Formatore Ambientale (Educatore Ambientale): Schema di riferimento

Schema C) Professione non regolamentata.

Lo schema di riferimento si basa sul modello ‘Ciclo delle Competenze‘ ed è in linea con il ‘Tourism, Arts, Heritage Competence Framework (TAH-CF)’. il TAH-CF è definito in conformità con il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF), la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2009/C 155/02 (ECVET) e lo schema APNR (Attività Professionali Non Regolamentate) adottato dall’UNI per la normazione tecnica delle professioni non regolamentate.”

Lo schema è sottoposto ad una prima inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. Tutte le parti interessate sono invitate a migliorare lo schema inviando i loro contributi a info@aiptoc.it

Descrizione

PPC18: Formatore Ambientale (Educatore Ambientale)

L’Educatore Ambientale  è una figura professionale altamente specializzata, che si focalizza sulla sensibilizzazione e sull’istruzione riguardo le tematiche ambientali e lo sviluppo sostenibile. Le sue competenze abbracciano vari aspetti, dalla conoscenza approfondita degli ecosistemi e della biodiversità, alla capacità di promuovere pratiche sostenibili, fino alla ricerca e alla valorizzazione dei beni ambientali.

Le aree di competenza dell’Educatore Ambientale includono:

  1. Individuazione e Conoscenza: Capacità di identificare gli elementi chiave degli ecosistemi, comprendere le interazioni tra specie e l’impatto delle attività umane sull’ambiente.

  2. Protezione e Ricerca: Impegno nella tutela dell’ambiente attraverso la ricerca scientifica e l’applicazione di metodi e tecniche per la conservazione.

  3. Valorizzazione: Promozione del patrimonio naturale come risorsa preziosa che necessita di conservazione e attenzione.

  4. Formazione ed Educazione: Sviluppo e attuazione di programmi educativi mirati a diverse fasce di età, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza ambientale e promuovere comportamenti sostenibili.

  5. Promozione dello Sviluppo Sostenibile: Incoraggiamento di pratiche che bilanciano le esigenze economiche, sociali e ambientali per le generazioni presenti e future.

L’Educatore Ambientale può essere un dipendente o un lavoratore autonomo che fornisce le sue prestazioni in una varietà di contesti, dai centri di educazione ambientale ai parchi e riserve naturali, dalle istituzioni educative alle organizzazioni non profit e enti locali.

La sua attività può variare da lezioni teoriche a laboratori pratici, da escursioni guidate a campagne di sensibilizzazione, sempre con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza e il rispetto per l’ambiente.

La figura dell’Educatore Ambientale è fondamentale in un’epoca in cui le questioni ambientali sono sempre più pressanti. Attraverso il loro lavoro, gli educatori ambientali non solo trasmettono conoscenze importanti, ma ispirano anche un cambiamento positivo nel comportamento individuale e collettivo verso un futuro più sostenibile.

 Normativa di riferimento

  • Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF)
  • Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET)
  • Legge 4/2013 relative alle professioni non regolamentate

 Compiti e attività specifiche

Nell’assegnazione dei compiti, è stata effettuata la seguente distinzione:

  • Compiti fondamentali: compiti indispensabili per la figura professionale
  • Compiti facoltativi: compiti aggiuntivi ai fondamentali che sono a discrezione del singolo professionista o che dipendono da particolari contesti ecomuseali 

Descrizione dei compiti fondamentali e specifici

I singoli compiti possono essere eventualmente descritti da un insieme di attività specifiche ad essi associati.

Di seguito vengono elencati i compiti e le attività specifiche associando, per ogni compito o attività specifica i requisiti di conoscenze, abilità e competenze. Verrà infine indicata una matrice di correlazione riassuntiva al fine di fornire una rappresentazione sintetica e complessiva di quanto esposto.

  • T1: Effettuare attività di studio nell’ambito della educazione ambientale e nelle discipline affini e collegate
  • T2: Analizzare il Contesto di riferimento
    • 1 Individuare e Analizzare gli stakeolders (chi sono le parti interessate)
    • 2 Individuare e Analizzare la normativa di settore
    • 3 Individuare e analizzare il Patrimonio Ambientale di riferimento
    • 4: Valutare i bisogni formativi e le aspettative dell’utenza reale e potenziale per il settore di riferimento
  • T3: Individuare scopo, obiettivi e tipologia del servizio educativo (caratteristiche del servizio)
  • T4: Progettare il servizio educativo
  • T5: Comunicare il servizio educativo
  • T6: Realizzare il servizio educativo
    • 1: Pianificare le attività e le procedure del servizio educativo
    • 2: Gestire le risorse economiche (budget)
    • 3: Gestire le risorse umane (staff)  
    • 4: Garantire il corretto svolgimento del servizio educativo
    • 5: Verificare e controllare il rispetto della normativa vigente applicabile
    • 6: Monitorare e valutare i servizi educativi erogati
  • T7: Migliorare l’offerta educativa (miglioramento continuo)

Compiti facoltativi

  • T8: Realizzare, Curare eventi espositivi su tematiche ambientali
  • T9: Sviluppare e realizzare escursioni ambientali ai fini educativi ed ecoturistici
  • T10: Interfacciarsi in lingua straniera in funzione del target territoriale di riferimento dei propri clienti

Le competenze dei compiti T8, T9 E T10 possono essere messe a disposizione anche da altri componenti del team incaricato di svolgere il servizio di educazione ambientale laddove la richiesta dell’utenza lo preveda.

 Criteri di Valutazione del profilo

Per l’attestazione del possesso delle competenze si propone di tenere in considerazione metodologie che tengono conto dei seguenti aspetti in modo non mutuamente esclusivi, vale a dire eventualmente in combinazione tra di loro:

  • Titoli di studio rilasciati in ambito accademico (Apprendimento Formale)
  • Formazione Specifica (Apprendimento Non Formale)
  • Esperienza lavorativa o professionale (Apprendimento Informale)

Riguardo ai titoli di studio, salvo specifiche richieste da amministrazioni (eco)museali, si potrebbero considerare deroghe. Data la diversità di temi, obiettivi, dimensioni e tipologie degli (eco)musei, se un individuo può dimostrare di aver acquisito le competenze necessarie attraverso esperienze di vita e di lavoro, potrebbe non essere essenziale un titolo accademico specifico. (*)

(*) Si riporta a tal proposito quando indicato al punto 15 della Carta nazionale delle professioni museali redatta da ICOM (2008):

Di norma, le competenze richieste alle diverse figure professionali corrispondono al possesso di titoli di studio certificati (diplomi, lauree, master, ecc.). Tuttavia, esistono musei che per tipo e/o missione richiedono competenze acquisibili solo attraverso esperienze di vita e di lavoro. In questi casi sono possibili deroghe motivate da parte delle amministrazioni responsabili, relativamente alla richiesta di titoli di studio specifici. Il personale che già lavora nei musei e che ha maturato nel corso dell’esperienza lavorativa conoscenze e competenze adeguate potrà utilmente frequentare corsi di formazione in modo da aggiornare la propria preparazione secondo quanto indicato nei profili.

L’esperienza lavorativa o professionale può essere dimostrata attraverso vari strumenti tra cui:

  • Curriculum Vitae
  • Portfolio professionale
  • Collocamento oggettivo sul mercato (premi, riconoscibilità regionale, nazionale o internazionale)
  • Pubblicazioni (scientifiche o editoriali)

Requisiti di accesso alla figura professionale 

Requisiti di accesso alla figura professionale 

  • Aver frequentato percorsi formativi specifici per la figura professionale in oggetto organizzati/riconosciuti da Università, Regioni o da Associazioni di professionisti istituiti ai sensi della legge 4/2013 e riconosciuti dal MISE. 

Oppure

  • Aver frequentato un percorso di formazione specifica i cui contenuti e le modalità di valutazione siano conformi al presente standard.

Oppure

  • Aver frequentato un percorso di formazione specifica i cui contenuti sono esplicitati da norme UNI, laddove esistenti,  purché coerenti con la competenza in oggetto. (norma non ancora presente)

Oppure

  • Essere inseriti in Registri di Associazioni di Professionisti costituiti  ai sensi della legge 4/2013 e riconosciuti dal MISE purché riferenti alla figura professionale in oggetto e aver ottenuto Attestazione di Qualità e Qualificazione Professionale ai sensi della legge 4/2013

Oppure

  • Essere inseriti in Registri/Elenchi Regionali laddove tale figura è stata precedentemente regolamentata da una normativa regionale.

Oppure

  • Laurea in: Scienze naturali, ambientali o equipollente, Scienze geologiche, Scienze della Formazione  e della Comunicazione, Lettere Moderne con indirizzo educativo e almeno un anno, anche non continuativo, di comprovata esperienza lavorativa o professionale come educatore ambientale 

Oppure

  • Almeno 3 anni di comprovata esperienza lavorativa o professionale come educatore ambientale ed aver superato una esame specifico atto a valutare le conoscenze, abilità e competenze previste dal presente standard   .  

Oppure

Essere professionisti del turismo nella qualità di guide o accompagnatori, possedere un Attestato di Qualità e Qualificazione rilasciato ai sensi della Legge 4/2013 da una Associazione professionale autorizzata dal MISE ed aver frequentato un percorso di formazione integrativo i cui contenuti  completino le conoscenze previste dal al presente standard  e non ancora in possesso di tali professionisti.  

Nota: L’Attestazione di Qualità e Qualificazione Professionale richiesta, non ha alcuna attinenza, ai sensi del comma 6 dell’art.2 della legge 4/2013, con eventuali attività disciplinate per legge che rimangono nella sfera delle abilitazioni previste dalla normativa vigente. 

Oppure

Essere professionisti del turismo nella qualità di guide o accompagnatori (nei diversi settori), possedere un Attestato di Qualità e Qualificazione rilasciato ai sensi della Legge 4/2013 da una Associazione professionale autorizzata dal MISE ed aver superato una esame specifico atto a valutare le conoscenze, abilità e competenze previste dal al presente standard  e non ancora in possesso di tali professionisti.  

Nota: L’Attestazione di Qualità e Qualificazione Professionale richiesta, non ha alcuna attinenza, ai sensi del comma 6 dell’art.2 della legge 4/2013, con eventuali attività disciplinate per legge che rimangono nella sfera delle abilitazioni previste dalla normativa vigente. 

Nota di approfondimento 

Differenza tra Educatore Ambientale e le figure di Educatore professionale socio-pedagogico, pedagogista 

L’educatore socio-pedagogico e l’educatore ambientale sono due figure professionali distinte che operano in ambiti specifici, ognuna con obiettivi e metodi educativi propri. Di seguito vengono descritte le principali differenze tra queste due figure:

Educatore Professionale Socio-Pedagogico

  1. Ambito di intervento: L’educatore professionale socio-pedagogico opera nei servizi socio-educativi e socio-assistenziali e nei servizi socio-sanitari, per questi ultimi limitatamente agli aspetti educativi.  L’educatore professionale socio-pedagogico valuta, progetta, organizza e mette in atto progetti, interventi e servizi educativi e formativi in ambito socio-educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, per quest’ultimo limitatamente agli aspetti educativi, rivolti a persone in difficoltà o in condizione di disagio. (Art 3 Legge 55/2024)
  2. Obiettivi: Gli obiettivi includono il supporto allo sviluppo delle competenze sociali, emotive e cognitive, il rafforzamento dell’autostima, la prevenzione del disagio sociale e la promozione dell’integrazione e dell’inclusione.
  3. Metodi e strumenti: Utilizza metodologie educative, tecniche di counseling, attività di gruppo e individuali, laboratori espressivi e ludico-creativi, programmi di formazione e orientamento, per favorire l’apprendimento e il miglioramento della qualità di vita degli individui.

Educatore Ambientale

  1. Ambito di intervento: L’educatore ambientale si concentra sull’educazione ambientale e sulla sensibilizzazione riguardo le tematiche legate alla sostenibilità, alla conservazione della natura e alla promozione di stili di vita sostenibili. Il suo pubblico può variare dai bambini agli adulti, in contesti formali (scuole) e informali (parchi, riserve naturali, comunità).

  2. Obiettivi: Gli obiettivi principali sono aumentare la consapevolezza ambientale, promuovere atteggiamenti e comportamenti rispettosi dell’ambiente, educare alla sostenibilità e alla biodiversità, e incoraggiare azioni concrete a favore dell’ambiente.

  3. Metodi e strumenti: Impiega attività didattiche all’aperto, escursioni, laboratori pratici, progetti di citizen science, giochi e simulazioni, per insegnare concetti ecologici e ambientali in modo interattivo e coinvolgente.

In sintesi, mentre l’educatore socio-pedagogico si focalizza sullo sviluppo sociale ed educativo dell’individuo e sul suo benessere all’interno della società, l’educatore ambientale mira a instillare una maggiore consapevolezza e responsabilità ambientale, educando al rispetto e alla tutela dell’ambiente naturale. Entrambe le figure professionali sono fondamentali per promuovere una società più equa, inclusiva e sostenibile.

Link alla recente legge 55/2024: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/04/23/24G00072/SG

 

Elementi di riflessione per le figure indicate nella LEGGE 27 dicembre 2017, n. 205

La legge 205/2017 al comma 594 stabilisce i requisiti per ottenere la qualifica di:

  • Educatore professionale socio-pedagogico
  • Pedagogista

Per quanto riguarda le prime due figure la legge stabilisce che operano nei  servizi  e  nei  presidi   socio-educativi   e socio-assistenziali,  nei  confronti  di  persone   di   ogni   eta’, prioritariamente  nei  seguenti  ambiti:   educativo   e   formativo; scolastico;   socio-assistenziale,   limitatamente    agli    aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e  della  famiglia;  culturale; giudiziario; ambientale;  sportivo  e  motorio;  dell’integrazione  e della cooperazione internazionale.  

1)  servizi  e   presidi  presidi   socio-educativi   e socio-assistenziali. 

I presidi socio-educativi e socio-assistenziali sono strutture e servizi destinati a fornire supporto, assistenza, educazione e integrazione a individui e gruppi che si trovano in situazioni di vulnerabilità o bisogno. Questi presidi mirano a promuovere il benessere sociale, l’educazione e l’inclusione di persone di tutte le età, dalla prima infanzia alla terza età, attraverso interventi mirati e personalizzati. Di seguito vengono descritte le caratteristiche principali di entrambi:

  1. Presidi socio-educativi: Questi presidi si concentrano sull’educazione e lo sviluppo personale e sociale degli individui. Spesso sono rivolti a bambini, adolescenti e giovani adulti, ma possono anche includere programmi per adulti e anziani. Gli obiettivi principali includono il sostegno educativo, la prevenzione del disagio giovanile, la promozione dell’integrazione sociale e il rinforzo delle competenze personali e sociali. Esempi di presidi socio-educativi possono includere centri diurni per minori, laboratori educativi, centri di aggregazione giovanile e programmi di formazione e orientamento.

  2. Presidi socio-assistenziali: Questi servizi si focalizzano sull’assistenza e il supporto a persone che si trovano in situazioni di fragilità, come anziani, disabili, famiglie in difficoltà economica o sociale, e immigrati. Gli obiettivi includono la tutela della salute, il sostegno alla domiciliarità, l’integrazione sociale, e l’assistenza nelle attività quotidiane. Esempi di presidi socio-assistenziali possono essere i servizi di assistenza domiciliare, i centri di accoglienza per persone senza fissa dimora, le case famiglia per minori, e le strutture residenziali per anziani o persone con disabilità.

In entrambi i casi, l’approccio utilizzato è generalmente multidisciplinare e personalizzato, basato sulle specifiche esigenze dell’individuo o del gruppo target. Questi presidi possono essere gestiti da enti pubblici, come i comuni o le regioni, o da organizzazioni del terzo settore, come associazioni, cooperative sociali e enti religiosi, spesso in collaborazione con le istituzioni pubbliche. L’obiettivo finale è quello di garantire la protezione sociale, promuovere l’inclusione e migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità.

2)  A proposito dell’articolo 594 della Legge 205/2017.

Riportiamo per chiarezza l’intero articolo 594 

“594. L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nell’ambito educativo, formativo e pedagogico, in rapporto a qualsiasi attivita’ svolta in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, in una prospettiva di crescita personale e sociale, secondo le definizioni contenute nell’articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, perseguendo gli obiettivi della Strategia europea deliberata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000. Le figure professionali indicate al primo periodo operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni eta’, prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale. Ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4, le professioni di educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista sono comprese nell’ambito delle professioni non organizzate in ordini o collegi.”

Il comma individua due aspetti: 

a) I settori in cui operano  le figure professionali di “Educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista”:  servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali

b) gli ambiti prioritari: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialita’ e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale.

A nostro avviso non va confuso l’ambito di riferimento con il fatto che negli stessi ambiti possono operare altre figure professioni distinte dall’Educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista, solo a titolo di esempio: Educatore ambientale,  Educatore Sportivo, Educatore Motorio, Educatore alla Cooperazione Internazionale o altri educatori che operano in questi ambiti.

Questo aspetto è fondamentale per comprendere che, sebbene gli ambiti di intervento possano sovrapporsi, le competenze e gli approcci metodologici possono variare significativamente a seconda della figura professionale.

La legge 205/2017 al comma 596 stabilisce inoltre i requisiti per ottenere la qualifica di Educatore professionale socio-sanitario, figura che non approfondiamo in questo contesto. 

Schema aggiornato: Formatore Ambientale (Educatore Ambientale): Schema di riferimento

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