerequisiti psicofisici e medici e di profilassi
  • eventuali attrezzature fornite dall’organizzazione
  • informazioni su eventuali polizze assicurative offerte e quelle eventuali a cura del partecipante
  • obbligo dell’osservanza delle procedure di sicurezza e comportamentali
  • descrizione chiara dei prezzi di eventuali servizi aggiuntivi e modalità di richiesta/prenotazione degli stessi
  • numero minimo e massimo dei partecipanti
  • Procedure di cancellazione
  • fattori che potrebbero causare interruzioni, modifiche o cancellazioni;
  • riconoscimento e accettazione del rischio da parte del partecipante;
  • procedure di reclamo

Nota Ind5: Informazioni da dare al partecipante prima di iniziare l’escursione

Prima di iniziare l’escursione vanno ricordate nuovamente tutte le informazioni fornite in sede di acquisto. Dovrebbero inoltre essere fornite almeno le ulteriori seguenti informazioni:

  • Procedure di sicurezza e comportamentali
  • Fonti di rischio potenziali e comportamento preventivo da adottare
  • Corretto uso delle attrezzature e dell’abbigliamento e precauzioni da adottare per quanto riguarda gli aspetti ambientali (sole, pioggia, temperature freddo e altre precauzioni, comprese l’uso di creme solari, repellenti, ecc)
  • Misure da adottare in caso di emergenza
  • Presentazione del team specificando compiti e ruoli di ognuno
  • Descrizione dell’itinerario e delle attività che saranno svolte durante il percorso escursionistico con stima degli orari di partenza di arrivo, dei tempi di arrivo nei punti intermedi e delle pause previste
  • Disponibilità di punti di assistenza per le emergenze ed eventuali vie di fuga o percorsi alternativi
  • Disponibilità di strutture e servizi per persone con bisogni speciali, bambini e anziani
  • Eventuali norme specifiche per il tipo di percorsi e eventuali divieti (accensione fuoco, utilizzo di prodotti vietati per l’ambiente, ecc)

Nota Ind6: Informazioni da dare al partecipante durante il servizio escursionistico

Durante lo svolgimento del servizio è opportuno continuare a dar ai partecipanti indicazioni chiare per garantire il corretto svolgimento delle attività, mantenendo sempre alto il livello di sicurezza e il coinvolgimento di tutti i partecipanti. Dovrebbero inoltre essere fornite almeno le ulteriori seguenti informazioni:

  • chiarimenti su cosa accade in ogni fase dell’attività e cosa devono fare i partecipanti per mantenere alto il livello di sicurezza e di apprezzamento della escursione;
  • eventuali modifiche alle informazioni fornite in precedenza sull’attività;
  • risposta pronta e chiara in caso di incidenti ed emergenze.

Nota Ind7: Competenze, Organigrammi e Mansionari

Al fine di tenere sotto controllo i processi relativi alla gestione delle risorse umane potrebbe essere utile utilizzare strumenti tipici del mondo aziendale: organigrammi e mansionari.

Durante la pianificazione delle risorse umane bisognerebbe:

  • Individuare i processi necessari al ciclo di vita dell’evento e da questi individuare i compiti (e relative competenze necessarie per svolgere tali processi) necessari che le risorse umane devono avere per portare a termine i propri compiti
  • Individuare i carichi di lavoro e le persone necessarie
  • Individuare le figure responsabili dei processi principali in base alle competenze e le eventuali qualifiche/titoli necessarie (tali qualifiche a volte sono formali e stabilite per legge)
  • Definire le politiche di gestione dello staff che andranno a costituire le regole comportamentale e gli obblighi per tutto lo staff. Le politiche devono tenere conto di una serie di aspetti alcuni cogenti, altri legate alle strategie dell’organizzazione (sicurezza, privacy, etica professionale, comunicazioni con l’esterno, rispetto delle gerarchie e dei ruoli, rispetto dei principi di sostenibilità dell’evento, ecc.)
  • Stabilire un organigramma e relativo mansionario in modo da assegnare in modo corretto, ruoli, gerarchie, responsabilità, compiti e carico di lavoro tenendo contro dei vincoli normativi ma anche delle attitudini e capacità personali di ogni componente dello staff e delle politiche di gestione dello staff.
  • Quantificare il costo delle risorse umane

 

Uno strumento utile per individuare competenze del leader e degli assistenti è la norma ISO: 21102: Turismo d’avventura – Leader – Competenza del personale

Nota Ind8: Elementi minimi in ingresso alla progettazione

La progettazione dovrebbe iniziare tenendo conto di una serie di elementi, molti ricavati nelle fasi precedenti:

  • Tipo di offerta (Perché)
    • Escursioni prettamente turistico naturalistico
    • Escursioni rientranti in programmi di valorizzazione e animazione del territorio,
    • Escursioni rientranti in campagne di educazione ambientale,
    • Escursioni rientranti in programmi di sensibilizzazione e promozione di comportamenti eco-sostenibili
    • Itinerari didattici di eco-turismo,
    • Itinerari ecomuseali
  • l’analisi delle aspettative (La domanda)
  • Numero e tipologia dei partecipanti (Con chi)
  • Durata e contesto del servizio escursionistico (temperatura, ore di luce, necessità di pernottamento o di altri servizi, tempi di ristoro) (Quanto)
  • Periodo di svolgimento (Quando)
  • l’analisi del contesto, compreso la presenza di risorse attrattive endogene e indotte (Il Contesto)
  • Il Percorso scelto per la escursione (Dove)
    • Classificazione del percorso escursionistico usata normalmente nella nazione in cui avviene l’escursione (Es CAI, CAS, UIAA, ecc)
    • Dislivelli (salita è discesa)
    • Punti di ristoro, di appoggio e sorgenti d’acqua
    • Presenza di parcheggi
    • Presenza di percorsi alternativi e vie di fuga
    • Presenza di divieti locali o stagionali
    • Lunghezza del percorso
    • Tempo di percorrenza (vedi nota *)
    • Rischi connessi al percorso
    • Accessibilità del percorso
    • Tipologia del percorso (sentiero presente e segnalato, sentiero presente ma non sempre segnalato, sentiero presente parzialmente, ecc)
  • Le risorse umane ed economiche a disposizione (Con che cosa)
  • Cartografia aggiornata (Con che cosa)
  • Sopralluogo preventivo prima della stesura finale del progetto

* Tempi di percorrenza effettivi

I tempi di percorrenza effettivi dovrebbero tenere conto di parametri, a volte sottovalutati quali tipologia e numerosità del gruppo, presenza di piccoli impedimenti quali guadi o passaggi leggermente difficili. Alcuni singoli impedimenti dal punto di vista della guida potrebbero causare un ritardo di pochi minuti o addirittura pochi secondi ma al passaggio di un intero gruppo potrebbero diventare decine di minuti e quindi al moltiplicarsi di tali impedimento il tempo totale, causato dai ritardi necessario per superare tutti questi ostacoli potrebbe essere di alcune ore con tutti i rischi connessi compreso quello di dover completare il percorso in orari per cui la luce del giorno non è garantita e tale aspetto non era previsto nel programma.

In relazione alla classificazione del percorso si consiglia di usare i fattori di classificazione del percorso escursionistico esposti nel modello di classificazione proposto dal Centro Studi Helios e dall’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC): Un approccio integrato per la classificazione dei sentieri escursionistici.

Il modello è consultabile, per i dettagli al seguente indirizzo web:

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/

Nota Ind9: Contenuti minimi del progetto di massima

Il Progetto dovrà permettere di individuare:

  • I processi (macro e micro) necessari per la realizzazione dell’evento,
  • Le Risorse umane necessarie per la messa in opera dell’evento (possibilmente con relativo organigramma e mansionario dove vengono definite le gerarchie, i compiti e le responsabilità,
  • Le attrezzature e l’equipaggiamento necessario
  • Eventuali mezzi di trasporto necessari per raggiungere il punto di inizio percorso (pubblici, privati)
  • Permessi, licenze a autorizzazioni necessarie (compreso l’analisi di eventuali ingressi privati e accesso ad aree protette)
  • Le entità effettivamente coinvolte (soggetti pubblici e privati coinvolti nella predisposizione e realizzazione del servizio)
  • I rischi e le azioni legate ai rischi di varia natura
  • Gli strumenti per la pianificazione operativa (Es: piani operativi, diagramma di gant, checklist, programma di massima, ecc)
  • Programma di massima del servizio escursionistico
  • Piano di comunicazione (attività di marketing)
  • Budget
  • I principali fattori, indicatori e standard di qualità dell’evento in relazione ai processi individuati
  • Eventuali modifiche del sentiero nel tempo e presenza di carte topografiche aggiornate
  • Le informazioni da mettere a disposizione per i partecipanti durante tutto il processo legato alla offerta escursionistica

Alcuni di questi aspetti (risorse, predisposizione delle attrezzature e dell’equipaggiamento, programma definitivo, marketing promozionale, budget effettivo, ecc) potranno essere perfezionati/aggiornati durante il processo di pianificazione operativa in sede di messa in opera dell’evento

Il progetto finale dovrà rispettare i requisiti indicati nella stesura degli elementi in ingresso e fare riferimento ai requisiti di monitoraggio e valutazione dell’evento.

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Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/ https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/#respond Wed, 28 Apr 2021 18:09:30 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8372 L'articolo Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici

(Versione Beta)

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Nota: Articolo estratto dal corso  SPE57: Sentierologia (20 ore)

Le classificazioni CAI, CAS ed altre sistemi di classificazioni similari di norma usati, indicano un valore complessivo associato al percorso escursionistico (rappresentato in genere da una sigla), che caratterizza la tipologia del sentiero classificato. Tali classificazioni potrebbero essere integrate da una ulteriore classificazione che fa utilizzo di un simbolismo grafico che permette di fornire ulteriori informazioni sui singoli aspetti che caratterizzano il sentiero.

Il Metodo “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici”,  è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali, ed è aperto al contributo di tutti gli stakeholder interessati (è possibile inviare i propri contributi a info@aiptoc.it)

In ambito internazionale da anni si utilizza un approccio che punta a classificare i percorsi escursionisti andando a misurare singoli criteri che poi saranno utilizzati per le valutazioni di merito, sia da parte degli organizzatori del servizio escursionistico (ad esempio per la valutazione dei rischi e la scelta di polizze assicurative più adeguate al tipo di servizio turistico offerto) sia da parte dei potenziali partecipanti che potranno avere a disposizione un numero maggiori di informazioni per una scelta più accurata e adeguata alle proprie capacità.

L’approccio integrato presentato in questa sede prende spunto dalla norma ABNT NBR 15505-2, ampliandola e adattandola al processo di valutazione dei rischi in ambito escursionistico ed alle esigenze di offrire un servizio quanto più possibile rispettoso dei principi di accessibilità. Un articolo di approfondimento: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici, e consultabile al seguente indirizzo web: https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Classificazione ABNT NBR 15505-2

Il Brasile, è considerato leader nella definizione di standard normativi nel settore del Turismo d’avventura, sono svariate decine le norme tecniche emanate da ABNT – Associazione degli Standard tecnici. Alcuni di questi standard sono diventati successivamente norme ISO, quindi norme riconosciute a livello internazionale, altre sono destinate a diventarle, tra queste, la norma ABNT NBR 15505-2 “Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso” (Turismo con attività a piedi. Parte 2: Classificazione dei percorsi).

Infatti la norma ABNT NBR 15505-2 è la base portante della norma internazionale, ancora in fase di discussione, ISO/CD 3021 “Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements and routes’ classification”.

La norma ABNT NBR 15505-2, pubblicata la prima volta nel febbraio 2008 ed in seconda edizione nel settembre 2019, si applica alle escursioni offerte come prodotto turistico e destinate a un cliente comune: adulto, persona non sportiva e con bagaglio leggero.

L’utilizzo della norma ABNT NBR 15505-2 ha diversi vantaggi:

  • Facilita l’accesso alle informazioni da parte dei partecipanti alle escursioni,
  • Consente una migliore pianificazione da parte degli organizzatori
  • Permette una concezione più organizzata del servizio escursionistico, facilitando la comunicazione del servizio stesso e la commercializzazione
  • Fornisce informazioni più coerenti per stabilire quali polizze assicurative sono più adatte ai vari percorsi escursionistici,
  • Consente l’analisi degli incidenti in modo più preciso.

Si consiglia di utilizzare l’approccio metodologico indicato dalla norma NBR 15505-2 in quanto tali principi saranno probabilmente adottati nelle future norme ISO che diventeranno, nei prossimi anni, gli standard internazionali di riferimento.

In un mercato globale, in cui la clientela proviene da tutto il mondo è strategico, soprattutto dal punto di vista commerciale e della comunicazione, utilizzare un linguaggio comune che non sia limitato al proprio paese di origine.

La norma NBR 15505-2 utilizza quattro criteri, ciascuno con un punteggio da 1 a 5, che deve essere valutato per ogni sezione del percorso:

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Premessa all’approccio integrato

Al fine di individuare alcuni dei fattori associati ai vari criteri che fanno parte dell’approccio presentato in questa sede, potrà essere necessario calcolare le probabilità che un determinato evento (pericolo) possa avvenire (ad esempio eventi legati alle intemperie o alla presenza di animali o altri tipi di pericoli). A tal proposito si veda l’articolo : Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici

Note metodologiche

La proposta di classificazione presentata in questa sede si basa, come approccio metodologico, a quanto previsto dalla norma NBR 15505-2; ai 4 fattori previsti da tale norma vengono aggiunti ulteriori due criteri, di cui 1 (Accessibilità del percorso) a sua volta suddiviso in 4 sottocriteri.

Pertanto i fattori che prenderemo in considerazione sono i seguenti:

  1. Gravità dell’ambiente
  2. Orientamento sul percorso
  3. Condizioni del terreno
  4. Intensità dello sforzo fisico
  5. Contatti con l’ambiente (Rischi da contatti con rettili, animali, insetti e flora)
  6. Accessibilità del percorso
    • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina (bisogni motori con presenza di carrozzine)
    • A2: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)
    • A3: Accessibilità visiva (bisogni sensoriali di tipo visivo)
    • A4: Accessibilità uditiva (bisogni sensoriali di tipo uditivo)

Inoltre i fattori individuati per ogni criterio prendono spunto ma non coincidono necessariamente con quelli indicati dalla norma brasiliana. In particolare si cercherà di collegare i criteri ai pericoli in ambito escursionistico prendendo in considerazione alcuni aspetti non trattati dalla norma brasiliana.

Procedimento per la classificazione dei sentieri

  • Il sentiero da classificare deve essere suddiviso in sezioni per valutare ogni criterio.
  • Una sezione è una parte del sentiero con caratteristiche tali da poter essere considerato a sua volta un percorso autonomo.
  • Ogni sezione, nessuna esclusa, deve essere valutata per ognuno dei criteri. Ad ogni criterio viene assegnato un valore su una scala da 1 a 5.
  • Il valore finale assegnato a ciascun criterio per l’intero sentiero, sarà quello più alto tra quelli assegnati alle singole sezioni. Di conseguenza l’inclusione o l’esclusione di una sezione può modificare la classificazione dell’intero percorso.
  • Il risultato finale sarà presentato con modalità grafiche e colori tali da facilitare la lettura del risultato della classificazione effettuata.
  • Lo stesso sentiero, in funzione della stagione potrà presentare una classificazione diversa

Analizziamo i singoli criteri.

  1. Gravità dell’ambiente

Gravità dell’ambiente: si riferisce ai pericoli e alle altre difficoltà derivanti dall’ambiente naturale, che si possono incontrare lungo il percorso.

Lo schema proposto in questa sede elenca 23 fattori (lo standard NBR 15505-2 ne presenta 20) che, se presenti sul sentiero, dovrebbero essere conteggiate cumulativamente. In ogni sezione, ogni fattore viene conteggiato una sola volta, indipendentemente dalla sua probabilità e presenza in una parte maggiore o minore del percorso. Se il sentiero (o una sezione di esso) contiene fino a 3 fattori, riceve il punteggio 1 (Poco grave), se ha almeno 13 fattori, il punteggio assegnato è 5 (Molto severo).

Devono essere considerati i seguenti fattori

  1. Pericolo da caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause esterne o ambientali)
  2. Pericolo di caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause dovute a persone del gruppo o esterne al gruppo)
  3. Pericolo di cadute o scivolamenti lungo il sentiero nel vuoto o nei pressi di un forte pendio
  4. Pericolo di cadute in acqua lungo il sentiero
  5. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti permanentemente scivolosi, rocciosi o allagati durante il percorso
  6. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti scivolosi, allagati a causa della pioggia o per la presenza di ghiaccio durante il percorso
  7. Pericoli derivanti dal superamento di ostacoli quali fiumi o altri specchi d’acqua al guado (senza ponte)
  8. Pericoli derivanti dall’esposizioni a temporali o forte piogge (fulmini, valanghe, esondazioni)
  9. Pericoli derivanti dall’esposizioni a venti forti
  10. Pericoli derivanti dall’aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  11. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare insolazione (colpo di sole) o ipertermia (colpo di calore) (temperature superiori ai 32°, eccessiva umidità, lunghi tratti soleggiati, ecc)
  12. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono condurre a disidratazione (temperature superiori ai 32°, lunghi tratti senza accesso ad acqua potabile, ecc)
  13. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare ipotermia (temerature rigide, presenza di ghiaccio, neve, venti freddi, ecc)
  14. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono ridurre la visibilità (nebbia, foschia, forte pioggia, ecc) con conseguente possibile difficoltà di orientamento o la localizzazione delle persone in qualche parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti)
  15. Pericoli derivanti dalla presenza di una fitta vegetazione o un terreno irregolare che può rendere difficile l’orientamento o la localizzazione delle persone in qualsiasi parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti);
  16. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti che potrebbero indurre vertigini (acrofobia)
  17. Pericoli derivanti dalla necessità di superare tratti con la presenza di traffico veicolare (incidenti)
  18. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti ad alto rischio incendio
  19. Tempo di svolgimento dell’attività pari o superiore a 1 h di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  20. Tempo per svolgere l’attività pari o superiore a 3 ore di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  21. Differenza tra il tempo necessario per completare il percorso e il numero di ore di luce diurna rimanenti a fine giornata (disponibile nel periodo dell’anno considerato) è inferiore a 3 h;
  22. Esistenza di passaggi dove è necessario l’uso delle mani per procedere sul percorso;
  23. Alta probabilità che l’umidità relativa dell’aria sia inferiore al 30%

Il risultato sarà espresso attraverso la seguente tabella:

  1. Orientamento sul percorso

Orientamento sul percorso: si riferisce al grado di difficoltà per l’orientamento, come presenza di segnaletica, sentieri ben segnalati, presenza di punti di riferimento, per completare il percorso;

La norma NBR 15505-2 considera 5 scale di difficoltà, partendo dalla situazione più comoda “Percorsi e incroci ben definiti” (punteggio 1) a quella più complessa che richiede la navigazione per utilizzare percorsi alternativi e precedentemente sconosciuti (punteggio 5)

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni dell’itinerario secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla facilità di orientamento per percorrerlo.

  1. Condizioni del terreno

Condizioni del terreno: si riferisce agli aspetti riscontrati sul percorso in relazione al pavimento e alle condizioni per coprirlo, come tipi di pavimenti, sezioni con ostacoli, sezioni con pietre sciolte, ecc.

Se il sentiero è costituito da strade e corsie per veicoli, sentieri con gradini piatti e regolari o spiagge (sabbia o ghiaia) con terreno pianeggiante e solido, il punteggio assegnato sarà 1 (Percorso su superfice piane) il punteggio sale man mano che peggiora la condizione del terreno fino ad arrivare a 5 (Tecniche per arrampicata o progressione verticale).

La classificazione prevista dallo standard NBR 15505-2 per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni del terreno secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla difficoltà di percorrerlo, con riguardo alle condizioni del terreno, ostacoli ed altre condizioni.

4) Intensità dello sforzo fisico

Intensità dello sforzo fisico: si riferisce alla quantità di sforzo fisico richiesto per completare il percorso, tenendo conto della lunghezza e dei dislivelli (in salita e in discesa).

L’indice dello sforzo fisico è misurato in ore e corrisponde al tempo necessario per percorrere l’intero percorso escursionistico al netto delle pause intermedie.

Per il calcolo del tempo di percorrenza si possono usare vari metodi, noi consigliamo il “metodo brasiliano” in quanto è quello che si ispira a quanto proposto dalla norma brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso

Per i dettagli seva l’articolo: Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata stimando lo sforzo fisico (tempo di percorrenza) richiesto per completare il percorso utilizzando tabella seguente.

5) Contatti con l’ambiente

Questo criterio, non previsto dalla norma brasiliana, viene proposto al fine di inserire, tra le informazioni da dare al partecipante, la presenza di rischi dovuti a contatti con rettili, animali, insetti o flora.

Un elenco di possibili pericoli derivanti dal contatto con rettili, animali, insetti e flora è il seguente:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione

Si richiama brevemente in questa sede quanto indicato nel metodo da noi proposto per la valutazione del rischio in ambito escursionistico che è possibile consultare al seguente indirizzo web: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici:

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata calcolando il rischio per ognuno dei possibili pericoli presenti nel percorso utilizzando il metodo della matrice del rischio. In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto del Rischio iniziale Ri senza tenere conto del fattore di moltiplicazione T e del fattori di riduzione FR.

Pertanto la matrice del rischio da prendere in considerazione per la classificazione di questo criterio è al momento:

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata tenendo conto del valore del rischio iniziale utilizzando tabella seguente.

  1. Accessibilità del percorso

Il concetto di accessibilità, se considerato nel suo significato più profondo è molto ampio per capirlo vediamo alcune definizioni a riguardo:

Turismo Accessibile: Turismo capace di confermare le aspettative ad esso riferibili da tutte le parti interessate con particolare riferimento a quelle parti che esprimono aspettative legate a bisogni speciali.

Bisogni speciali: I bisogni speciali sono legati a difficoltà permanenti o temporanee di vario tipo.

Un elenco non esaustivo di bisogni speciali è il seguente:

  • Bisogni motori (mobilità ridotta, obesità, presenza di persone con carrozzine, ecc.)
  • Bisogni sensoriali di tipo visivo
  • Bisogni sensoriali di tipo uditivo
  • Alimentari (allergie e intolleranze alimentari)
  • Economici (limitate disponibilità economiche)
  • Ambientali (allergie, patologie che comportano particolari esigenze climatiche, ecc.)

Altri bisogni specifici possono scaturire da altri elementi come la presenza di un’utenza particolare:

  • Bambini
  • Anziani
  • Persone con disabilità mentale o psichica
  • Animali domestici, ecc.

In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto dei seguenti bisogni, che diventao i sotto criteri del criterio “Accessibilità”:

A1: Accessibilità su carrozzina: Bisogni motori con presenza di carrozzine

A2: Accessibilità ridotta: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)

A3: Accessibilità visiva: Bisogni sensoriali di tipo visivo Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision

A4: Accessibilità uditiva: Bisogni sensoriali di tipo uditivo

Di seguito un elenco non esaustivo di indicatori utili a valutare il livello di accessibilità in caso di bisogni motori o sensitivi

Indicatori legati a bisogni di tipo motorio

  • Indicatori associati ad eventuali strutture di supporto (punti informativi, ristorazione, ricettività, centri ricreativi, strutture (eco)museali, centri di educazione ambientale, capanni, ecc)
    • Percorso agevole per accedere alla struttura (larghezza minima di 90 cm e spazi per l’inversione di marcia)
    • Porte e passaggi di ingresso accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 80 cm)
    • Porte e passaggi negli ambienti interni accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 75 cm e dislivelli non superiori a 2,5 cm)
    • Pavimenti antisdrucciolevoli
    • Presenza di bagni per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione apparecchi sanitari a norma)
    • Presenza di ascensori per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione comandi a norma)
  • Parcheggi per disabili adeguatamente segnalati in prossimità degli ingressi
  • Indicatori associati alla mobilità del percorso
    • Tipologia del percorso (pianeggiante, con pendenze, ombreggiato)
    • Tipologia del fondo del percorso: strade, sentieri, presenza di elementi che rendono poco agevole il percorso: pietroso, con ghiaia, sabbia, erba, fango, ecc)
    • Presenza di ostacoli: buche vegetazione, pietre, gradini, ponticelli, muretti, ecc)
    • Pendenza non eccessiva (dal 7 al 12%)
    • Presenza di panchine
    • Presenza di panchine dotate di braccioli ai lati
    • Presenza di corrimano lungo il sentiero
    • Presenza di Fontanelle
    • Presenza di servizi igienici
    • Presenza di servizi igienici per disabili
    • Larghezza del percorso o dei varchi di accesso adeguati alle sedie a rotelle
  • Presenza di personale medico
  • Presenza di personale infermieristico
  • Presenza di personale veterinario (per i cani guida)
  • Presenza di assistenza per le persone con difficoltà motorie

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (vista)

  • Presenza di segnaletica e mappe tattili
  • Presenza di informazioni in braille
  • Presenza di audio guide

 

Tabella in braille sul faggio secolare (Riserva Naturale del Lago di Vico – Lazio).

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (udito)

  • Video guide con scrittura o LIS
  • Presenza di adeguata segnaletica visiva
  • Presenza di personale esperto in LIS

Per ogni bisogno, l’organizzazione che offre il servizio escursionistico, dovrebbe valutare il livello di accessibilità fornendo un valore da 1 a 5 secondo quanto indicato nella tabella seguente:

Comunicazione dei Criteri

La simbologia da usare in sede di comunicazione del sentiero ai potenziali partecipanti è indicata dalla stessa norma norma NBR 15505-2 relativamente ai 4 criteri proposti dalla stessa norma.

 

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Abbiamo voluto aggiungere ulteriori simboli

Contatti con l’ambiente Simbolo di pericolo, colore: rosso su bianco, autoadesivo, confezione da 6 pezzi: Amazon.it: Fai da te

Accessibilità barriere_architettoniche_e_accessibilita

A sua volta distinto in:

  • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina
  • A2: Accessibilità per mobilità ridotta:
  • A3: Accessibilità visiva: Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision
  • A4: Accessibilità uditiva:

Nota: in questa fase iniziale della proposta, gli ultimi 6 simboli sono da considerarsi solo a titolo provvisorio e informativo

L’elenco delle informazioni da fornire al potenziale partecipante dovrebbe contenere, tra l’altro, anche delle tabelle dove oltre a riportare i simboli su indicati, riportano i valori dei criteri a loro associati. Tali valori sono da 1 a 5 e indicano al crescere degli stessi numeri il livello di pericolo, le difficoltà associate o il livello di accessibilità.

Il criterio dell’accessibilità dovrebbe avere associati 4 valori tanto sono i sottocriteri valutati.

Es:

Criteri di accessibilità

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

Percorsi Formativi Professionalizzanti e Tematici (Corsi Base o di aggiornamento) riconosciuti da AIPTOC – Area Ambiente

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Corsi Professionalizzanti 

Corsi Base e di Aggiornamento 

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Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-calcolo-dei-tempi-di-percorrenza-dei-sentieri-escursionistici-il-metodo-brasiliano/ Sat, 17 Apr 2021 07:20:43 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8334 L'articolo Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Nota: Articolo estratto dal corso SPE42: Escursionismo e Sentierologia. 

Esistono molti metodi per calcolare il tempo di percorrenza dei sentieri escursionistici, dai più empirici e semplici basati unicamente sull’esperienza e la pratica escursionistica ai più complessi basati su formule matematiche abbastanza complesse. 

Un elenco non esaustivo potrebbe essere il seguente:

  • Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)
  • Metodo 2: Criterio basato sul diagramma dei tempi di marcia (Ente svizzero pro sentieri)
  • Metodo 3: Metodo svizzero
  • Metodo 4: Metodo dello Sforzo Equivalente
  • Metodo 5: Metodo dell’Indice di Sforzo
  • Metodo 6: Metodo Brasiliano

Rimandando, per brevità, ad altre sedi per il dettaglio di tutti gli altri metodi, in questo articolo tratteremo unicamente il primo metodo (CAI) e il sesto metodo, chiamato “brasiliano” in quanto proposto anche dalla norma tecnica brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso (Norma Brasiliana). Del metodo 6 forniremo anche un esempio. 

Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)

Il primo criterio è fornito dall’esperienza ed è molto approssimativo:

Un escursionista mediamente allenato riesce a guadagnare in quota in media in un’ora:

  • 350 metri in quota in salita
  • 500 metri in quota in discesa
  • 3,5-4 km in termini di chilometri percorsi su un percorso piano o ondulato

Se l’itinerario si svolge a quote superiori ai 2800-3000 metri, i tempi di marcia sono diversi: in genere in un’ora si guadagnano in quota 250-300 metri in salita e 400-450 metri in discesa.

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Fonte: Manuale tecnico “Sentieri: Manuale tecnico per l’individuazione la segnaletica e la manutenzione delle reti sentieristiche” edito dalla Regione Lombardia nel 2019 che revisiona e aggiorna il Quaderno di escursionismo CAI “Sentieri”, pianificazione, segnaletica e manutenzione” ed. 2010

Metodo 6: Metodo Brasiliano

Sostanzialmente il metodo, così come il metodo 5 si basa sul calcolo dell’indice di sforzo ma tiene conto delle difficoltà del terreno e indica valori diversi, a differenza di quelli previsti del CAI per le salite e le discese.

Le grandezze proposte dal metodo brasiliano sono le seguenti:

  • Distanza percorsa in media in un’ora su un piano =
    • 4 km se sentiero facile da percorrere (strade e piste)
    • 3 km se sentiero con difficoltà moderata (sentieri, sentieri lisci e prati)
    • 2 km se sentieri difficili da percorrere (sentieri petrosi e letti di fiumi)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in salita = 200 m. (0.2 km)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in discesa = 300 m. (0.3 km)

Le variabili per il calcolo sono:  

Vmp = 4, 3 o 2 km/h a seconda del tipo di sentiero (Velocità media oraria sul piano in chilometri)

Vms = 0.2 km/h (Velocità verticale media orario in salita in chilometri)

Vmd = 0.3 km/h (Velocità verticale media orario in discesa in chilometri)

D= distanza in chilometri del sentiero o della sezione interessata al calcolo

H= dislivello della sezione interessata al calcolo

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms

Td = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd

Tdl = Tempo richiesto per i dislivelli = Ts+Td

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl)

TE (Tempo di Escursione = Indice di Sforzo IS)

La formula per calcolare il tempo di percorrenza (Indice di Sforzo) è la seguente:

TE = Tmax + (Tmin/2)

Esempio

Consideriamo un percorso escursionistico di 10 Km costituito da 4 tratti (sezioni) ognuno di 5 Km, di cui il primo tratto in piano orizzontale ed il secondo tratto con un dislivello in salita di 300 m. Se consideriamo il ritorno. Il percorso intero può essere pensato come ad un percorso di 20 Km suddiviso in 4 sezione dove la prima e quarta sezione di 5 km sono in piano, la seconda sezione in salita (+ 300 m) e la terza in discesa (-300 m)

I dati

Ipotizziamo che la prima e quarta sezione siano da considerarsi percorsi facili (Vmp= 4 km/h) mentre la seconda e la terza percorsi moderatamente difficili (Vmp=3 km/h)

I dati

Sezione 1

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25 ore (30 minuti)

Sezione 2

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms = 300/200 = 1,5 ora

Sezione 3

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd = 300/300 = 1 ora

Sezione 4

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25

Somma dei tempi di percorrenza sul piano orizzontale (Tp)

1.25 ore (sezione 1) + 1.66 ore (sezione 2) + 1.66 ore (sezione 3) + 1.25 ore (sezione 4) = 5,82 ore

Somma dei tempi di percorrenza sui piani non orizzontali (Tdl)

1,5 ora (sezione 2) + 1 ora (sezione 3) = 2.5 ore = 2 ora e 30 minuti

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)= 5,82 ore

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl) = 2.5 ore

TE = Tmax + (Tmin/2) = 5,82 + (2.5/2)= 7.07 ore = 7 ore e 4 minuti circa

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

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Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/ Wed, 31 Mar 2021 18:16:41 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8230 L'articolo Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici

(Versione Beta)

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Riassunto

L’articolo presenta un nuovo modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD   
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT  
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR 

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

Il metodo presentato è ancora nella sua versione di studio e richiede approfondimenti soprattutto di tipo statistico legati alle probabilità degli eventi pericolosi associati ai singoli luoghi interessati ai servizi escursionistici. Chiunque voglia collaborare a migliorare il metodo può farlo inviando i propri contributi a info@aiptoc.it

Il Metodo delle tre Matrici

Le Guide escursionistiche e le strutture che forniscono servizi di avventura in genere, dovrebbero sempre, come consigliato dalla norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti e dalla norma internazionale, ancora in fase di discussione (la “ISO/CD 3021 – Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements”), compilare un inventario dei pericoli e dei rischi che andrebbe aggiornato periodicamente.

Di seguito un elenco non esaustivo di situazioni in cui potrebbe essere opportuno effettuare una valutazione del rischio:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Pericoli legati alla meteorologia
    • Nebbia
    • Fulmini e Temporali
    • Valanghe
    • Pioggia, Esondazioni
    • Vento
    • Grandine, Neve e Ghiaccio
  • Conflitti tra i partecipanti e/o tra i componenti del Team operativo
  • Rischi di cadute o scivolamento lungo il sentiero
  • Cadute in acqua
  • Caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso
  • Aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  • Equipaggiamento inadatto
  • Incendi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione
  • Inquinamento ambientale
  • Intossicazioni alimentari
  • Traffico veicolare
  • Malessere o difficolta dei partecipanti
    • Mal di montagna (MAM – Male Acuto di Montagna)
    • Labirintite
    • Vertigini (acrofobia)
    • Insolazione (colpo di sole)
    • Ipotermia
    • Ipertermia (colpo di calore)
    • Disidratazione
    • Stanchezza
    • Riluttanza o desiderio di rinuncia da parte del partecipante per qualsiasi motivo
  • Perdita di parti dell’equipaggiamento o altri strumenti accessori
  • Perdita di uno o più partecipanti

I concetti di rischio e pericolo

Il concetto di rischio è molto ampio e non riguarda unicamente il settore della sicurezza delle persone, l’analisi del rischio (risk assessment) e la relativa gestione (risk management) è ormai applicato in tutti i settori per svariate esigenze e non solo quelle relative agli ambienti di lavoro.

Rivediamo ancora una volta la differenza che esiste tra “pericolo”, “danno” e “rischio” limitandoci comunque all’ambito della sicurezza dei partecipanti e del team operativo interessato ad una escursione.

Pericolo (P)

Potenziale fonte di lesione o danno alla salute (la vipera è un pericolo)

Danno (D) (rischio + evento scatenante)

Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’eventi (il danno provocato dal morso di una vipera)

Rischio (R) (pericolo + esposizione)

Combinazione della probabilità e della conseguenza (danno) del verificarsi di uno specifico evento pericoloso (il rischio di essere morsi da una vipera durante un evento escursionistico)

Per ogni pericolo che interessa l’ambito escursionistico andrebbe calcolato il rischio tenendo conto delle probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (evento scatenante) e delle possibili entità del danno che i partecipanti o lo stesso personale del team operativo può subire.

Il rischio R può essere ricondotto al prodotto di due grandezze probabilistiche R = PxD:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)

R = PxD è anche raffigurabile in un grafico avente in ascissa la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

È possibile ridurre il rischio in modo significativo attraverso:

  • Interventi di Prevenzione: mirano alla riduzione della probabilità di accadimento dell’evento
  • Interventi di Protezione: mirano a ridurre il danno senza intaccare la probabilità di verificarsi dell’evento.

Rivediamo il grafico precedente da un altro punto di vista.

Indichiamo con:

Rc: Rischio calcolato con la formula R=PxD (in questa fase non consideriamo, per semplificazione il fattore moltiplicativo T che vedremo invece più avanti)

Ra: Rischio accettabile

Rs: Rischio residuo

Nel grafico seguente, al fine di ricollegarci con i termini usati precedenti, indichiamo R1= Ra; R2=Rc; f=P e m=D

Come si può vedere dal grafico, l’obiettivo generale è, attraverso interventi di prevenzione e protezione, ma anche attraverso adeguate misure organizzative, di abbattere la curva del rischio, in modo da ottenere un rischio residuo che sia al disotto del rischio accettabile.

Metodo delle tre Matrici

In questa sede verrà presentato un modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

1) Calcolo di Ri: Rischio iniziale (Matrice PxD)

Il calcolo del rischio iniziale avviene applicando la classica Matrice del rischio

Rivediamo le variabili che andranno a costituire la matrice R=PxD

Definizione del valore di probabilità (P)

VALORE DI 

PROBABILITÀ

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Improbabile

• Il suo verificarsi richiederebbe la concomitanza di più eventi poco probabili per provocare danni 

• Non sono noti fatti analoghi verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe incredulità

• Frequenza di accadimento molto bassa

2 Poco probabile

• Il suo verificarsi richiederebbe circostanze non comuni e di poca probabilità per provocare danni 

• Sono noti solo rarissimi episodi analoghi già verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento bassa

3 Probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento media

4 Molto probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Esiste una correlazione diretta tra la situazione in esame ed il verificarsi del danno ipotizzato

• Frequenza di accadimento alta

Per quanto riguarda il valore P, molto è legato alla esperienza del Leader escursionista tenendo conto di volta in volta del contesto in cui ci troviamo. Se consideriamo ad esempio al pericolo costituito dalla vipera e la probabilità di incontrarla, il valore da dare a P è zero se ci si trova in Sardegna e può variare da tanti fattori in base alla zona oggetto della escursione ma anche in base alla stagione, alle temperature, al tipo di terreno incontrato durante il percorso, agli orari della giornata e così via.

Nel calcolo del valore P bisognerà quindi tenere conto di molti fattori, tra cui:

  • Tipo di terreno incontrato durante l’escursione
  • Località
  • Stagione
  • Temperature effettive
  • Orario della giornata
  • Segnalazioni precedenti, esperienze personali e fatti noti associati al luogo visitato

Definizione del valore di gravità del danno (D)

VALORE DI 

DANNO

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Lieve
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti immediatamente reversibili o temporanei
  • Danni ambientali lievi immediatamente ripristinabili
2 Medio
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti reversibile
  • Danni ambientali non gravi facilmente ripristinabili
3 Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti
  • Danni ambientali gravi difficilmente ripristinabili o ripristinabili non immediatamente
4 Molto Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze letali o di invalidità totale o gravemente invalidanti
  • Danni ambientali molto gravi non ripristinabili

Bisognerà tenere conto del possibile danno che può derivare da un incontro o una esposizione con la fonte del possibile danno. Ad esempio, un morso di vipera o di un ragno altamente velenoso potrebbe in alcune circostanze, portare alla morte, da qui il consiglio di assegnare il valore massimo al parametro D per cui andrebbe messo 4.

Matrice del Rischio R=Probabilità/Danno

La scelta effettuata in questo modello è la seguente:Il risultato è una matrice a 2 dimensioni R=PxD, dove la valutazione numerica e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

R >9 Rosso -> rischio alto

≤ R < 9 Arancione -> rischio medio alto

≤ R < 6 Giallo -> rischio medio basso

≤ R < 3 Verde -> rischio basso

2) Calcolo di Rc: Rischio calcolato (Matrice PxDxT)

Consideriamo adesso la seguente variabile

  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)

Per il calcolo del valore correttivo bisogna distinguere i partecipanti come partecipanti a rischio (Es: presenza di patologie o con situazioni fisiche debilitanti, bambini, anziani, ecc.) e partecipanti non a rischio. Inoltre, è opportuno tenere conto della preparazione e informazioni ricevute che può essere adeguata o meno.

Valore correttivo T legato ai Partecipanti

Valore 

Correttivo

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati
1,5 Partecipanti non a rischio non adeguatamente preparati o informati
2 Partecipanti a rischio adeguatamente preparati e informati
3 Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 1 a 3 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito sulla tipologia dei partecipanti potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi che possono assumere i casi individuati.

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3

La formula Rc= PxDxT indica il rischio calcolatoche tiene conto del fattore correttivo T

Come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalla correzione del fattore T) e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

Il risultato finale sarà una matrice del rischio che si basa su 3 variabili: P, D e T, non essendo semplice la rappresentazione in 3D di tale matrice vediamo i vari valori che potranno assumere le singole celle della matrice bidimensionale PxD.

In base ai valori che può assumente la variabile T, sarà quindi possibile ottenere le seguenti tabelle finali.

 

Come si può notare il rischio calcolato aumenta al variare di T si va da T=1 (Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati) che vede una situazione invariata rispetto al calcolo iniziale a T=3 (Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati) che vede il rischio calcolato triplicarsi rispetto al calcolo iniziale.

3) Calcolo di Rs: Rischio residuo (Matrice PxDxTxFR)

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3 e da un ulteriore fattore riduttivo FR che va da 1 a 0.2

Nel calcolo del rischio, R = PxDxT (Rischio = Probabilità X Danno X Tipologia di Partecipante), dovrebbe essere considerato un ulteriore fattore correttivo, in questo caso riduttivo “FR”, legato alla competenza, preparazione, e adozione di un sistema di gestione per la sicurezza da parte degli organizzatori delle escursioni.

Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:

  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Per ognuno dei parametri Prev, Prot, Comp e Org daremo un valore che va da 0 a 0.2.

Valore correttivo legato alla Prevenzione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Prevenzione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Prevenzione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna prevenzione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Protezione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Protezione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Protezione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna protezione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Competenze

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Competenze Adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Competenze sufficienti ma migliorabili
0,05 Non sufficiente Competenze non sufficienti al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna competenza specifica in base al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Organizzazione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto ma risultano migliorabili
0,05 Non sufficiente L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto che non sono sufficienti
0 Assente L’organizzazione non ha adottato nessun SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto

 

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 0 a 0,2 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi da associare alle diverse situazioni

La formula FR = 1- (Prev+Prot+Comp+Orga) costituirà il Fattore di Riduzione FR. Si può notare come il valore può variare da FR=1 (minimo valore di riduzione) a FR=0,2 (massimo valore di riduzione). La proposta è quella di non andare oltre lo 0.2 in quanto si parte dal presupposto che il rischio residuo, non possa mai, per un principio di prudenza, scendere al di sotto del 80% del rischio calcolato nella fase iniziale.

Il risultato finale sarà quindi una matrice del rischio che si basa su 4 variabili: P, D, T, FR.

La formula Rs (Rischio residuo) = R=PxDxTxFR rappresenterà il rischio residuo che dovrebbe essere, se possibile al di sotto del rischio accettabile Ra.

Vediamo una delle matrici viste in precedenza (il caso peggiore) come si trasforma nel caso in cui FR sia 0.2 (situazione ottimale dal punto di vista della prevenzione, protezioni, competenze e misure organizzative adottate.

 

Come si vede dai colori, il rischio calcolato inziale si è ridotto in modo notevole grazie ad adeguate misure di protezione, prevenzione, competenze del personale e organizzazione che adotta procedure specifiche. Ciò che deve far riflette è che il rischio esiste sempre. La cella rossa potrebbe significare, ad esempio che nonostante tutte le accortezze adottate o adottabili, se incontriamo una vipera e il morso riguarda una persona in condizioni debilitanti o bambino, il rischio rimane altissimo.

La metodologia della matrice a 4 variabili, si adatta a qualsiasi “servizio di avventura” potrebbe inoltre essere applicata in qualsiasi situazione che vede il coinvolgimento fisico di partecipanti, compreso le classiche offerte turistiche e culturali (es visita di un museo o di una località turistica).

Così come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalle correzioni dei fattori T e FR) e cromatica del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi che l’organizzatore della escursione (o il leader) dovrà attivare al fine di ridurre i rischi durante il percorso escursionistico.

In conclusione possiamo quindi affermare che in ambito escursionistico può quindi essere calcolato in base alla valutazione delle seguenti variabili:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)
  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)
  • Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:
  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Nota: Il rischio globale da considerare per una escursione non dovrebbe essere una media dei singoli rischi ma dovrebbe essere quello più alto rilevato tra tutti i tipi di rischio valutati.

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

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