Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici
Di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios – 2022

Nell’ottica di una politica di diffusione dei principi dell’Heritage Interpretation, il libro è gratuitamente a disposizione (in modalità ebook) su Accademia.edu.   Per chi lo desidera è possibile acquistare la versione cartacea su Amazon (anche con il Bonus Cultura e Carta del Docente).

Il libro è probabilmente uno dei primi contributi che mira a integrare i principi dell’interpretazione con quelli esperienziali e le metodologie del Quality Management. Nel libro vengono infatti definiti per la prima volta i principi alla base dei Percorsi Esperienziali. Inoltre, dopo 65 anni dalla prima stesura, vengono ridefiniti e ampliati i sei Principi di Tilden e introdotti gli strumenti per la misurazione della Qualità Esperienziale e Interpretativa. Infine, viene illustrato uno schema di riferimento contenente le competenze dell’Interprete del Patrimonio Culturale elaborato in conformità al Quadro (Framework) di riferimento delle competenze richieste e applicate nel settore Turistico, delle Arti e del Patrimonio Culturale, denominato Tourism, Arts, Heritage Competence Framework (TAH-CF).

Una delle caratteristiche innovative, presente ormai nei miei libri recenti, è quella di poter essere considerato un “libro espandibile” infatti, è data la possibilità di approfondire le informazioni fornite nel testo, con ulteriori informazioni e approfondimenti, anche di tipo multimediale, non presenti nel libro. Di volta in volta, sono presenti dei link e relativi QR-Code, che permetteranno di andare nelle pagine web di approfondimento, basta avere un telefonino e un lettore QR-Code.

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Descrizione dei capitoli 

Capitolo 1: “Percorsi Esperienziali”

Un percorso di Interpretazione del Patrimonio culturale è innanzitutto una esperienza; infatti, si usa spesso la frase “percorso di esperienza di interpretazione”. Ecco perchè il primo capitolo riguarda proprio il concetto stesso di “esperienza”. Come pronosticato da Pine e Gilmore nel 1999, stiamo assistendo ad un passaggio dall’economia dei servizi ad una economia delle esperienze, la trasformazione riguarda ormai non solo i settori storicamente legati al turismo (eventi e turismo culturale, museale ed ecomuseale, esperienziale, rurale e agriturismo, ricettività, ristorazione, artigianato artistico), ma anche quello dei servizi e della commercializzazione dei prodotti (marketing esperienziale). Questo comporta la necessità che le imprese (e i singoli professionisti), si preparino a quella che potremmo chiamare la Transizione Esperienziale che permetterà loro di mettere a disposizione i propri prodotti e servizi sotto forma di “Offerte Esperienziali”. Ecco, quindi, la necessità di capire bene quelli che possono essere chiamati “i principi del percorso esperienziale”.

Capitolo 2: Interpretazione del Patrimonio Culturale

Il secondo capitolo accenna a quelle che sono le origini dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale. È negli Stati Uniti, verso la metà del XIX, che nasce quella che è stata chiamata “Interpretazione Ambientale”, grazie alla crescita dell’interesse verso le problematiche di tutela del patrimonio naturalistico che porterà alla nascita del primo parco nazionale del mondo, il Parco nazionale di Yellowstone, istituito dal presidente Ulysses Grant nel 1872.

Ed è proprio in questo contesto culturale che iniziarono a diffondersi, nella seconda metà del XIX secolo le prime forme di turismo ambientale grazie al diffondersi delle prime aree naturalistiche protette al mondo tra queste lo Yosemite Park (1864) che successivamente, nel 1890, divenne Parco Nazionale.

Nasce quindi la figura dell’Interprete del Patrimonio Culturale, una figura professionale nata oltre un secolo fa, in ambito naturalistico e operante nei primi parchi nazionali americani. Tale figura si è consolidata nei primi anni del XX secolo, concretizzandosi nelle varie specializzazioni che interessano il Patrimonio Culturale inteso nel suo senso più ampio (ambientale, storico artistico, demoetnoantropologico e archeologico). L’interprete non fornisce informazioni ma “svela” la verità profonda che si nasconde dietro le apparenze, il partecipante ad una esperienza di interpretazione non conosce ma “scopre”.

Tra i principali attori che hanno dato origine al concetto di Interpretazione vanno ricordati: John Muir, Liberty Hyde Bailey, Enos A. Mills e Charles Matthias Goethe.  Anche se tradizionalmente viene riconosciuto, come padre dell’interpretazione ambientale, almeno per quanto riguarda gli aspetti formali, Freeman Tilden (1883-1980), grazie alla pubblicazione del libro “Interpreting our heritage” avvenuto nel 1957. Nel suo libro, Tilden, oltre a fornire la prima definizione formale di Interpretazione illustrò i famosi sei principi dell’intepretazione.

Dopo Tilden, altri autori, negli anni successivi, hanno premesso di approfondire le teorie e le tecniche interpretative contribuendo, grazie anche alla pubblicazione dei loro lavori, alla definizione degli attuali schemi interpretativi.

Alcuni autori hanno rivisitato I principi di Tilden, ampliandoli o ridefinendone alcuni, tra questi:

  • Donald R. Field e J. Alan Wagar, nel 1973 in un loro articolo i due autori espongono i principi alla base dell’interpretazione e mettono in risalto l’importanza deI visitatori nel processo interpretativo:
  • Sam Ham che nei primi anni 90 definisce il modello da lui chiamato inizialmente “E.R.O.T”, basato su quattro fattori di qualità che distinguono l’interpretazione da altre forme di Comunicazione;
  • John A Veverka che nel 2011, rivede e presenta in versione abbreviata, i sei principi di Tilden chiamandoli “Tilden’s Tips” (I consigli di Tilden).
  • Larry Beck e Ted T. Cable che rivedono i sei principi di Tilden portandoli a 15 (2011).

Capitolo 3 “I principi dell’Interpretazione integrati”

Sono due i motivi per cui ho ritenuto opportuno rivisitare e ampliare, dopo 65 anni dalla prima stesura, i principi di Tilden: una loro integrazione con i principi esperienziali da me elaborati (che diventano parte integrante dei principi di interpretazione) e la necessità di tener conto dell’evoluzione culturale, frutto anche dei vari autori e studiosi che negli anni hanno affrontato la problematica.

Sempre nel terzo capitolo ho elencato alcune definizioni di interpretazione e illustrato la differenza tra “Educazione” e “Interpretazione”

 Capitolo 4 “Qualità esperienziale e interpretativa”

Il quarto capitolo si occupa del concetto di qualità applicato alle esperienze e ai percorsi interpretativi. Tra le mie esperienze lavorative, posso annoverare oltre venti anni dedicati al Quality Management nella qualità di Ispettore per la certificazione ISO 9001, è naturale che tale bagaglio professionale influenzasse i miei studi in materia di Interpretazione, ecco quindi la necessità di collegare l’intero discorso alla stessa definizione di qualità:

Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti un’entità di confermare le aspettative ad essa riferibili da tutte le parti interessate

Definita cosa sia la qualità bisogna misurarla ma per fare questo bisogna necessariamente dotarsi di un opportuno sistema di rilevazione della qualità, che porta alla individuazione dell’entità a cui va applicato il concetto di qualità, delle parti interessate (chi esprime le aspettative o i bisogni in funzione dell’entità) e dei fattori di qualità.

Capitolo 5 “La professione di Interprete”

Il quinto capitolo riguarda il riconoscimento della professione di Interprete del Patrimonio Culturale. A livello internazionale di un certo interesse sono i percorsi di certificazione di alcune figure professionali nell’ambito dell’interpretazione del patrimonio culturale messa a punto dalla National Association for Interpretation (NAI) e dal National Park Service (NPS). La certificazione così come NAI e NPS la intendono non è facilmente proponibile, almeno in Italia, in quanto non sono certificazioni legalmente riconosciute. E’ comunque possibile un percorso di legittimazione della professione di Interprete del Patrimonio Culturale, se si tiene conto che tale professione, in quanto non regolamentata, è disciplinata dalla Legge 4/2013 e che è stato, di recente, pubblicato un Decreto che per la prima volta fornisce la definizione di “professionista”. Infatti, il DPCM 14/10/2021 (Decreto reclutamento) pubblicato nella G.U. 268 del 10/11/2021 che per la prima volta fornisce la definizione legale di “professionista”, individua i professionisti che possono effettuare domanda al portale del reclutamento per conferimento incarichi professionali nelle pubbliche amministrazioni. Tra questi figurano proprio i professionisti in possesso di una attestazione di Qualità e Qualificazione professionale rilasciata ai sensi della Legge 4/2013.

Sempre nel quinto capitolo, viene illustrato uno schema di riferimento contenente le competenze dell’Interprete del Patrimonio Culturale, elaborato in conformità allo standard: SP/TAH-CF: Standard Professionale (SP) basato sulle competenze professionali indicate nel Quadro (Framework) di riferimento delle competenze richieste e applicate nel settore Turistico, delle Arti e del Patrimonio Culturale, denominato Tourism, Arts, Heritage Competence Framework (TAH-CF).

Ignazio Caloggero

  • Presidente Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturale (AIPTOC) riconosciuta dal MISE a rilasciare Attestazione di Qualità e Qualificazione Professionale ai sensi della Legge 4/2013
  • Direttore del Centro Studi Helios
  • Componente organo tecnico UNI/CT 040/GL22 (Turismo) UNI – Ente di Normazione Italiano
  • Componente organo tecnico ISO/TC 228 (Tourism and relates services) (ISO = International Organization for Standardization)
  • Referente AIPTOC in qualità di membro istituzionale presso Interpret Europe
  • Presidente SiciliAntica Ragusa
  • Socio SIMBDEA: Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici

 

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Professionisti delle Esperienze

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”.