Come Valutare una Offerta Esperienziale

Può essere utile, per capire alcuni concetti alla base del presente articolo leggere anche: Per una nuova definizione di Esperienza: I dieci principi dei Percorsi Esperienziali

Per capire se ci troviamo di fronte ad una offerta esperienziale culturale, dovremmo porci le seguenti domande:

I Principi del Percorso Esperienziale

  1. Multisensorialità: L’esperienza permette di acquisire esperienze multisensoriali (coinvolgimento dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e laddove possibile, gusto)?
  2. Identità locali: L’esperienza permette di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale?
  3. Unicità: L’esperienza presenta caratteristiche di unicità?
  4. Relazioni umane: L’esperienza è’ basata sulle relazioni umane?
  5. Partecipazione diretta: L’esperienza prevede la partecipazione diretta degli ospiti in alcune attività?
  6. Apprendimento esperienziale: L’esperienza prevede una fase di apprendimento attraverso la partecipazione diretta dell’ospite alle attività?
  7. Approccio tematico: L’esperienza prevede un tema che lo caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore?
  8. Approccio estetico: Gli eventi che costituiscono l’esperienza sono progettati con modalità simili ad una messa in scena teatrale con particolare cura per tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo ed il tema scelti per l’esperienza?
  9. Intrattenimento: L’esperienza prevede di momenti di intrattenimento?
  10. Immersione: L’esperienza può essere considerata “immersiva”?

Se la risposta è sì alle prime tre domande, siamo in presenza di una Esperienza Culturale Semplice

Se la risposta è sì alle prime sei domande siamo in presenza di una Esperienza Culturale Autentica

Se la risposta è sì a tutte le domande siamo in presenza di una Esperienza Culturale Piena.

E’ opportuno riflettere anche su un’altra caratteristica tipica delle offerte esperienziali: Il numero di partecipanti. E’ difficile pensare che alcuni dei principi elencati possano essere rispettati nel caso di una offerta turistica, magari ripetitiva, che vede coinvolti contemporaneamente un numero elevato di partecipanti, troverebbero difficile applicazione principi come: unicità, relazioni umane, partecipazione diretta, apprendimento esperienziale, e gli elementi di disturbo sarebbero tali da incidere sull’esperienza complessiva.

Vediamo alcuni esempi.

Degustazione di prodotti tipici.

Consideriamo il caso dell’offerta esperienziale del “pane condito” (pani cunzatu) realizzato secondo le antiche tradizioni contadine, tipico nei luoghi del meridione ed in particolare in Sicilia. Ipotizziamo che l’offerta permetta di vivere alcuni momenti salienti del processo di panificazione: impastamento, lievitazione, formatura e cottura a cui si aggiungono la fase di “cunzatura” e quella di degustazione del pane appena sformato e “cunzatu”, il tutto all’insegna della convivialità vissuta con il fornaio e le massaie che hanno organizzato l’offerta.

Ipotizziamo che in alcune fasi è previsto l’intervento diretto dei partecipanti (Es. Impasto, Formatura, cottura, ecc.) e che l’offerta preveda anche una breve attività che illustri come si svolgevano, secondo la tradizione, le varie fasi della panificazione, si illustrano gli strumenti di lavoro, la scelta della legna, le tecniche di controllo del forno e di pulitura del pane a fine cottura.

Ipotizziamo anche che l’offerta è presentata tenendo a cura anche alcuni aspetti estetici: ambiente e strumentazione che richiama i periodi antichi, personaggi vestiti in modo tradizionale ed infine, che vi siano la presenza di alcuni brevi momenti di intrattenimento in armonia e contestualizzati al tema caratterizzante l’offerta (la preparazione del pane nelle antiche tradizioni).

Nel caso appena citato sussistono tutti gli elementi che caratterizzano una offerta esperienziale in senso pieno. In questo caso possiamo effettivamente affermare che il partecipante “mette le mani in pasta”, sono coinvolti tutti e cinque i sensi: vista, udito, tatto, olfatto e gusto. Inoltre, impara qualcosa delle antiche tradizioni locali attraverso un’immersione in un evento che sarà per lui indimenticabile.

Se invece vengono a mancare alcuni elementi caratterizzanti l’esperienza, come ad esempio la partecipazione diretta dei partecipanti e l’offerta si limita ad esempio alla semplice degustazione del pane appena sfornato non siamo in presenza di una offerta esperienziale culturale in senso pieno.

A volte si assiste ad offerte enogastronomiche, chiamate “esperienziali” che si limitano alla semplice degustazione di prodotti tipici locali, dove viene a mancare la componente di apprendimento tramite la partecipazione diretta e i legami con gli elementi di identità e unicità del territorio. In questi casi possiamo legittimamente parlare di offerta legata al turismo enogastronomico, che è sempre una forma di turismo culturale stimolante e di un certo interesse ma non di una offerta legata al turismo esperienziale.

Lavorazione della Ceramica.

Consideriamo il caso di un maestro ceramista di Caltagirone, città famosa per l’arte centenaria della ceramica, che offre, all’interno del suo laboratorio, una lezione su come si realizzano degli oggetti in ceramica secondo la tradizione locale. La lezione prevede la partecipazione diretta dei partecipanti che realizzeranno un prodotto che porteranno con loro per ricordo. Inoltre, il maestro ceramista si premura di fornire alcuni cenni storici riguardanti la storia della ceramica, e illustra le tecniche, i colori, e le forme dei manufatti secondo la tradizione locale. Infine, pone particolare cura all’ambiente stesso dove riceve i suoi ospiti ponendo attenzione a non creare elementi che potrebbero distogliere dall’esperienza.

Anche in questo caso siamo in presenza di una offerta esperienziale culturale piena.

In mancanza di un apprendimento con la partecipazione diretta come è il caso di chi assiste in modo passivo alla descrizione di come si realizzano alcuni manufatti, viene a mancare uno dei principali presupposti che caratterizza l’offerta esperienziale culturale in senso stretto. Ovviamente in quest’ultimo caso possiamo ancora parlare di offerta legata al turismo culturale.

Escursione naturalistica.

Consideriamo il caso di una escursione naturalistica (a piedi, in bicicletta o con altri mezzi). La semplice escursione naturalistica se non accompagnata da elementi ben precisi (apprendimento multisensoriale, caratteri di unicità e autenticità, relazioni umane e conoscenza degli elementi di identità e di unicità locali non può essere considerata offerta esperienziale piena o autentica ma può ancora essere considerata una offerta legata ad altre forme di turismo (Es naturalistico o sportivo).

Molto diversa è sicuramente la situazione in cui vengono inserite, all’interno della escursione naturalistica, momenti formativi esperienziali come potrebbe essere la raccolta di verdure spontanee (senape, cicoria, finocchietto selvatico, ecc.) accompagnate dalla spiegazione che permette di riconoscerle e altri aspetti che descrivono come possano essere legati alle tradizioni, eventualmente gastronomiche locali.

 Osservate questi due video e valutate voi stessi su quali sono gli elementi mancanti che impediscono di definire queste esperienze come “Offerte Esperienziali Piene”

Medieval Times – Toronto

Medieval Times – Orlando

Ulteriori articoli sull’argomento: Speciale “Verso un Economia delle Esperienze”  

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni