Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard europei EQF e ECVET:
Lo Standard SF/TAH-CF
– Ver. 2.0

Premessa.

Il Quadro (Framework) di riferimento delle competenze richieste e applicate nel settore Turistico, delle Arti e del Patrimonio Culturale, denominato Tourism, Arts, Heritage Competence Framework (TAH-CF) è composto da competenze richieste, con particolare riferimento alle professioni intellettuali e di elevata specializzazione nei settori presi a riferimento.  Questo Quadro TAH-CF è stato sviluppato in linea con il Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF) e alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale – ECVET).

Elaborato inizialmente nel 2019, il Quadro TAH-CF è stato poi aggiornato nel 2022 e ha subito una significativa revisione nel 2023. Quest’ultima modifica ha segnato la transizione dal modello basato sulle “4 Dimensioni delle Competenze” al nuovo approccio del “Ciclo delle Competenze”.

Al Quadro TAH-CF sono inoltre associati due standard di riferimento ad esso collegati (cliccate sul nome dello standard per approfondire):

  • SP/TAH-CFStandard Professionale (SP) utilizzato per la costruzione o ridefinizione di profili professionali basati sul quadro TAH-CF e relativo alle professioni non regolamentate riferibile ai settori turistici, delle Arti e dello Spettacolo e del Patrimonio Culturale. Lo schema, almeno nelle linee di principio, può comunque essere utilizzato anche per altre professioni.
  • SF/TAH-CF: Standard Formativo (SF) utilizzato per la descrizione di percorsi formativi basati sul quadro TAH-CF ma che può essere utilizzato per qualsiasi percorso formativo relativo ad Apprendimenti Formali e Non Formali.

Le presenti Linee Guida vogliono offrire un contributo sulle modalità di applicazione dello Standard SF/TAH-CF e sono state adottate dall’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC) al fine di riconoscere i percorsi formativi che possono concorrere per l’inserimento nei registri interni AIPTOC.  

Lo standard SF/TAH-CF è uno standard formativo che può essere utilizzato per descrivere percorsi formativi in genere. Nasce per la descrizione di programmi di apprendimento relativo alle professioni non regolamentate riferibile ai settori turistici, dell’arte e dello spettacolo e del Patrimonio Culturale presenti nel quadro TAH-CF, ma può essere utilizzato per qualsiasi percorso formativo relativo ad Apprendimenti Formali e Non Formali.

Lo standard proposto richiede, tra l’altro, di definire le conoscenze, abilità e autonomia e responsabilità acquisite nel percorso formativo (risultati dell’apprendimento) nonché gli strumenti di valutazione dei risultati dell’apprendimento.

In sostanza si parla quindi di definire percorsi formativi, che devono basarsi sul concetto di learning outcomes. Questi esiti devono garantire l’acquisizione delle competenze rappresentate dal trinomio “Conoscenze, Abilità e Autonomia e Responsabilità”, necessarie per svolgere i compiti associati al ruolo professionale preso a riferimento. La formazione può essere iniziale, per ottenere le competenze, o di aggiornamento, per mantenerle; da qui la ciclicità delle fasi descritte.

Cenni al Ciclo delle Competenze.

La classificazione degli standard di riferimento per le qualifiche professionali e la formazione acquisita in contesti non formali e informali ha tradizionalmente seguito due principali approcci: gli Standard Professionali (o standard occupazionali) e gli Standard Formativi (o di istruzione/formazione). Con il passare degli anni, è emersa l’esigenza di integrare questi due tipi di standard, poiché, in realtà, non rappresentano entità distinte ma convergono nelle esigenze del mondo dell’istruzione e del lavoro.  Uno strumento utile all’integrazione degli standard professionali (SP) e formativi (SF) è proprio il modello denominato “Ciclo delle Competenze” a cui si rimanda per gli approfondimenti del caso.

Il Ciclo delle Competenze si basa sui seguenti elementi (o fasi):

  • 1) Individuare la Professione (Chi): L’insieme di riferimento sono le Professioni (P), che è da intendersi un insieme dinamico che fotografa lo stato di fatto ad un dato momento, del mondo delle professioni; pertanto, è suscettibile di evoluzione continua.
  • 2) Definire i Compiti (Cosa): L’insieme di riferimento sono i Compiti (Tasks). Per ogni professione, è essenziale definire i compiti e le attività specifiche che caratterizzano il relativo ruolo professionale
  • 3) Individuare le Aree di Competenza (Dove): L’insieme di riferimento sono le Aree di Competenza, che contengono i singoli settori tematici di competenza, all’interno dei quali sono individuabili le competenze necessarie per svolgere i compiti e le attività assegnate alla professione.
  • 4) Individuare le Competenze (Come): L’insieme di riferimento sono le competenze (Competences), che una volta specificato il compito associato, sono a loro volta definite attraverso le seguenti componenti:
      • Conoscenze (Knowledge) (Sapere)
      • Abilità (Skills) (Saper fare o capacità di applicare il sapere)
      • Livello di Autonomia e Responsabilità (responsibility and autonomy level): Livello richiesto di capacità di applicare le conoscenze e le abilità in modo autonomo e responsabile. Tale livello è associato ad uno degli otto livelli di cui alla classificazione QNQ/EQF)
  • 5) Formare (Con che cosa): L’insieme di riferimento sono gli strumenti, le tecniche, i metodi e i programmi di formazione utilizzati per sviluppare o migliorare le competenze identificate nella fase 4. Si tratta di determinare come un individuo può acquisire o perfezionare le competenze necessarie per una determinata professione. Il percorso formativo dovrebbe basarsi sugli esiti dell’apprendimento (learning outcomes) raggiunti al suo termine. Questi esiti devono garantire l’acquisizione delle competenze necessarie per svolgere i compiti associati al ruolo professionale preso a riferimento. La formazione può essere iniziale, per ottenere le competenze, o di aggiornamento, per mantenerle; da qui la ciclicità delle fasi descritte

Le diverse fasi del Ciclo delle Competenze, come l’individuazione della professione, la definizione dei compiti, l’individuazione delle aree di competenza e delle competenze stesse, nonché la formazione, sono tutte interconnesse e si influenzano a vicenda. Il Ciclo delle Competenze può essere visto come un ponte tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro. Esso fornisce un quadro di riferimento per identificare, definire e sviluppare competenze che siano sia pertinenti per le esigenze del mercato del lavoro, sia basate su solide basi educative e formative.

Il collegamento tra le fasi del Ciclo delle Competenze è gli standard professionali e formative è quindi il seguente:

  • Standard Professionali (SP)
    • Individuare la Professione (Chi)
    • Definire i Compiti (Cosa)
    • Individuare le Aree di Competenza (Dove)
    • Individuare le Competenze (Come)
  • Standard Formativi (SF)
    • Formazione (Training) (con che cosa)

Percorsi formativi conformi allo Standard SF/TAH-CF

Un percorso formativo può essere visto come un processo e dovrebbe essere descritto attraverso uno schema che comprenda almeno i seguenti elementi (o fasi).

Fasi del Processo Formativo

  • 1) Identificazione dei risultati dell’apprendimento: che ricordiamo sono definiti in termini di conoscenze, abilità e autonomia e responsabilità. Questa è la fase fondamentale in cui si stabiliscono gli obiettivi formativi.
  • 2) Individuazione delle Unità Capitalizzabili: Questa fase riguarda la strutturazione del percorso formativo in unità didattiche o moduli. Ogni unità dovrebbe avere obiettivi specifici e contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali del percorso. Ogni unità deve essere definita in termini leggibili e comprensibili e dovrebbe essere il più possibile “autoportante”, nel senso di indipendente dalle altre unità, così come in linea teorica i contenuti didattici dovrebbero riferirsi a specifiche competenze
  • 3) Valutazione della qualità erogata: identificazione degli strumenti di monitoraggio della qualità della formazione erogata
  • 4) Valutazione dei risultati dell’apprendimento: si tratta di identificare i metodi e i processi utilizzati per la valutazione dei risultati dell’apprendimento.
  • 5) Riconoscimento dei risultati dell’apprendimento: Questa fase riguarda il riconoscimento formale delle competenze acquisite. In questi casi bisogna distinguere almeno tra: Apprendimento Formale (Certificazione delle competenze) e Apprendimento Non Formale e Informale (Certificazione di terza parte/Attestazione)

I Vantaggi dello schema indicato sono diversi e tra questi:

  • Risultati dell’Apprendimento.Permette di definire percorsi formativi in termini di risultati dell’apprendimento, che indichino precisamente che cosa conosce ed è in grado di fare chi è in possesso dell’attestato finale rilasciato alla fine del percorso di formazione.
  • Trasparenza e Riconoscibilità.Garantisce una maggiore trasparenza, riconoscibilità dei contenuti e dei risultati dell’apprendimento.
  • Modularità e Flessibilità.L’utilizzo di unità capitalizzabili che siano anche “autoportanti” e indipendenti, riflette una tendenza crescente nella Formazione verso la modularità e flessibilità. 
  • Linguaggio Comune.Utilizzo di un linguaggio comune che facilita il mutuo riconoscimento di percorsi formativi tra le parti interessate.
  • Trasferimento delle Competenze.Il trasferimento di unità capitalizzabili consente ad una persona di far valere le competenze acquisite anche quando l’interessato cambia il suo percorso di apprendimento o di specializzazione professionale.
  • Collegamento tra Apprendimento Formale e Non Formale. Permette di favorire un collegamento migliore tra l’apprendimento formale, non formale e informale.
  • Collegamento tra Mondo del Lavoro e Mondo della Formazione. L’integrazione con il Ciclo delle Competenze permette di favorire un collegamento migliore tra mondo del lavoro (compiti) e mondo della formazione (risultati dell’apprendimento).

Nella realtà, proprio per tenere conto della indipendenza delle Unità Didattiche, si dovrà accettare un certo grado di “ridondanza” nel senso che i contenuti di una unità didattica serviranno ad acquisire competenze diverse e le stesse competenze potranno comparire in più unità didattiche. Questo comporta che anche il processo di valutazione delle competenze non può essere sempre effettuato a livello di singola unità didattica ma, in alcuni casi, spostato in avanti nel percorso formativo, a volte alla fine con attività successive (Project Work, Tesi, Tirocini lavorativi, esami finali scritti e orali).

I percorsi formativi a cui è possibile applicare le fasi del processo formativo presentate sono essenzialmente di due tipi:

  • Percorsi Formativi Professionalizzanti: Percorsi formativi, in genere di media e lunga durata, che forniscono competenze complesse i cui profili professionali in uscita sono riferibili a specifiche professionalità. Gli studenti che completano questi percorsi sono generalmente pronti per entrare direttamente nel mondo del lavoro in ruoli specifici. Questi percorsi possono includere tirocini, project work, e altre esperienze pratiche che permettono agli studenti di applicare le competenze apprese in contesti reali.
  • Percorsi Formativi di Base: Percorsi formativi, in genere brevi, che forniscono competenze di base, basate su singole tematiche che uno o più professionisti possono possedere e che concorrono alla costituzione delle competenze che i vari profili professionali devono avere. Anche i corsi di aggiornamento, essenziali per i professionisti che vogliono rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e innovazioni nel loro campo, rientrano in questa categoria.

Entrambi i tipi di percorsi hanno un ruolo fondamentale nel sistema formativo. Mentre i percorsi orientati alla professionalizzazione forniscono le competenze necessarie per specifiche carriere, i percorsi di base costituiscono lo strumento per un apprendimento costante e duraturo. Quest’ultimo è particolarmente strategico in un contesto lavorativo in costante mutamento, dove le competenze necessarie si evolvono con rapidità.

Struttura dello Standard

Lo schema di riferimento dello standard SF/TAH-CF prevede i seguenti item: 

  • 1) Descrizione dei risultati dell’apprendimento
  • 2) Struttura del Percorso Formativo
  • 3) Criteri di valutazione della qualità
  • 4) Criteri di valutazione dei risultati
  • 5) Riconoscimento dei risultati dell’apprendimento

Sebbene la presentazione del percorso formativo all’utente finale possa variare in base all’approccio comunicativo adottato, è essenziale che i contenuti previsti dallo schema siano comunque inclusi.

1) Descrizione dei risultati dell’apprendimento

Percorsi Formativi Professionalizzanti

Nel caso di un percorso formativo necessario ad acquisire le competenze necessarie per svolgere i compiti associati ad uno specifico profilo professionale, l’insieme delle Unità di apprendimento rappresenta gli esiti dell’apprendimento indispensabili per esercitare la professione delineata dal profilo stesso. È fondamentale partire dal presupposto che il profilo professionale sia stato sviluppato nel rispetto delle fasi 1-4 del Ciclo delle Competenze. In questo scenario, le competenze sono già state definite all’interno del profilo, rendendo l’obiettivo del percorso formativo estremamente chiaro: dotare l’individuo delle competenze necessarie per svolgere il ruolo professionale specificato.

Il titolo del Percorso Formativo dovrebbe, pertanto, identificare in modo univoco e preciso il percorso stesso, includendo un riferimento esplicito alla professione di riferimento.

Percorsi Formativi di Base

Nel caso di un percorso formativo di base è comunque utile individuare gli obiettivi specificando quali competenze tematiche sono fornite o aggiornate a fine percorso. Nei casi in cui i corsi base costituiscono le singole unità didattiche (o unità capitalizzabili) che concorrono a fornire le competenze in un percorso formativo professionalizzante potrebbe essere utile assegnare un livello EQF per definire il livello di autonomia acquisito per la competenza presa in considerazione. Infatti, percorsi formativi diversi, a volte hanno in comune unità didattiche (materie) ma con un grado di approfondimento diverso in funzione del tipo di professionalità acquisita.

Nei fatti questa avviene raramente in quanto come già detto, si applica il principio qualitativo di prevalenza, per cui il livello EQF complessivo viene assegnato solo alla figura professionale nel suo complesso.

Non è consuetudine fornire il livello EQF per i corsi di aggiornamento in quanto tendono ad essere focalizzati su aree specifiche e possono non coprire l’intera gamma di competenze richieste per un determinato livello EQF.

Sia per i corsi professionalizzanti che per quelli base può essere utile indicare quelli che vengono chiamati i prerequisiti di ingresso.

I prerequisiti di ingresso necessari per la frequenza del percorso formativo dovrebbero essere distinti in:

  • Prerequisiti cogenti: prerequisiti obbligatori che tengono conto della formazione formale (titoli di studio) e della formazione non formale (formazione specifica) o informale (esperienze lavorative o professionali) necessari per accedere al percorso.
  • Prerequisiti consigliati: Prerequisiti non obbligatori ma che possono essere utile per una migliore comprensione degli argomenti trattati nel percorso formativo proposto
  • Nessun prerequisito: in questo caso il percorso formativo è accessibile a tutti indipendentemente dalle conoscenze o titoli pregressi

2) Struttura del Percorso Formativo

Questa fase riguarda la strutturazione del percorso formativo in unità didattiche o moduli. Ogni unità dovrebbe avere obiettivi specifici e contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali del percorso. Ogni unità deve essere definita in termini leggibili e comprensibili e dovrebbe essere il più possibile “autoportante”, nel senso di indipendente dalle altre unità, così come in linea teorica i contenuti didattici dovrebbero riferirsi a specifiche competenze

    Percorsi Formativi Professionalizzanti

Nel caso di un percorso formativo il cui obiettivo è quello di far acquisire le competenze per svolgere i compiti associati ad uno specifico profilo professionale, l’insieme delle Unità capitalizzabili (unità di apprendimento o unità didattiche) costituiscono i risultati dell’apprendimento necessari a svolgere la professione individuata dal profilo.

Le Unità Capitalizzabili (Unità Didattiche “U.D”) dovrebbero essere strutturate in modo tale da rispettare le seguenti caratteristiche:

  • essere leggibili e comprensibili, indicando in modo esaustivo il programma didattico;
  • risultare, nei limiti del possibile, “autoportanti”, nel senso di indipendenti dalle altre unità;
  • valutabili;

Durata del corso

L’informazione sulla durata delle singole Unità Didattiche e di conseguenza dell’intero percorso formativo dovrebbe permettere di individuare le ore effettive di frequenza e le ore complessive di impegno necessario per ottenere i risultati dell’apprendimento.

Le ore effettive di frequenza sono stabilite dalle Lezioni e dalle attività di Stage, Tirocinio lavorativo o Project Work laddove previsto.

Le ore di impegno complessivo (carico di lavoro) devono tenere conto anche di:

  • Esercitazioni, preparazione di elaborati o studio personale
  • Preparazione e svolgimento degli esami
  • Seminari
  • Visite Aziendali

Il carico di lavoro è una stima del   tempo che si rende necessario per conseguire i risultati di apprendimento previsti per il percorso formativo. Occorre comunque tener presente che questo numero di ore è da intendersi come tempo medio di apprendimento, e rappresenta un carico di lavoro ritenuto normale per conseguire i risultati di ap­prendimento e che può variare da studente a studente.

Si pone il problema di come stimare l’impegno totale a fronte di attività effettivamente quantificabili come le lezioni didattiche lo stage o attività di laboratorio. Si propone di utilizzare, anche per lo standard ECVET (Formazione Non Formale), uno schema simile a quanto usato nello standard ECTS (Formazione Formale)

In ambito universitario, in genere sono questi i parametri utilizzati:

  • 1 ora di lezione frontale corrisponde a 3 ore di effettivo impegno individuale
  • 1 ora di esercitazione in laboratorio corrisponde a 2 ore di effettivo impegno individuale
  • 1 ora di tirocinio lavorativo o stage corrisponde a 2 ore di effettivo impegno individuale

Ad esempio, una materia universitaria che prevede 50 ore di lezioni (tra lezioni frontali ed esercitazioni in aula) comporta di norma un impegno totale di 150 ore e un corrispondente di 6 CFU (Crediti Formativi Universitari). Ogni CFU corrisponde a 25 ore di impegno totale).

In realtà il parametro legato alle lezioni frontali dovrebbe tenere conto del grado di difficoltà incontrata dallo studente nell’apprendere i concetti impartiti all’interno delle lezioni, la cosa non è del tutto semplice in quanto bisognerebbe analizzare una serie di parametri e variabili non sempre quantificabili oggettivamente. Per ogni Unità Didattica dovremmo ad esempio calcolare il tempo stimato per l’apprendimento, la durata complessiva, richiesta di approfondimento o di esercitazioni da parte dei docenti, ed altro ancora. 

Un compromesso potrebbe essere quello di “mediare” tra i vari elementi, ad esempio, una Unità Didattica della durata complessiva di 20 ore potrebbe essere rapportata, in termini di carico complessivo, considerando tre livelli distinti di difficolta:

  • Unità Didattica di alta difficoltà: parametro moltiplicatore 3 => 20*3 = 60 ore complessive di impegno
  • Unità Didattica di media difficoltà: parametro moltiplicatore 2 => 20*2 = 40 ore complessive di impegno
  • Unità Didattica di bassa difficoltà: parametro moltiplicatore 1 => 20*1 = 20 ore complessive di impegno.

Come si può notare il valore più alto del parametro corrisponde a quello che normalmente viene usato nella didattica universitaria basata sul sistema ECTS (apprendimento formale) 

Potrebbe essere effettuato un paragone assegnando i parametri alle varie materie di un percorso formativo a seconda del tipo di percorso (base, medio avanzato) anche se in qualsiasi tipologia di corso ci saranno sempre unità didattiche con un diverso livello di difficoltà di apprendimento

Percorsi Formativi di Base

Per i corsi base o di aggiornamento è sufficiente indicare il programma didattico che esplicita le conoscenze acquisite alla fine dell’unità.

Nei casi in cui i corsi base costituiscono le singole unità didattiche (o unità capitalizzabili) che concorrono a fornire le competenze in un percorso formativo professionalizzante basato sul sistema ECVET è consigliabile indicare il numero di crediti associati alla singola unità.

Il numero complessivo di crediti ECVET assegnato all’intero percorso è legato alle ore complessive di impegno (carico di lavoro) necessarie per ottenere i risultati dell’apprendimento previste tutte le U.D. 

3) Criteri di valutazione della qualità

Percorsi Formativi Professionalizzanti e di Base

La qualità della formazione erogata andrebbe valutata utilizzando apposite procedure interne della qualità e questionari di customer Satisfiction da erogare possibilmente in forma anonima.

Dovrebbero essere prese in considerazione, in funzione della complessità e della durata del percorso formativo, uno o più dei seguenti elementi:

  • Utilizzo di una procedura che definisce le modalità di monitoraggio della qualità erogata e della somministrazione dei questionari di Customer Satisfaction
  • Utilizzo di una procedura che definisce le modalità di gestione delle Non conformità e delle Azione Correttive
  • Utilizzo di una procedura che definisce i fattori, gli indicatori di qualità e gli standard attesti e le modalità di analisi dei dati raccolti durante le attività di monitoraggio e rilevazione della Qualità
  • Erogazione di un Questionario di soddisfazione erogato per ogni singola unità didattica
  • Erogazione di un Questionario di soddisfazione erogato alla fine del percorso formativo

4) Criteri di valutazione dei risultati

Per la valutazione dei risultati dell’Apprendimento è opportuno distinguere i casi di

  • Apprendimento Formale: le metodologie e gli attori per i soggetti interessati alla valutazione dell’apprendimento formale sono stabiliti per via legislativa (per esempio Diploma, Laurea, esami di Stato).

Apprendimento Non Formale e Informale. La valutazione della formazione specifica (formazione non formale) dovrebbe avvenire comunque utilizzando, possibilmente, strumenti riconoscibili

Quanto segue si riferisce alla valutazione dei risultati di apprendimento associati alla Formazione Non Formale e Informale.

Percorsi Formativi Professionalizzanti

La valutazione della formazione specifica dovrebbe essere effettuata valutando le Conoscenze, le Abilità e la relativa Autonomia e Responsabilità, utilizzando, quando possibile, almeno i seguenti elementi di valutazione:

  • Esame scritto per la valutazione delle conoscenze
  • Project work (o tirocinio lavorativo o stage)
  • Esame orale
  • Apprendimento Informale

Percorsi Formativi di Base

La valutazione in questi casi è più semplice e potrebbe essere sufficiente la valutazione delle conoscenze acquisite, eventualmente tramite test finali o compiti scritti.

5) Riconoscimento dei risultati dell’apprendimento

Dopo aver identificato e valutato i risultati dell’apprendimento, è essenziale riconoscerli ufficialmente. A questo proposito, la seguente definizione risulta pertinente:

 Riconoscimento dei risultati dell’apprendimento (ECVET): Il processo in cui sono attestati i risultati dell’apprendimento ufficialmente conseguiti attraverso l’attribuzione di unità o qualifiche. (ECVET, Allegato I, definizione h)

In questo passaggio finale del processo è opportuno distinguere i casi di

  • Apprendimento Formale (Certificazione delle competenze)
  • Apprendimento Non Formale e Informale (Certificazione di terza parte/Attestazione)

Apprendimento Formale

L’apprendimento formale è, di norma, quello che avviene all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione, e culmina con il rilascio di titoli aventi valore legale. Ad esempio: certificati o attestati di qualifica professionale rilasciati dalle Regioni o da enti da esse accreditati; diplomi rilasciati da istituti professionali o altre istituzioni della scuola secondaria di secondo grado; altri titoli rilasciati da istituti di istruzione superiore, come università o istituti AFAM.

Apprendimento Non Formale

L’apprendimento non formale è essenzialmente quello che si verifica a seguito di percorsi formativi svolti al di fuori del sistema educativo di istruzione e formazione. Anche se non rilascia titoli aventi valore legale, può portare all’acquisizione di abilità e competenze professionali. Infatti, molte delle cosiddette “professioni non regolamentate” derivano da percorsi formativi non formali.

Apprendimento Informale

L’apprendimento informale è quello che si verifica attraverso “le esperienze”, che possono derivare da attività lavorative, quotidiane familiari, di volontariato o di tempo libero.

Per quanto riguarda l’apprendimento formale rimando a quanto previsto dalla normativa vigente, la quale rimanda alle autorità competenti il processo di certificazione delle competenze.

Nel caso dell’apprendimento non formale e informale, si utilizzano generalmente i seguenti termini:

  • Certificazione di terza parte: termine utilizzato dagli enti di certificazione del personale accreditati da Accredia. Essi “certificano” le competenze dei professionisti sulla base di specifiche norme UNI, che indicano i requisiti di conoscenze, abilità, autonomia e responsabilità previsti per le specifiche professioni.
  • Attestazione: in Italia, questo termine è utilizzato per definire il processo di Attestazione di Qualità e Qualificazione Professionale dei Servizi forniti dai professionisti ai sensi della Legge 4/2013. Tale attestazione è rilasciata dalle Associazioni Professionali inserite in un apposito elenco del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE).

Per l’attestazione del possesso delle competenze si propone di tenere in considerazione metodologie che tengono conto dei seguenti aspetti in modo non mutuamente esclusivi, vale a dire eventualmente in combinazione tra di loro:

  • Titoli di studio rilasciati in ambito accademico (Apprendimento Formale)
  • Formazione Specifica (Apprendimento Non Formale)
  • Esperienza lavorativa o professionale (Apprendimento Informale)

L’esperienza lavorativa o professionale può essere dimostrata attraverso vari strumenti tra cui:

  • Curriculum Vitae
  • Portfolio professionale
  • Collocamento oggettivo sul mercato (premi, riconoscibilità regionale, nazionale o internazionale)
  • Pubblicazioni (scientifiche o editoriali)

Il riconoscimento dell’apprendimento informale attraverso l’esperienza lavorativa o professionale è essenziale, poiché molte competenze vengono acquisite sul campo e non attraverso percorsi formativi tradizionali.

Il Titolo di studio, in genere obbligatorio nei casi di apprendimento formale, è si preso in considerazione ma il suo peso tende a diminuire all’aumentare delle competenze acquisite sul campo, poiché dimostrano la capacità di un individuo di applicare le sue conoscenze in situazioni reali.

Riferimenti Normativi e Bibliografia di riferimento

Le seguenti linee guida si basano, per alcuni argomenti, su una serie di documenti, anche di tipo normativo e tecnico che può essere utile consultare per ulteriori approfondimenti.

  1. Direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali
  2. Direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali
  3. Direttiva (UE) 2018/958 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 giugno 2018, relativa a un test della proporzionalità prima dell’adozione di una nuova regolamentazione delle professioni
  4. Raccomandazione del Consiglio sul quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2017 (European Qualification Framework – EQF), che abbroga la precedente raccomandazione del 23 aprile 2008
  5. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET) – (2009/C 155/02).
  6. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale
  7. Sistema europeo per l’accumulazione ed il trasferimento dei crediti (ECTS): Guida per l’utente 2015
  8. Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale (2012/C 398/01)
  9. Linee guida europee per la convalida dell’apprendimento non formale e informale – Centro Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale (CEDEFOP) – 2016
  10. Decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, a norma dell’articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92.”
  11. Decreto MLPS – MIUR 08/01/2018 “Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13”
  12. Sistema europeo per l’accumulazione e il trasferimento di crediti (ECTS)   Guida per l’utente, 2009)
  13. UNI 11697:2017: “Attività professionali non regolamentate – Profili professionali relativi al trattamento e alla protezione dei dati personali – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”.
  14. UNI 11506: Attività professionali non regolamentate – Figure Professionali operanti nel settore ICT – Requisiti per la valutazione e certificazione delle conoscenze, abilità e competenze per i profili professionali ICT basati sul modello e-CF
  15. UNI 11621-1 “Metodologia per la costruzione di profili professionali basati sul sistema e-CF” a sua volta ripreso dal CWA 16458 predisposto dal CEN Workshop Agreement. Il modello, pur essendo stato sviluppato per i profili ICT, ha il vantaggio che può essere applicato in qualsiasi settore.
  16. Decreto Presidente della Repubblica 212 del 8 luglio 2005 – Ordinamenti didattici AFAM
  17. Decreto 22 ottobre 2004, n.270 – Modifiche al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509
  18. Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, ai sensi dell’art.4, commi 58 e 68 della legge 28 giugno 2012, n. 92
  19. Usare i risultati dell’Apprendimento. Sere del Quadro delle Qualificazioni: Nota 4. edito dall’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea, © Unione Europea, 2011. Traduzione del 2014 a cura di ISFOL
  20. Un nuovo Quadro per le Competenze Turistiche: “Tourism Competence Framework (TCF)” di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios. ISBN: 9788832060010
  21. Qualità, Modelli Operativi e Competitività dell’Offerta Turistica (Ed. 2019) di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios ISBN: 9788832060034
  22. Documento online: Quadro delle Competenze del Turismo, delle Arti e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” .
  23. GUIDA CEN 14
  24. Bloom, B.S. (Ed.), Engelhart, M.D., Furst, E.J., Hill, W.H. and Krathwohl, D.R. Taxonomy of Educational Objectives: Handbook 1: Cognitive Domain. (1956)
  25. Anderson, L.W., Krathwohl, D.R. (Eds.) A Taxonomy for Learning, Teaching and Assessing. A Revision of Bloom’s Taxonomy of Educational Objectives. (2001)