I “padri” del concetto di Interpretazione   
di Ignazio Caloggero

John Muir (1838 – 1914)

Naturalista e scrittore scozzese naturalizzato statunitense ed uno dei primi conservazionisti moderni. Grande amico del Presidente Theodore Roosevelt, scrisse molti libri sulla natura, soprattutto illustrando la natura selvaggia delle montagne della Sierra Nevada in California, sia di taglio scientifico e che divulgativo. Il suo diretto attivismo aiutò a preservare la Valle dello Yosemite e altre aree selvagge. L’associazione Sierra Club, da lui fondato, fu la prima associazione ambientalista americana. I suoi scritti e la sua filosofia influenzarono fortemente la formazione della moderna scienza ambientale. Fu il promotore del nascente movimento Conservazionista che prese posizioni in merito alla visione etica e filosofica del patrimonio ambientale, visto da alcuni come un patrimonio da preservare incontaminato, e da altri invece come una risorsa da conservare e gestire oculatamente a uso e vantaggio dell’umanità.

Con la sua testimonianza di vita e con i suoi scritti, Muir contribuì a dare forma a quella “filosofia del parco” che avrebbe condotto all’istituzione del National Park Service nel 1916, due anni dopo la sua morte. Ma allo stesso tempo egli pose anche le prime basi di quella visione e di quel metodo di lavoro che avrebbero ispirato e innervato la pratica dell’interpretazione. Proprio a Muir viene attribuito, per primo l’uso del verbo “interpretare” in un frammento non datato, probabilmente risalente al 1871 [4].

“Finché vivrò, sentirò cantare cascate e uccelli e venti. Interpreterò le rocce, imparerò il linguaggio dell’inondazione, della tempesta e della valanga. Conoscerò i ghiacciai e i giardini selvaggi e mi avvicinerò il più possibile al cuore del mondo”

Dalla rete:

John Muir in Yosemite

https://youtu.be/AFizUMvZTI0

La Valle di Yosemite

Liberty Hyde Bailey (1858-1954)

Orticoltore e botanico statunitense, promotore del Nature Study Movement che proponeva un nuovo ideale educativo basato sulla natura intesa come oggetto di studio, come ambiente di apprendimento e come fonte di una metodologia didattica delle scienze naturali imperniata sull’apprendimento informale ed esperienziale, che sarebbe stata alla basa della futura educazione ambientale.

Liberty Hyde Bailey sosteneva che tra le materie di insegnamento, l’Orticoltura doveva essere privilegiata rispetto ad altre materie, in quanto avrebbe contribuito ad un maggior senso civico oltre ad una conoscenza tecnica delle manifestazioni della natura per poter operare su di essa con intelligenza e rispetto.

Tra i tanti libri da lui scritti va sicuramente ricordato il volume “The Nature study idea: an interpretation of the new school-movement to put the child into relation and sympathy with Nature, pubblicato nel 1909”, dove il secondo capitolo è dedicato alla “poetic interpretation of nature”: qui l’interpretation è intesa come la modalità con cui gli uomini leggono la realtà, guidati dalla propria attitudine soggettiva nei confronti del mondo[5].

Dalla rete:

Liberty Hyde Bailey Minidocumentary

https://youtu.be/1bLHaEqsxFs

Enos Abijah Mills (1870-1922)

Naturalista, autore e proprietario di una fattoria americana. Fu la figura principale dietro la creazione del Rocky Mountain National Park. Fu probabilmente un incontro con John Muir che lo spinse a dedicarsi allo studio della natura e alla causa ambientalista[6].

Mills è autore di numerosi articoli e libri sulla natura e sull’area del Parco di Estes, a partire dal primo decennio del XX secolo. I suoi discorsi si concentravano generalmente sulla vita degli alberi, sulle questioni forestali, sulla conservazione delle terre naturali e sulla vita degli animali selvatici. Spesso nei suoi discorsi e articoli scritti ha incoraggiato persone di tutte le età a uscire e immergersi nella natura.

Nella sua fattoria aprì un centro di formazione per guide naturalistiche dove applicò una metodologia che faceva leva sulla partecipazione diretta da parte dei discenti e sulla capacità di trasformare i fatti in narrazione, i dati in racconto, sostanzialmente una metodologia poetica e narrativa di interpretazione ambientale e che oggi viene conosciuta come storytelling

Da Bailey Mills deriva la convinzione che il lavoro basato sull’osservazione, sulla sperimentazione diretta e sulla «poetic interpretation of the facts of nature» (che ha luogo con la narrazione delle «things in the form of its manners and customs, its neighbours and its biography») potesse sviluppare nei bambini un profondo senso di responsabilità e di rispetto per le risorse della terra[7]

Il suo libro “The adventures of a nature guide and essays in interpretation” pubblicato nel 1923 è considerato uno dei libri tra i più significativi nel campo della letteratura sull’interpretazione

Charles Matthias Goethe (1875-1966)

Imprenditore, scienziato, filantropo e ambientalista e fondatore della Eugenici Society of Northern California.

Goethe collaborò con varie organizzazioni, tra cui il Sierra Club di John Muir. Lui e sua moglie sono stati chiamati “Il padre e la madre del Movimento delle Guide Naturali”, avviando programmi interpretativi con il National Park Service.

Attivo nella causa conservazionista, Goethe era profondamente impegnato anche nei temi dell’educazione e della cura dell’infanzia abbandonata.

Durante una serie di viaggi in Europa insieme alla moglie Mary tra il 1911 e il 1912, ebbe modo di osservare il lavoro educativo condotto da una giovane insegnante in escursione con i suoi allievi presso il Lago di Lucerna. Dopo quell’incontro, i due approfondirono le metodologie europee del nature study e delle escursioni scolastiche nella natura, così come esse si erano sviluppate in Germania, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna e Danimarca: da qui, la decisione di replicarle su suolo americano. Individuata la località del Lago Tahoe, vi fondarono quello che sarebbe diventato il «loro Tahoe Laboratory», nel quale chiamarono Miller e Bryant a prestare servizio come guide naturalistiche[8].

Come Bailey, Goethe era promotore di una didattica educativa basata sull’apprendimento informale ed esperienziale.

 

Freeman Tilden (1883-1980)

Giornalista, scrittore e drammaturgo, Tilden è considerato il padre dell’interpretazione, grazie al suo famosissimo libro “Interpreting our heritage” pubblicato, la prima volta nel 1957 e successivamente in diverse edizioni. In Italia è molto utile, per desidera approcciarsi allo studio dell’interpretazione l’edizione pubblicata nel 2019 in lingua italiana, su traduzione di Vanessa Vaio[9].

Nel suo libro Tilden, consolidò le basi teoriche, metodologiche e didattiche, stabilendo i principi e le teorie dell’Interpretazione del patrimonio Culturale e sottolineando l’importanza esperienziale nei percorsi di interpretazione.

Tilden fornì anche la prima definizione formale di Interpretazione:

Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)

“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[10]

4. Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 42 

5. Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 50

6. Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 53

7. Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 58

8. Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 64

9. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica

10. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 29

 

Articolo scritto da Ignazio Caloggero

Presidente Associazione Italiana Professionisti del Turismo (AIPTOC)

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

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